(Teleborsa) – “Data la stabilità del nostro mandato in ambito occupazionale, con il tasso di disoccupazione ancora a livelli storicamente bassi, elevate aspettative di inflazione a breve termine e un’inflazione dei beni in aumento a causa della pressione al rialzo dei dazi, ritengo opportuno mantenere il nostro tasso di riferimento al livello attuale per un certo periodo. Questa politica monetaria ancora restrittiva è importante per mantenere ancorate le aspettative di inflazione a lungo termine”. Lo ha affermato Adriana Kugler, che fa parte del Board of Governors della Federal Reserve, all’Housing Partnership Network Symposium presso Washington DC.
Kugler vede una pressione al rialzo sull’inflazione derivante dalle politiche commerciali e prevede “ulteriori aumenti dei prezzi nel corso dell’anno. Pur monitorando gli sviluppi delle politiche in molti settori, continuo a considerare gli sviluppi commerciali come i principali fattori trainanti delle prospettive economiche degli Stati Uniti”.
Ha fatto notare che “sia l’inflazione generale che quella di fondo non hanno mostrato progressi negli ultimi sei mesi. Mentre l’inflazione di fondo dei servizi è diminuita rispetto alla fine dello scorso anno, l’inflazione di fondo dei beni ha recentemente spinto al rialzo l’inflazione“.
“Ritengo che un’inflazione di fondo dei beni più stabile rifletta già in parte la trasmissione dell’aumento dei dazi, come dimostrato da una ricerca condotta dalla Fed – ha detto Kugler – Inoltre, i dati CPI e PPI pubblicati negli ultimi due giorni mostrano che gli aumenti dei prezzi dei beni di fondo sono stati più generalizzati nel mese di giugno. Sebbene molti analisti si aspettassero un aumento più rapido e netto dell’inflazione complessiva, ci sono molte ragioni per ritenere che gli effetti più ampi dei dazi siano ancora in corso. In primo luogo, le imprese hanno accumulato scorte in vista degli aumenti tariffari previsti, il che consente loro di continuare a vendere beni a prezzi pre-tariffari. In secondo luogo, dati i numerosi cambiamenti nelle politiche tariffarie in atto, le imprese potrebbero non aver ancora trasferito i dazi più elevati sui prezzi di vendita, in attesa di maggiore chiarezza. In terzo luogo, le imprese, soprattutto quelle più grandi, potrebbero anche essere in attesa di conquistare quote di mercato da altre che aumentano i prezzi prima. In quarto luogo, l’attuale contesto di aspettative di inflazione a breve termine ancora elevate rende più facile per i lavoratori cercare salari più alti e per le imprese applicare prezzi più elevati, il che potrebbe aumentare la persistenza degli aumenti dei prezzi in futuro. In quinto luogo, le aliquote tariffarie potrebbero aumentare ulteriormente, come si è visto nelle nuove tariffe reciproche proposte per diversi paesi e nei nuovi dazi sul rame introdotti la scorsa settimana, esercitando un’ulteriore pressione al rialzo sui prezzi”.