(Teleborsa) – L’ammontare complessivo delle spese relative all’aumento di capitale di Fincantieri, colosso italiano a controllo pubblico attivo nel settore della cantieristica navale, è pari a circa 19 milioni di euro, comprensivi di spese per consulenza e spese vive. Tale ammontare corrisponde a circa il 4,8% dei proventi dell’offerta.
I proventi netti derivanti dall’aumento di capitale in opzione sono quindi stimati in 381 milioni di euro circa, derivanti da 400 milioni di euro circa rivenienti dall’aumento di capitale al netto di 19 milioni per le spese.
Le commissioni spettanti ai garanti sono ricomprese nelle spese relative all’offerta.
Fincantieri ha sottoscritto il contratto di garanzia relativo all’aumento di capitale con BNP PARIBAS, Intesa Sanpaolo, Jefferies, JPMorgan e Mediobanca, in qualità di joint global coordinators, che si sono impegnati, disgiuntamente tra loro e senza alcun vincolo di solidarietà, a sottoscrivere le nuove azioni eventualmente rimaste inoptate al termine dell’offerta in Borsa fino all’importo complessivo pari a circa 113,5 milioni di euro, pari alla differenza tra il controvalore complessivo e la quota di 285,8 milioni di euro, oggetto dell’impegno di sottoscrizione dell’azionista di maggioranza CDP Equity.