(Teleborsa) – “Abbiamo ridotto i tassi di 100 punti base fino a dicembre, lasciando il nostro tasso di riferimento a livelli moderatamente restrittivi. Nella nostra ultima riunione di gennaio, ho sostenuto la decisione di mantenere stabile il tasso di riferimento. Lo ritengo appropriato, dato che i rischi al ribasso per l’occupazione sono diminuiti, ma i rischi al rialzo per l’inflazione rimangono“. Lo ha affermato Adriana Kugler, che fa parte del Board of Governors della Federal Reserve, in un discorso alla Georgetown University di Washington DC.
“Anche il potenziale effetto netto delle nuove politiche economiche rimane altamente incerto e dipenderà dall’ampiezza, dalla durata, dalle reazioni e, soprattutto, dalle specificità delle misure adottate”, ha aggiunto.
“Andando avanti, nel considerare il tasso dei fondi federali appropriato, osserveremo attentamente questi sviluppi e continueremo a valutare attentamente i dati in arrivo e le prospettive in evoluzione”, ha sottolineato Kugler.
Secondo la funzionaria della Fed, “il quadro generale è che l’economia statunitense rimane su basi solide, con una produzione in crescita a un ritmo solido. Il prodotto interno lordo reale è cresciuto del 2,5 percento nel 2024. La spesa dei consumatori ha continuato a guidare questo ritmo solido lo scorso anno. Mentre le vendite al dettaglio hanno registrato un calo il mese scorso, i dati di gennaio sono spesso difficili da interpretare. Il maltempo e le difficoltà di adeguamento stagionale potrebbero aver influenzato la pubblicazione, e va notato che il rallentamento è avvenuto dopo un ritmo sostenuto di vendite nella seconda metà dell’anno scorso”.
“L’inflazione è diminuita in modo significativo dal suo picco a metà del 2022, sebbene il percorso continui a essere accidentato e l’inflazione rimanga in qualche modo elevata – ha spiegato – Le letture della scorsa settimana del BLS hanno mostrato che le pressioni sui prezzi sono persistite nell’economia a gennaio. Il nostro indicatore di inflazione preferito presso la Fed, l’indice dei prezzi delle spese per consumi personali (PCE), sarà pubblicato la prossima settimana. Sulla base dei dati dell’indice dei prezzi al consumo e dell’indice dei prezzi alla produzione di gennaio, si stima che l’indice PCE sia avanzato di circa il 2,4 percento su base 12 mesi a gennaio. Escludendo i costi di cibo ed energia, si stima che i prezzi core siano aumentati del 2,6 percento. Tali letture mostrano che c’è ancora molta strada da fare prima di raggiungere l’obiettivo del 2 percento del FOMC”.
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