(Teleborsa) – Dopo un saldo ancora positivo nel 2024 (21 quotazioni contro 11 delisting), le dinamiche del mercato Euronext Growth Milan (EGM) sono peggiorate nel 2025: con 16 quotazioni contro 17 delisting da inizio anno, l’EGM registra la sua prima crescita netta negativa dall’inizio, poiché i delisting hanno già superato il totale dell’anno scorso, evidenziando un ulteriore deterioramento dell’appeal del mercato. È quanto emerge dall’analisi trimestrale dell’EGM, il mercato di Borsa Italiana dedicato alle PMI ad alto potenziale di crescita, condotta dal Team Analisi e Ricerca di Banca Profilo.
“Le basse valutazioni, la liquidità limitata e l’aumento dei costi di conformità hanno spinto un numero sempre maggiore di aziende a delistarsi, sostenendo lo slancio dell’M&A: dopo 16 OPA nel 2023-24, il trend è proseguito nel 2025, con 9 transazioni andate a buon fine”, si legge nel documento.
Ciononostante, EGM rimane il principale canale borsistico per la raccolta di capitale in Italia: da inizio anno si sono registrate 16 nuove quotazioni (15 tramite collocamento privato, per un valore di 87,4 milioni di euro con una media di 5,8 milioni di euro, e 1 Direct Listing), a fronte di zero IPO su altri segmenti di Borsa Italiana.
Le dimensioni del mercato di EGM mostrano una notevole inversione di tendenza dopo un prolungato trend al ribasso: la capitalizzazione di mercato totale ha raggiunto gli 11,2 miliardi di euro a fine ottobre (rispetto ai 9,4 miliardi di euro a fine 2024 e ai 9,1 miliardi di euro a fine aprile), con una capitalizzazione di mercato media in aumento a 54,0 milioni di euro (rispetto ai 45,8 milioni di euro a fine 2024). Tuttavia, questo mercato rimane dominato dalle small cap: l’87% delle società ha una capitalizzazione di mercato inferiore ai 100 milioni di euro (88% a fine 2024) e il 55% inferiore ai 25 milioni di euro (invariata rispetto all’anno precedente).
L’attività di IPO è “gradualmente migliorata”, scrivono gli autori del report (Francesca R. Sabatini – Head of Equity Research, Enrico Luca, Equity Research Analyst, Michele Calusa – Equity Research Analyst). Da inizio anno sono state completate 16 IPO, con solo 3 operazioni superiori ai 10 milioni di euro. Sebbene i proventi medi (5,8 milioni di euro) rimangano inferiori agli 8 milioni di euro registrati nel 2024, il divario tra media e mediana si sta riducendo – 4,6 milioni di euro da inizio anno nel 2025 contro una mediana di 3,7 milioni di euro nel 2024 – indica una distribuzione più sana delle dimensioni delle operazioni e un miglioramento più ampio e strutturale dell’attrattività del mercato.
Sebbene le dimensioni dell’EGM siano aumentate, sono “ancora poche – decisamente troppo poche – le aziende che soddisfano le soglie qualitative in termini di dimensioni, redditività e flottante” per essere considerate vere e proprie “perle” del mercato. Solo 3 aziende presenti all’EGM (IWB, Racing Force e Redelfi) presentano 100 milioni di euro di fatturato o capitalizzazione di mercato, un margine EBITDA superiore al 10% (con utile netto positivo) e almeno il 30% di flottante. A fine ottobre: ??solo 41 società hanno generato un fatturato o una capitalizzazione di mercato superiori a 100 milioni di euro nell’anno fiscale 2024 (20% del totale); 94 avevano un margine EBITDA nell’anno fiscale 2024 di oltre il 10% e un utile netto positivo (45% del totale); 63 avevano un flottante superiore al 30% (30% del totale).
Negli ultimi cinque anni, l’attività di M&A tra le società di EGM è cresciuta costantemente, raggiungendo il picco record di 109 operazioni nel 2024. La dinamica è proseguita nel 2025, stabilendo nuovi record nel primo e nel terzo trimestre con rispettivamente 25 e 29 operazioni. “Questo trend sostenuto conferma EGM come uno dei segmenti più dinamici del mercato italiano, con una crescita sempre più trainata da acquisizioni strategiche”, si legge nella ricerca.
La liquidità nel segmento, a lungo una debolezza chiave, sta “mostrando i primi segnali di miglioramento“. Negli ultimi 12 mesi, il 71% delle società ha scambiato meno dello 0,1% della propria capitalizzazione di mercato, rispetto al 74% del 2024, mentre negli ultimi 3 mesi il controvalore medio giornaliero scambiato è salito a 41,2 mila euro dai 40,5 mila euro dell’ultimo report di Banca Profilo. Da inizio anno, il controvalore medio mensile è stato di 159 milioni di euro fino alla fine del terzo trimestre. A ottobre, il controvalore è schizzato a 283 milioni di euro nonostante l’assenza di catalizzatori eccezionali sui mercati globali, suggerendo un potenziale cambiamento strutturale, probabilmente legato agli afflussi iniziali del Fondo Nazionale Strategico Indiretto (FNSI).
Nel primo semestre del 2025 è stato lanciato FNSI, promosso dal MEF e gestito da CDP. La partecipazione dei fondi italiani è stata finora limitata. La scadenza per le sottoscrizioni è stata prorogata a giugno 2026 e la scadenza è fissata a dicembre 2032. Si prevede che ciascun fondo partecipante raccoglierà in media tra 50 e 100 milioni di euro, pari al 49% dell’investimento totale, mentre la quota rimanente sarà fornita da FNSI. Almeno il 70% di ciascun fondo deve essere investito in PMI italiane non finanziarie e non appartenenti all’indice FTSE MIB. Ulteriori regole includono: un singolo investimento non può superare il 10% del capitale sociale della società e non più del 5% nell’offerta pubblica iniziale; l’offerta primaria dell’IPO non deve essere inferiore a 10 milioni di euro o, se inferiore, un flottante post-IPO di almeno il 20% e una capitalizzazione di mercato di almeno 50 milioni di euro entro 45 giorni dalla quotazione.
Nel primo semestre del 2025, il 59% delle aziende EGM ha registrato una crescita positiva del fatturato su base annua (leggermente inferiore al 61% nell’anno fiscale 2024), mentre la crescita media del fatturato è accelerata al 9%, in aumento rispetto all’8% dell’anno fiscale 2024, evidenziando un trend di crescita in rafforzamento in tutto il segmento. Dal punto di vista della redditività, il 41% delle aziende ha raggiunto un margine EBITDA superiore al 15% (rispetto al 3% dell’anno fiscale 2024), confermando il solido potenziale di guadagno del segmento.
Le stime di consenso per il 2025 e il 2026 sono state leggermente riviste al ribasso rispetto al rapporto di maggio. I ricavi medi sono ora previsti a 62,7 milioni di euro nel 2025 (+12,5% a/a) e 70,9 milioni di euro nel 2026 (+13% a/a), rispetto alle precedenti stime di 71,3 milioni di euro e 79,2 milioni di euro. L’EBITDA è previsto a 9,1 milioni di euro nel 2025 e 11,7 milioni di euro nel 2026, con margini in miglioramento al 14,4% e al 16,8%, leggermente al di sotto del precedente consensus di 10,1 milioni di euro/11,9 milioni di euro e 15,8%/16,9% di margine. “Nel complesso, la situazione rimane la stessa: dopo l’anno fiscale 2024, si prevede una crescita nel 2025-26, ma ora a livelli leggermente più moderati rispetto alle precedenti previsioni”, viene sottolineato.
