(Teleborsa) – Il ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) sta emettendo il nuovo BTP Italia in uno scenario di mercato positivo, ovvero dopo un significativo repricing del rischio di credito italiano (lo spread BTP-Bund a 10 anni è in area 100 punti base) e dopo l’annuncio di Moody’s di venerdì scorso (outlook migliorato a positivo, ponendo l’Italia nella possibilità di ricevere un upgrade nei prossimi 12 mesi).
“Il Tesoro ha di nuovo centrato il timing“, commenta a Teleborsa Ciro Pietroluongo, direttore generale di MTS (piattaforma di Euronext leader per la trattazione all’ingrosso di titoli di Stato). “Questa volta si è puntato a formule consolidate di finanza per cercare di assecondare le esigenze del risparmiatore, focalizzando di nuovo l’attenzione su un BTP ancorato all’inflazione. Ciò è un segnale molto positivo perché la funzione primaria dei titoli di debito pubblico è quella di offrire una garanzia e protezione del potere d’acquisto”.
Il Tesoro ha fissato a 1,85% la cedola minima garantita per il nuovo BTP Italia con scadenza 4 giugno 2032 che verrà offerto a partire da domani e fino al 30 maggio. I primi tre giorni del collocamento, salvo chiusura anticipata, saranno dedicati al retail, mentre venerdì 30 maggio ai soli istituzionali. Il titolo, indicizzato all’inflazione italiana, prevede un premio fedeltà dell’1% per chi lo acquista durante il collocamento e lo detiene fino a scadenza. Le cedole sono corrisposte ogni 6 mesi insieme alla rivalutazione del capitale per effetto dell’inflazione dello stesso semestre.
A differenza delle precedenti emissioni di BTP Italia, il collocamento viene eseguita a partire da martedì, con l’annuncio del rendimento reale minimo che è arrivato lunedì (nelle precedenti emissioni, la comunicazione è arrivata venerdì, poiché il collocamento è iniziato lunedì), fa notare in una nota Filippo Mormando, European Bond Strategist di BBVA, che si aspetta un’emissione da 10-12 miliardi di euro. “La decisione di posticipare a lunedì/martedì l’annuncio del rendimento reale minimo e l’inizio del collocamento potrebbe essere legata a due fattori: i) le aspettative del Tesoro di un annuncio positivo (arrivato) dalla revisione del rating di Moody’s di venerdì, con un potenziale repricing positivo del credito per i titoli italiani, che altrimenti sarebbe andato perso se il Tesoro avesse fatto il suo annuncio venerdì scorso; ii) l’opportunità di offrire agli investitori retail il pagamento lunedì del rimborso di un precedente BTP Italia (il sedicesimo BTP Italia 26 maggio 2025) al fine di supportare l’attività di reinvestimento di questi fondi”, sottolinea.
L’ultima emissione del BTP Italia, a marzo 2023, ha registrato una raccolta complessiva di quasi 10 miliardi di euro (di cui 8,6 miliardi al retail). Quella di novembre 2022 ha raccolto 12 miliardi di euro (di cui 7,3 miliardi al retail), mentre quella di giugno 2022 ha totalizzato raccolto 9,4 miliardi di euro (di cui 7,3 miliardi al retail).
Negli ultimi anni, con lo sconvolgimento portato dalla pandemia, il repentino aumento dei tassi per combattere l’inflazione e poi la normalizzazione della politica monetaria da parte della BCE, il Tesoro è diventato più “fantasioso” nella gestione del debito pubblico, emettendo nuove tipologie di titoli di Stato, come la famiglia di BTP Valore. Si tratta di titoli appositamente pensati per i piccoli risparmiatori, il cosiddetto retail, con l’obiettivo del governo che è – in una fase in cui gli acquisti da parte della BCE sono diminuiti – portare nelle mani degli italiani una quota crescente di debito pubblico, in quanto i piccoli risparmiatori detengono tipicamente i titoli fino alla scadenza e non li movimentano tanto quanto altri detentori, ad esempio i fondi di investimento.
Attualmente il MEF dispone regolarmente l’emissione sul mercato interno di nove categorie di titoli di Stato, che possono essere sottoscritti sia dagli investitori privati sia dagli istituzionali: BOT, Ccteu, BTP, BTP Green, Btp€i, BTP Italia, BTP Futura, BTP Valore e BTP Più. Guardando alla composizione dei Titoli di Stato in circolazione al 31 marzo 2025, secondo dati del MEF, emerge che i BTP rappresentano il 71,85% del totale, seguono i BTP indicizzati con il 7,73%, i CCTeu con il 5,14%, i BOT con il 5,09%, i BTP Valore con il 3,13 %, il BTP Italia con il 2,51%, i BTP Green con il 2,10 %, i titoli in valuta con l’1,64% e infine i BTP Futura con lo 0,81%. La vita media dei titoli di Stato sta salendo, passando da 5,73 anni nel 2000 a 7,03 anni alla fine del primo trimestre 2025. I costi medi all’emissione dei titoli di Stato sono passati dal 3,76% del 2023 al 3,41% del 2024, dopo anni molto più bassi (1,71% nel 2022, 0,1% nel 2021, 0,59% nel 2020).
“Ormai è stabile e definito il ricorso al risparmio privato degli italiani – afferma Pietroluongo – Di volta in volta c’è la possibilità di presentare un titolo diverso al pubblico retail, ma ormai è prassi rivolgersi a questa tipologia di investitore. La lettura della congiuntura e del momento economico resta sempre fondamentale nella valutazione dell’emissione, ma possiamo dire che ogni 6 mesi circa – ovvero almeno un paio di volte l’anno e talvolta anche tre – l’offerta è rivolta al piccolo risparmiatore“.
Questa emissione arriva inoltre in un momento in cui il rating dell’Italia è in continuo miglioramento, “un dato sicuramente non secondario”, sottolinea il DG di MTS. Il rating a lungo termine attribuito all’Italia è “Baa3” (outlook positive) da parte di Moody’s, “BBB” (outlook positive) da parte di Fitch, “BBB+” (outlook stable) da parte di S&P, “BBB high” (positive trend) da parte di DBRS e “BBB+” (stable) da parte di Scope Ratings.
“Il Tesoro italiano emette tipicamente a investitori istituzionali circa il 60-90% dell’importo emesso a investitori retail – evidenzia Mormando – Per quanto riguarda questi ultimi, prevediamo un importo di circa 5-7 miliardi di euro, che dovrebbe derivare principalmente dall’attività di reinvestimento derivante dal rimborso di 18 miliardi di euro del BTP Italia del 26 maggio 2025 (stimiamo che l’importo ancora presente nei portafogli retail sia di circa 7-8 miliardi). A nostro avviso, nel caso in cui il Tesoro emettesse un importo superiore a 10 miliardi di euro, aumenterebbe anche la probabilità che il Tesoro non sia attivo con una syndication istituzionale prima dell’estate“.