(Teleborsa) – La Federal Reserve ha lasciato i tassi di interesse fermi all’intervallo 4,25-4,50%, affermando che l’attività economica ha continuato a espandersi a un ritmo sostenuto, il tasso di disoccupazione si è stabilizzato a un livello basso negli ultimi mesi e le condizioni del mercato del lavoro rimangono solide, mentre l’inflazione rimane “piuttosto elevata”.
“L’incertezza sulle prospettive economiche è aumentata – si legge nello statement rilasciato al termine della riunione – Il Comitato è attento ai rischi per entrambe le parti del suo doppio mandato”.
Nel considerare l’entità e la tempistica di ulteriori aggiustamenti all’intervallo obiettivo per il tasso dei fondi federali, la Fed valuterà attentamente i dati in arrivo, le prospettive in evoluzione e l’equilibrio dei rischi. Inoltre, continuerà a ridurre le sue partecipazioni in titoli del Tesoro e titoli di debito e titoli garantiti da ipoteca delle agenzie. In particolare, a partire da aprile, rallenterà il ritmo del declino dei suoi titoli azionari riducendo il limite di rimborso mensile sui titoli del Tesoro da 25 miliardi a 5 miliardi di dollari; manterrà il limite di rimborso mensile sul debito delle agenzie e sui titoli garantiti da ipoteca delle agenzie a 35 miliardi di dollari.
Insieme alla decisione sui tassi, i funzionari della Fed hanno aggiornato le proiezioni economiche, declassando le prospettive per la crescita economica e aumentando quelle sull’inflazione. I funzionari ora vedono l’economia accelerare a un ritmo di appena l’1,7% quest’anno, in calo di 0,4 punti percentuali rispetto all’ultima proiezione di dicembre. La crescita del PIL è vista all’1,8% nel 2026 e 2027 (rispetto alla stima precedente di 2% e 1,9%). Per quanto riguarda l’inflazione, si prevede che i prezzi Core PCE cresceranno a un ritmo annuo del 2,8%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto alla stima precedente. Le stime per 2026 e 2027 sono invariate, rispettivamente a 2,2% e 2%.
Il cosiddetto “dot plot” della Federal Reserve, che la banca centrale statunitense utilizza per segnalare le sue prospettive per il percorso dei tassi di interesse, suggerisce che quest’anno i tagli saranno pari a 50 punti base. In particolare, nove decisori hanno previsto due tagli, rispetto ai 10 di dicembre; otto decisori ora prevedono uno o nessun taglio, rispetto ai quattro di dicembre; due decisori affermano che ci saranno tre tagli e nessuno ne prevede di più, rispetto ai cinque che avevano dichiarato tre o più tagli a dicembre.