(Teleborsa) – “Long gold” e “long oil” per chi, in un portafoglio con un orizzonte temporale a lungo termine (superiore a 5 anni) cerca protezione per i portafogli azionari e obbligazionari, considerando la recente incapacità delle obbligazioni statunitensi di proteggere dal ribasso del mercato azionario e del rapido aumento dei costi di finanziamento negli Stati Uniti. È il consiglio di Goldman Sachs in una ricerca che considera i cosiddetti portafogli 60/40, una popolare strategia di investimento che prevede l’allocazione tra azioni e obbligazioni.
Lo shock sui Treasury
Viene fatto notare che i bond statunitensi a lungo termine non sono recentemente riuscite a proteggere dal ribasso del mercato azionario, sia all’inizio di aprile, quando l’escalation dei dazi ha causato forti preoccupazioni sulla governance economica statunitense e sul rischio di recessione, sia la scorsa settimana, quando i costi di indebitamento a lungo termine negli Stati Uniti sono aumentati vertiginosamente a causa delle preoccupazioni sulla sostenibilità fiscale.
Inoltre, non va dimenticato che rendimenti reali negativi possono verificarsi simultaneamente in entrambe le classi di attività, azioni e obbligazioni. Ciò accade in genere durante gli shock inflazionistici derivanti dall’erosione della credibilità istituzionale statunitense, che provocano un sell-off sia di obbligazioni che di azioni (come accadde negli anni ’70, quando l’inflazione esplose a seguito dell’allentamento fiscale e della subordinazione della Fed), oppure durante gli shock negativi dell’offerta di materie prime che deprimono i rendimenti azionari e obbligazionari attraverso un’inflazione più elevata e una crescita più lenta (come accaduto nel 2022).
Le argomentazioni strategiche
Goldman Sachs ha quindi riesaminato le argomentazioni strategiche per oro e petrolio nei portafogli con un orizzonte temporale a lungo termine ed è giunta a due conclusioni: in primo luogo, le allocazioni positive all’oro, che in genere coprono dagli shock di credibilità delle istituzioni statunitensi, e gli enhanced oil futures, che spesso coprono dagli shock negativi dell’offerta, sono “probabilmente ottimali nei portafogli a lungo termine”. In secondo luogo, attualmente la banca d’affari raccomanda una ponderazione dell’oro superiore al solito e una ponderazione inferiore al solito nei portafogli a lungo termine per i future sul petrolio.
Viene spiegato che l’aggiunta di oro e petrolio al portafoglio ha effetti positivi sulla volatilità e sulle perdite in periodi di forti sell-off. Gli investitori che mirano al rendimento medio annuo storico dell’8,7% di un portafoglio azionario/obbligazionario 60/40 sono riusciti a ridurre la volatilità media annua da quasi il 10% per il portafoglio 60/40 a poco più dell’8% aggiungendo oro e a poco meno del 7% aggiungendo sia oro che future sul petrolio. Gli stessi investitori sono stati storicamente in grado di ridurre le perdite previste del portafoglio a 6 mesi nel 5% dei mesi peggiori da oltre il 16% per il portafoglio 60/40 a poco meno del 10% aggiungendo oro e futures sul petrolio.
Overweight Gold
Goldman Sachs raccomanda una posizione overweight sull’oro a causa di 1) i rischi elevati per la credibilità istituzionale statunitense e 2) la domanda sostenuta delle banche centrali. In primo luogo, l’aumento del rapporto debito/PIL degli Stati Uniti, alimentato da un potenziale nuovo allentamento fiscale, solleva preoccupazioni sulla sostenibilità e i recenti post del Presidente sui social media sollevano dubbi sull’indipendenza della Fed. La ridotta indipendenza delle banche centrali ha storicamente portato a un aumento dell’inflazione. Significative perdite di credibilità delle istituzioni statunitensi potrebbero innescare una svendita prolungata sia di obbligazioni che di azioni statunitensi, come si è brevemente osservato con la recente incapacità delle obbligazioni statunitensi a lungo termine di proteggere dal ribasso azionario durante l’escalation tariffaria e le preoccupazioni sulla sostenibilità fiscale.
In secondo luogo, sebbene la diversificazione degli investitori privati dagli asset in dollari all’oro sia rimasta limitata (per ora), viene prevista una continua diversificazione in dollari da parte delle banche centrali. A seguito del congelamento delle riserve della banca centrale russa nel 2022, la domanda di oro da parte delle banche centrali è aumentata di cinque volte, in particolare da parte di quelle dei mercati emergenti che sono significativamente sottopesate in oro rispetto ai mercati sviluppati. Queste banche centrali cercano di proteggersi diversificando in oro, l’unico asset di riserva che non può essere congelato se detenuto a livello nazionale. Viene stimato che le banche centrali continueranno il loro rapido accumulo di oro per almeno altri tre anni per raggiungere i loro livelli di riserva obiettivo.
Underweight Oil
Inoltre, la banca d’affari raccomanda di stare underweight sul petrolio nei portafogli a lungo termine perché il rischio di carenze petrolifere prolungate e consistenti appare inferiore al solito nel 2025-2026. Questo rischio inferiore riflette l’elevata capacità produttiva inutilizzata, la recente volontà dell’OPEC+ di aumentare la produzione e gli ultimi due anni di forte crescita dell’offerta non-OPEC, Russia esclusa. Detto questo, viene raccomandata comunque una ponderazione positiva del petrolio nei portafogli a lungo termine sulla base dell’analisi storica e del fatto che è difficile prevedere quando sia necessario assicurarsi (ad esempio, in caso di shock del 1974 o del 2022). Inoltre, un brusco rallentamento previsto della crescita dell’offerta non-OPEC a partire dal 2028 aumenta il rischio di shock inflazionistici petroliferi in futuro.