(Teleborsa) – “Nell’attuale contesto in rapida evoluzione, l’Europa non può restare ferma. Se non portiamo la moneta della banca centrale nel mondo digitale, ostacoleremo la competitività, la resilienza e l’autonomia strategica dell’Europa. E perderemo l’opportunità che i pagamenti digitali e la finanza digitale presentano. Altri ne raccoglieranno i benefici”. Lo ha affermato Piero Cipollone, membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea (BCE), durante un la Crypto Asset Lab conference organizzata dall’Università di Milano-Bicocca.
“Garantire che la moneta della banca centrale tenga il passo con la digitalizzazione e le nuove tecnologie salvaguarderebbe invece la nostra sovranità monetaria – ha aggiunto – Supererebbe la frammentazione offrendo moneta che può essere utilizzata per qualsiasi transazione digitale nell’area dell’euro. Favorirebbe la concorrenza e l’innovazione. E rafforzerebbe la nostra autonomia e resilienza“.
Nel suo intervento, Cipollone ha ricordato che l’euro è attualmente la seconda valuta più importante nel sistema monetario internazionale: “La sua quota in una serie di indicatori si attesta intorno al 20%, mentre l’area dell’euro rappresenta circa il 12% del PIL mondiale. Affinché l’euro continui a dare il massimo, le transazioni e gli investimenti in euro devono essere considerati sicuri, convenienti ed efficienti, anche se la digitalizzazione trasforma i pagamenti e la finanza”.
Secondo l’economista italiano, la moneta della banca centrale ha un ruolo chiave da svolgere in questo senso come pilastro centrale del sistema finanziario e dei pagamenti: “Questo perché collega le sue diverse parti e funge da ancora di stabilità fornendo l’unica risorsa di regolamento priva di rischi nel sistema. E questo è particolarmente rilevante in Europa, dove i pagamenti e la finanza rimangono troppo spesso frammentati lungo linee nazionali, impedendoci di sfruttare appieno l’intera portata del nostro mercato europeo”.
Cipollone ha posto l’accento anche sul fatto che, per pagare nei paesi europei, i consumatori devono “affidarsi ad alcuni fornitori non europei, che ora dominano la maggior parte di queste transazioni. I sistemi di carte internazionali hanno rappresentato due terzi delle transazioni con carta nell’area dell’euro nel 2023. E 13 paesi su 20 dell’area dell’euro si affidano interamente a soluzioni non europee in assenza di un proprio sistema di pagamento nazionale”.
Inoltre, “in un contesto geopolitico instabile, siamo costretti a fare affidamento su aziende con sede in altri paesi – ha aggiunto – L’attuale dipendenza dalle aziende statunitensi potrebbe in futuro trasformarsi in una dipendenza da aziende di paesi diversi dagli Stati Uniti. Piattaforme come Alipay di Ant Group hanno dimostrato la loro capacità di colmare le lacune geografiche: durante eventi importanti come UEFA EURO 2024 sono state in grado di aumentare l’utilizzo della loro app di pagamento tra i clienti in Europa”.
Secondo Cipollone, occorre “agire rapidamente per affrontare i rischi derivanti dall’attuale incapacità dell’Europa di garantire l’integrazione e l’autonomia del suo sistema di pagamento al dettaglio. Questa è una motivazione fondamentale alla base del progetto dell’euro digitale: portare la moneta della banca centrale nell’era digitale fornirebbe un equivalente digitale alle banconote e rafforzerebbe la nostra sovranità monetaria”.