(Teleborsa) – Nessuna sorpresa dalla FED che lascia i tassi invariati in una forchetta fra il 5,25% e il 5,50% ma apre la porta a un possibile taglio dei tassi di interesse (forse) già a settembre, nell’ultimo meeting prima delle elezioni americane. Nessun impegno definitivo ma la banca centrale evidenzia ulteriori progressi sull’inflazione mettendo l’accento sulla continua forza del mercato del lavoro, dove il tasso di disoccupazione è salito ma “resta basso”.
“Siamo attenti ai rischi” sia sul fronte dei prezzi sia sul lavoro, ovvero su ambedue gli obiettivi del suo doppio mandato, la massima occupazione da un lato e la stabilità dei prezzi dall’altro. Lasciandosi le mani libere sulle sue prossime mosse, Jerome Powell si garantisce la flessibilità necessaria per eventualmente posticipare, se necessario, l’attesa riduzione del costo del denaro a novembre, quando la riunione cade subito dopo le elezioni.
Per un taglio dei tassi serve una “maggiore fiducia” su un calo sostenibile dell’inflazione verso l’obiettivo del 2%, ha spiegato la Fed nel comunicato diffuso al termine della due giorni di riunione, durante la quale ha deciso di mantenere il costo del denaro invariato in una forchetta fra il 5,25% e il 5,50%, ai massimi da oltre due decenni. Decisione presa ignorando il pressing di tre senatori democratici che, capitanati da Elizabeth Warren, hanno chiesto in una lettera un taglio immediato del costo del denaro. “Sarebbe l’opposto di intervento politico”, hanno scritto a Powell osservando come i dati economici giustificassero una riduzione del costo del denaro.
Come detto, riflettori puntati sulla riunione del 17-18 settembre, di fatto riunione che precede il voto. “Non c’è nulla di deciso” su quando ci sarà un taglio, ha detto il presidente della Fed precisando comunque che una riduzione del costo del denaro è “più vicina” e settembre “potrebbe essere sul tavolo”. Una opzione, insomma. Ma non la sola.
Intanto, i mercati guardano già all’ appuntamento di Jackson Hole in programma alla fine di agosto, quando Powell dovrebbe indicare con maggior chiarezza le mosse della banca centrale.
(Foto: Salvatore Cavalli)