(Teleborsa) – Il totale degli asset detenuti in Treasury tokenizzati e fondi istituzionali tokenizzati ammonta a 7,8 miliardi di dollari a giugno 2025, una quota minima (meno dello 0,01%) dei fondi globali. È quanto emerge da un’analisi dell’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA).
La tokenizzazione si riferisce al processo di emissione o rappresentazione di asset in forma digitale, noti come token, utilizzando la distributed ledger technology (DLT). Il report dell’ESMA considera, per fondi tokenizzati, organismi di investimento collettivo le cui quote o azioni (ma non necessariamente gli asset sottostanti) sono rappresentate digitalmente e possono essere negoziate e registrate su un registro distribuito.
Nel rapporto viene comunque sottolineato che “i dati disponibili sulla tokenizzazione sono scarsi, il che suggerisce una bassa adozione“.
Un solo fondo, lanciato da BlackRock nel 2024 e rivolto a investitori istituzionali, rappresentava circa un terzo del totale. I fondi del mercato monetario dominano, rappresentando 8 dei 10 fondi più grandi. Il fenomeno è in crescita (+86% in valore per i primi 10 fondi da dicembre 2024) e potrebbe accelerare con lo sviluppo di soluzioni per integrare asset regolamentati on-chain, come le stablecoin conformi al MiCA nell’UE.
L’ESMA ricorda che i fondi tokenizzati offrono diversi vantaggi, tra cui una maggiore efficienza operativa e una migliore esperienza utente. L’utilizzo di un registro unificato e di contratti intelligenti può ridurre le esigenze di riconciliazione e gli errori e semplificare i processi post-negoziazione, con potenziali risparmi sui costi. Il trading on-chain 24 ore su 24, 7 giorni su 7, 365 giorni all’anno dovrebbe supportare una maggiore liquidità per gli investitori. Inoltre, il frazionamento potrebbe facilitare l’accesso a una gamma più ampia di opportunità di investimento, anche per gli investitori retail. Gli MMF tokenizzati potrebbero anche essere utilizzati come garanzia o persino come mezzo di pagamento, migliorando l’efficienza del capitale per i detentori.
BCG paragona questi vantaggi a quelli offerti dagli ETF e prevede che i fondi tokenizzati potrebbero raggiungere l’1% del patrimonio gestito totale dei fondi entro il 2030.
I fondi tokenizzati non rappresentano al momento rischi significativi, date le loro dimensioni ridotte. Tuttavia, potrebbero introdurre nuovi rischi per gli investitori o per il sistema finanziario, qualora dovessero crescere in modo significativo. I fondi tokenizzati possono introdurre un ulteriore livello di complessità e sono esposti alle fragilità operative della tecnologia sottostante: ad esempio, gli smart contract che regolano questi fondi sono soggetti a errori di codifica o attacchi. La tokenizzazione potrebbe anche esacerbare gli squilibri di liquidità tra attività e passività dei fondi, con gli investitori che si aspettano una liquidità continua per i loro token, mentre le attività sottostanti non sono sempre molto liquide.