(Teleborsa) – L’attuale livello di sentiment dei fund manager è il quinto più basso mai registrato (dopo il 2001, 2009, 2019 e 2022), con i dazi che spingono le aspettative di crescita globale ai minimi trentennali. È quanto emerge dal consueto “Global Fund Manager Survey” di Bank of America (BofA). Al sondaggio per il mese di aprile hanno partecipato 164 operatori con asset under management (AUM) per 386 miliardi di dollari.
Il livello di liquidità è salito al 4,8%, con un aumento di 125 punti base da febbraio 2025, il maggiore aumento bimestrale da aprile 2020. Le aspettative di “hard landing” sono balzate ad aprile al 49% (in aumento dall’11% di marzo). Nel frattempo, le aspettative di “soft landing” sono scese al 37% (dal 64%) e quelle di “no landing” al 3% (dal 19%).
Le aspettative per l’economia globale sono scese a un minimo storico ad aprile, con l’82% netto che si aspetta una crescita globale più debole (in calo dal 44% di marzo). Il 42% degli investitori prevede una recessione globale, il livello più alto da giugno 2023 e il quarto più alto degli ultimi 20 anni. Un netto cambiamento rispetto al 52% del mese scorso, che affermava che una recessione era improbabile.
Per quanto riguarda le aspettative di inflazione, il 57% degli investitori prevede un CPI globale più elevato nei prossimi 12 mesi, il livello più alto da giugno 2021. Le aspettative di un’inflazione più elevata sono aumentate di 50 punti percentuali rispetto a marzo, il maggiore aumento mensile da marzo 2022.
Gli investitori sono diventati negativi sulle prospettive di profitto degli Stati Uniti, con il 28% che afferma che le prospettive di profitto degli Stati Uniti sono sfavorevoli, il livello più alto da novembre 2007. Il 61% prevede un deprezzamento del dollaro USA nei prossimi 12 mesi, il livello più alto da maggio 2006.
Interrogati sull’attuale propensione al rischio, il 46% degli investitori ha affermato di assumersi livelli di rischio inferiori alla norma, il livello più basso da maggio 2023. Il tema dell'”eccezionalismo statunitense” ha raggiunto il picco, secondo il 73% degli investitori. Passando alla politica monetaria, il 63% degli investitori non crede che i tagli fiscali statunitensi stimoleranno la crescita del Paese nella seconda metà dell’anno. D’altra parte, il 63% si aspetta che gli stimoli economici in Cina accelerino la crescita cinese nel secondo semestre del 2025.
L’80% degli investitori ritiene che una guerra commerciale che inneschi una recessione globale sia il maggiore “tail risk”, la più alta concentrazione di “tail risk” negli ultimi 15 anni.
Per quanto riguarda le posizioni più affollate, “long sull’oro” (49%) conclude una serie di 24 mesi di posizioni “long sui Magnifici 7” (24%, per la prima volta non si tratta della posizione più affollata da marzo 2023). L’oro dovrebbe essere anche l’asset con le migliori performance nel 2025 secondo il 42% degli investitori (in aumento rispetto al 23% di marzo). Le “azioni globali” scendono al 4° posto con solo l’11% (in calo rispetto al 39% del 1° posto di marzo).