(Teleborsa) – Al termine del 2023, l’Euronext Growth Milan (EGM) ha attratto investimenti da 143 investitori istituzionali (181 nel 2022) che, tramite 279 fondi di investimento (355 nel 2022), detengono posizioni attive per 551,2 milioni di euro (in netto calo dai 943 milioni di euro del 2022). Di questi, il mercato vede coinvolti principalmente fondi europei, con una netta predominanza di quelli italiani (37,6% del totale). Altri paesi significativamente coinvolti risultano essere la Francia e la Svizzera, rispettivamente con il 17,9% e il 10,4% del totale dei fondi analizzati. È quanto emerge dal report “Euronext Growth Milan: Companies and Investors Analysis” di Integrae SIM.
Come prevedibile, i fondi italiani, oltre ad essere i più presenti e attivi sul mercato EGM, sono anche quelli che registrano un controvalore delle partecipazioni detenute più elevato, con 300,8 milioni di euro investiti al termine del 2023 (vs 330 milioni di euro a fine 2022), pari al 54,6% del totale del valore delle partecipazioni analizzate. Seguono la Francia, che con i propri fondi è responsabile di investimenti per complessivi 76,9 milioni di euro (13,9%, vs 146,1 milioni di euro nel 2022) e il Regno Unito, che detiene posizioni attive per 36,4 milioni di euro (vs 104,8 milioni di euro nel 2022). Tra i paesi extra-europei invece, i più importanti risultano essere gli Stati Uniti, con un controvalore totale degli investimenti pari a 2,7 milioni di euro. La netta diminuzione degli investimenti da UK e USA, secondo Integrae SIM, è riconducibile ad alcuni delisting e market transfer di alcune società di dimensioni rilevanti avvenuti nel 2023.
I 279 fondi che hanno investito nell’EGM possono essere suddivisi in 6 categorie: Open-ended Funds, Close-ended Funds, Pension Funds, Exchange Traded Fund (ETF), Private Funds, e Hedge Funds. Tra queste, il 97,1% dei fondi sono organizzati come Open-end funds e sono responsabili di investimenti con un controvalore pari a 512,1 milioni di euro. Seguono i Pension funds, con investimenti per un controvalore complessivo di 30,2 milioni di euro, di cui 29,9 milioni di euro riconducibili all’attività di un fondo pensionistico norvegese.
Del totale fondi, i primi 50 per dimensione rappresentano il 77,9% del totale, con un controvalore totale delle partecipazioni pari a 429,1 milioni di euro. Al primo posto c’è ARCA Economia Reale Equity Italia di Arca Fondi SGR con 44,52 milioni di euro per 43 investimenti, seguito da Mediolanum Flessibile Sviluppo Italia di Mediolanum Gestione Fondi SGR con 30,65 milioni di euro per 47 investimenti e The Government Pension Fund – Global di Norges Bank Investment Management con 29,90 milioni di euro per 12 investimenti.
Osservando il comportamento dei fund advisor (account) che gestiscono i fondi attivi nell’EGM, si trova al primo posto Arca Fondi SGR con un controvalore delle proprie partecipazioni a 58,72 milioni di euro e 3 fondi, Mediolanum Gestione Fondi SGR con 57,92 milioni di euro e 2 fondi, AcomeA SGR con 38,98 milioni di euro e 5 fondi.
Analizzando, invece, la rilevanza degli investimenti nelle società dell’EGM all’interno del portafoglio dei 279 fondi analizzati, i primi fondi per percentuale del proprio portafoglio investita nelle società del mercato EGM sono con l’83,4% Atomo SICAV – Made in Italy (di Bayes Investments), con il 77,5% MainTower SICAV – Amaranto Italian Market (di Lemanik Invest) e New Millennium SIF – AIM Sistema Italia (di Banca Finnat Euramerica) con il 64,2%.
Dall’analisi emerge che solo pochi fondi (9% del totale) hanno partecipazioni in 20 o più emittenti, mentre la maggior parte dei fondi (72,4%) ha posizioni attive in meno di 5 società.
Il report evidenzia come non ci sia nessun settore in grado di catalizzare la maggior parte degli investimenti. Tuttavia, le società dei settori Consumer Discretionary, Industrials e Technology raccolgono la maggior parte delle attenzioni, rappresentando mediamente il 22,2%, il 17,5% e il 16,2% del totale delle partecipazioni detenute dai fondi. Un dato interessante è la predilezione dei fondi extra-europei per il settore Energy, che investono in media il 50% del proprio portafoglio in tale settore (vs 2,2% dei fondi italiani).
L’analisi si è poi focalizzata sulle preferenze degli investitori in termini di capitalizzazione di mercato delle società in cui investire. Emerge una netta preferenza per le società con capitalizzazione superiore a 50 milioni di euro (75,2%), con la fetta maggiore (34,8%) nella fascia 100-200 milioni di euro. Per tutte e tre le tipologie di investitori (fondi italiani, europei e extra-europei) il cluster di capitalizzazione di mercato più apprezzato sia quello tra i 100 e 200 milioni di euro. La maggioranza degli investimenti dei fondi internazionali nell’EGM (39%) interessano società con Market Cap superiore a 100 milioni di euro, le quali compongono solamente il 12,1% del mercato EGM. Gli investitori extra-europei, a differenza degli altri, non investono in media in società con capitalizzazione inferiore a 30 milioni di euro.