(Teleborsa) – “Nel prevedibile futuro la moneta e le attività finanziarie completeranno il processo di dematerializzazione, passando dalle forme digitali a contabilità accentrata a quelle a contabilità decentrata (DLT). Il pieno utilizzo dipenderà dallo scioglimento dei nodi con cui si potrà esercitare la vigilanza su questa forma di titolarità della ricchezza e garantire l’inalterabilità delle piattaforme che la registrano e custodiscono (cyber security)”. Lo ha affermato Paolo Savona, presidente della CONSOB (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa), all’incontro annuale con il mercato finanziario presso la sede di Borsa Italiana.
“Per garantire una gestione razionale del risparmio è auspicabile che si passi da scelte di investimento basate su tecniche tradizionali o valutazioni prevalentemente soggettive a scelte basate sulle moderne tecniche di intelligenza artificiale e sugli strumenti di raccolta ed elaborazione delle informazioni, per propiziare una maggiore remunerazione netta del risparmio, incentivandone l’auspicato incanalamento verso le iniziative produttive”, ha detto.
Secondo Savona, “il principale vantaggio dell’introduzione delle specializzazioni istituzionali e delle innovazioni tecnologiche indicate sarebbe che le scelte di stabilità monetaria di quantità e di tasso dell’interesse si svilupperebbero in modo indipendente dalle esigenze di stabilità bancaria, superando il reciproco vincolo nell’attuale architettura istituzionale; verrebbe a cessare la posizione storicamente subordinata della stabilità finanziaria a quella monetaria, che ha avuto origine nel ruolo preponderante ricoperto dalle banche sul mercato del risparmio rispetto agli altri intermediari, borse valori incluse”.
“Così facendo i tassi dell’interesse ufficiali svolgerebbero pienamente la funzione, evidenziata dalla teoria economica e dall’esperienza pratica, di riequilibratori tra andamenti dei profitti degli investimenti reali e della domanda aggregata”, ha sottolineato.
Parlando degli effetti per l’Eurosistema, ha affermato che “la creazione e l’uso dell’euro resterebbero sotto il diretto controllo della BCE, la cui contabilità – per le caratteristiche decentrate, ma controllabili, e l’esperienza operativa fatta tra le banche centrali associate – potrebbe essere presa come base per la gestione di tutti i pagamenti, compresi quelli legati alle operazioni finanziarie di ogni tipo. Si aprirebbe così la possibilità che l’uso diffuso di questa specifica tecnologia propizi un più stretto collegamento “di mercato” tra le monete nazionali e un accordo internazionale sulle regole di intervento statale nella fissazione dei cambi, una delle forme più diffuse di politiche protezionistiche”.
“L’attuazione di queste modifiche istituzionali – che, lo ripetiamo, sono intrinseche nella natura evolutiva delle tecnologie e dei mercati – richiederanno tempo e ovvie cautele applicative; non sarebbe però un comportamento razionale, se si continuasse a procedere con parziali realizzazioni senza sapere verso dove muove il sistema monetario e finanziario, perché continuerebbe a prevalere l’incertezza del futuro, accrescendo la complessità di governo delle economie miste pubblica e privata, sempre più coinvolte nei mutamenti ricordati dello scenario geopolitico”.