(Teleborsa) – “Siamo dentro un momento di passaggio epocale. Lo capiremo soltanto col tempo, unendo quei puntini che oggi non riusciamo ancora a collegare. Questo vale per l’economia globale e per la nostra economia in particolare, e riguarda anche i mercati finanziari”. Lo ha affermato Federico Freni, sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze, intervenendo alla presentazione della Relazione annuale dell’OCF.
“Ogni transizione – ha spiegato – può essere vissuta come una crisi oppure come un’opportunità. Richiede uno scatto di fiducia“.
Freni ha poi richiamato il potenziale del risparmio privato italiano: “In Italia c’è un enorme patrimonio che può essere messo a valore. Mi piacerebbe che i 53 mila consulenti finanziari del nostro Paese, quando propongono un investimento, guardassero anche al suo impatto sullo sviluppo. Serve un occhio non solo al rendimento, ma anche alla direzione”.
Ha quindi sottolineato l’importanza della relazione personale tra consulente e cliente, in un contesto dove “guardarsi negli occhi, darsi la mano, spiegare con chiarezza è ancora insostituibile. Nessun algoritmo potrà mai sostituire la fiducia che nasce da un rapporto umano, specie in un Paese come il nostro, dove l’educazione finanziaria è ancora carente”.
“Non basta investire sugli indici o sui fondi bilanciati. Dobbiamo offrire ai consulenti strumenti e prodotti che permettano di investire anche in PMI, in fondi che fanno sviluppo, in iniziative che creano valore reale nel tessuto economico. Ma per farlo – ha aggiunto – servono regole e un ecosistema che lo consenta”.
Freni ha rivendicato il lavoro in corso da parte del governo: “La riforma del mercato dei capitali, il riassetto delle norme, la creazione di nuovi strumenti come il fondo dei fondi, tutto questo va nella direzione di attivare canali finora trascurati. Non è mancata la volontà: è mancato l’interesse sistemico verso questi temi”.
“Il nostro obiettivo – ha concluso – è costruire un ambiente in cui si investa non perché lo dice il governo, ma perché conviene farlo. Gli investimenti non si fanno per decreto legge: si fanno dove c’è convenienza, sicurezza, prospettiva. Noi dobbiamo garantirvi questo. In cambio mi aspetto un gentlemen’s agreement: mobilitare insieme il risparmio privato in modo sicuro, bilanciato e produttivo per il Paese. Non cresceremo più a debito: per crescere oggi servono enti e capitali pazienti, non solo liquidità. Se tra un anno saremo qui a raccontare che tutto questo è realtà, vorrà dire che abbiamo fatto un servizio non al sottosegretario di turno ma al Paese, che resta la cosa più importante”.