(Teleborsa) – Prosegue la ricerca del prossimo presidente della Federal Reserve, mentre si avvicina il prossimo incontro del FOMC, che dovrebbe finalmente procedere con un taglio dei tassi d’interesse. Il mercato del lavoro ha dato chiari segnali di indebolimento e l’inflazione è risultata in linea con le attese, avallando l’ipotesi di una svolta nel percorso di adeguamento del costo del denaro. Svolta che da tempo il Presidente Trump sta sollecitando e che il Segretario del Tesoro Scott Bessent ha invocato per risollevare le sorti di un’economia che sta anche peggio di come fosse stato ipotizzato.
Bessent ha incontrato tre “ex” della Fed
Negli ultimi giorni, Bessent ha incontrato tre ex funzionari della Fed, i due ex governatori Lawrence Lindsey e Kevin Warsh e l’ax presidente della Fed di St. Louis James Bullard. E attenderà la fine della prossima settimana, per via del silenzio imposto in occasionne dei meeting del FOMC, per ascoltare alcuni degli attuali membri della banca centrale.
Il titolare del Tesoro vorrebbe infatti aggiungere uno o due candidati alla rosa dei nomi avanzata dal Presidente Trump, tra cui compaiono l’ex governatore della Fed Kevin Warsh, il Direttore del Consiglio Economico Nazionale Kevin Hassett e l’attuale Governatore Christopher Waller.
Il Segretario al Tesoro sta prendendo in considerazione un gruppo più ampio che include 11 economisti, tra cui alcuni ex ed attuali membri della Fed ed altri esperti. Il mandato del Presidente Jerome Powell scade a maggio 2026 e, sebbene possa rimanere in carica per altri due anni come governatore, è certo che verrà sostituito nel suo attuale incarico.
Serve una riforma della politica monetaria
Bessent sta anche invocando una riforma della Federal Reserve, che consenta di alleggerire l’ingente portafoglio di bond presente nel suo bilancio, che vale 6.000 miliardi di dollari fra titoli del Tesoro e titoli garantiti da ipoteca, e che permetta alla Fed di gestire una situazione più complessa come quella attuale. “La Fed deve cambiare rotta”, ha affermato di recente Bessent, aggiungendo “il suo kit di strumenti standard è diventato troppo complesso da gestire, con basi teoriche incerte”.
D’altronde i numeri del mercato del lavoro emersi di recente non lasciano spazio a dubbi che l’economia abbia subito un chiaro deterioramento. Appena un paio di giorni fa il Bureau of Labour statistics ha corretto al ribasso di 1 milione di unità la crescita occupazionale dei dodici mesi a marzo 2025. Ed il dato segue la brusca frenata dei posti di lavoro registrata ad agosto, pari a sole 22mia unità e ben al di sotto delle attese. Dati che non vengono giustificati dai numeri dell’inflazione, usciti proprio ieri, che si conferma sotto controllo al 2,9%.