(Teleborsa) – Bitcoin scende sotto i 90.000 dollari e tocca i livelli minimi da 7 mesi. A pesare è l’incertezza negli Usa sulle prossime mosse della FED con i tassi di interesse e la cautela legata all’attesa per il ritorno alla pubblicazione dei dati macro dopo la fine dello shutdown che potranno dare un’indicazione sullo stato dell’economia nel Paese. Dai massimi visti nei mesi scorsi, la principale criptovaluta per capitalizzazion é scesa di circa il 30% dal picco di 126 mila dollari toccato alla fine di ottobre. Un trend condiviso anche dall’oro che sui mercati asiatici nell’ultima seduta ha ampliato le perdite, complice anche il rafforzamento del dollaro.
Gli investitori dubitano sempre più di un taglio dei tassi a dicembre, complice la cautela espressa da Jerome Powell e da altri membri del FOMC, oltre alla carenza di dati macroeconomici dovuta ai ritardi delle statistiche seguiti allo shutdown negli Stati Uniti. Occhi puntati quindi con la pubblicazione dei non-farm payrolls di settembre, attesi questa settimana.
Il comparto delle criptovalute è stato appesantito dal rallentamento dei flussi verso gli ETF spot e da una serie di violente liquidazioni sui derivati che hanno travolto miliardi di dollari in posizioni a leva. Il deterioramento del sentiment e la volatilità in aumento hanno spinto al ribasso anche le equity esposte agli asset digitali e i titoli dei miner.
Sul fronte dei metalli preziosi, il mercato prezza una probabilità crescente di tassi “higher for longer” e questo rende gli asset privi di rendimento meno attraenti rispetto ai Treasury. In parallelo, la forza del dollaro ha messo sotto pressione anche platino, argento e rame, che hanno invertito il recupero della scorsa settimana.
