(Teleborsa) – Alla fine del 2024 c’erano circa 60 banche esclusivamente digitali nell’area euro, ovvero che operano solo online e senza sviluppare reti di filiali fisiche, con 7 di queste banche che erano filiali di banche tradizionali. È quanto emerge da un approfondimento della Financial Stability Review di maggio 2025 della Banca centrale europea (BCE), secondo cui la quota di mercato delle banche digitali è aumentata dal 3,1% di total asset nel 2019 al 3,9% nel 2024, grazie all’espansione di operatori consolidati e all’ingresso di nuovi concorrenti.
La struttura di funding
Circa l’80% del funding totale delle banche digitali proviene da depositi retail. Il report evidenzia che l’assenza di filiali fisiche riduce il radicamento locale, determinando una quota insolitamente elevata di depositi transfrontalieri. Oltre il 90% di questi depositi al dettaglio è coperto da sistemi di garanzia dei depositi. L’importo medio è inferiore rispetto a quello delle banche tradizionali, a dimostrazione della bassa quota di clienti che utilizzano le banche digitali come conto corrente principale.
I depositi corporate e il funding wholesale svolgono un ruolo molto meno significativo per le banche digitali. “Sebbene una simile struttura di finanziamento possa essere più stabile di quella delle banche tradizionali, la mancanza di finanziamenti diversificati e la dipendenza esclusiva dai canali di distribuzione online delle banche digitali ne aumentano la vulnerabilità alle corse agli sportelli“, viene sottolineato.
La composizione degli asset
Molte banche digitali hanno adottato il modello di business di un istituto di credito, trasformando i depositi al dettaglio raccolti online in prestiti, spesso erogati anche tramite canali digitali. Tuttavia, le linee di credito di queste banche sono spesso specializzate in prestiti al consumo, mutui ipotecari o prestiti a imprese non finanziarie, e solo poche banche digitali gestiscono portafogli di prestiti diversificati.
Il secondo modello di business comune è simile a quello di un fondo del mercato monetario. Le banche digitali di questo tipo non dispongono di attività di prestito significative; investono invece i depositi in attività liquide di alta qualità, principalmente riserve della banca centrale. Tutte le banche digitali operano con riserve di liquidità insolitamente elevate, probabilmente a causa della loro preparazione alle corse agli sportelli online e della loro dipendenza da depositanti digitali più sensibili al prezzo. Tuttavia, ciò potrebbe anche essere dovuto al fatto che le limitate linee di credito delle banche digitali impediscono loro di impiegare i fondi in modo più produttivo.
La redditività inferiore alle banche tradizionali
Le banche digitali “si sono dimostrate meno redditizie delle banche tradizionali e la dispersione della loro redditività è stata molto ampia”, osserva la BCE. Le banche digitali hanno dovuto affrontare un forte aumento del costo dei depositi, a causa di una maggiore trasmissione dei tassi di interesse. Questo è stato particolarmente pronunciato per le banche indipendenti, data la loro spinta ad espandere la quota di mercato e una base clienti generalmente più sensibile al prezzo rispetto a quella delle banche tradizionali.
Allo stesso tempo, “le loro dimensioni attualmente limitate, i costi IT fissi relativamente elevati e le ingenti spese di marketing limitano la loro capacità di raggiungere un livello di redditività simile a quello delle banche tradizionali”, viene evidenziato. Le banche digitali operano anche con coefficienti patrimoniali significativamente più elevati, il che riduce meccanicamente il ritorno sul capitale proprio.
La minaccia alla stabilità finanziaria
Le banche digitali sono riuscite a consolidare la propria presenza in alcuni servizi bancari, ma rimangono operatori relativamente piccoli con un’offerta di prodotti limitata. Tuttavia, gli investitori in banche digitali “sembrano attribuire un valore elevato al loro equity” e “tali valutazioni possono essere giustificate solo se, in futuro, le banche digitali raggiungeranno il tipo di dimensione che consentirà loro di operare in modo più efficiente”, sostiene il rapporto.
L’ulteriore crescita delle banche digitali potrebbe essere positiva per i consumatori, che trarrebbero beneficio da una maggiore concorrenza, e potrebbe spingere gli operatori tradizionali a migliorare la loro offerta di servizi. Potrebbe, tuttavia, anche diventare una minaccia per la stabilità finanziaria se i modelli di business delle banche tradizionali venissero sconvolti e gli operatori tradizionali perdessero rapidamente il deposit franchise che fornisce funding stabile. Inoltre, potrebbe spingere le banche tradizionali ad assumersi rischi aggiuntivi per compensare i maggiori costi di funding.
“Poiché molte banche digitali hanno sede in paesi di piccole dimensioni e hanno numerosi clienti non esclusivi che sono più propensi a trasferire i propri depositi in risposta a shock idiosincratici, la loro espansione potrebbe creare un nuovo canale per ricadute transfrontaliere, finché l’assicurazione sui depositi rimane a livello nazionale – si legge nel documento – Se i clienti digitali perdessero fiducia in una banca digitale o nel suo paese di origine, potrebbero facilmente trasferire i propri fondi altrove, con conseguente frammentazione finanziaria e un potenziale aumento dei rischi di ricadute dalle banche agli enti sovrani”.
(Foto: Anastasiia Nelen su Unsplash)