(Teleborsa) – Con gli investimenti tematici il capitale non si divide più per settori tradizionali, ma segue i megatrend globali. Si parte da un tema, per l’appunto (ad esempio, intelligenza artificiale, transizione energetica o invecchiamento) e si selezionano aziende che ne vivono la crescita.
ETF, fondi gestiti e certificates permettono di trasformare il tema scelto in un pacchetto di titoli pronto all’uso, facile da comprare e vendere. Ogni strumento segue regole precise su quali aziende può includere e quando aggiornare il paniere.
I rendimenti possono essere interessanti, ma vanno di pari passo con oscillazioni di prezzo, costi di gestione e il rischio di entrare troppo tardi sul trend. Per questo gli investimenti tematici funzionano meglio se vengono usati come “contorno” di un portafoglio ben bilanciato.
Introduzione agli investimenti tematici: cosa sono e come funzionano?
Un investimento tematico parte dall’identificazione di un grande cambiamento globale, come la robotica, l’invecchiamento della popolazione o lo sviluppo dell’idrogeno verde. Da qui si scelgono le aziende che, nei prossimi anni, potrebbero beneficiare di questi trend.
A differenza dei fondi settoriali, che investono solo in un singolo settore (come farmaceutica o utility), un fondo tematico include aziende di settori diversi: software house, produttori di chip, fornitori di materie prime o distributori. Quello che conta non è il settore di appartenenza, ma il fatto che l’azienda sia legata al tema scelto.
Generalmente, un fondo tematico viene costruito seguendo tre passaggi:
- Scelta del tema e dei criteri di selezione: si definisce il tema e si stabilisce quanto una società deve essere legata a quel tema (di solito tra il 50% e l’80% dei suoi ricavi) per poter entrare nel portafoglio.
- Selezione e peso delle aziende: le società vengono classificate in base alla loro importanza per il tema
- Pure-play (specializzate): aziende che ottengono la maggior parte dei loro ricavi dal tema scelto.
- Core (centrali): aziende che hanno una parte significativa del business legata al tema, ma non in modo esclusivo.
- Diversificate: aziende con solo una piccola parte dei ricavi legata al tema. Spesso hanno un peso basso nel portafoglio o vengono escluse.
- Aggiornamento e ribilanciamento periodico: ogni trimestre o semestre il portafoglio viene rivisto per tenere conto di cambiamenti nei ricavi, fusioni aziendali o novità tecnologiche.
Per chi investe, capire come funziona un fondo tematico significa soprattutto controllare se quello che viene promesso corrisponde davvero a cosa c’è dentro. Per esempio, se un ETF sull’intelligenza artificiale include tra i titoli principali una grande banca, è probabile che stia seguendo più una logica di marketing che un vero legame con il tema AI.
In pratica, un buon investimento tematico deve riuscire a trasformare un trend globale di lungo periodo, come l’intelligenza artificiale o la transizione energetica, in un portafoglio concreto e facilmente negoziabile. Il vero valore di questi fondi si vede nel tempo, quando il megatrend diventa una realtà consolidata e porta crescita alle aziende più esposte.
Un po’ di numeri
Quel che è certo è che non si tratta di una moda passeggera: fra giugno 2019 e giugno 2024 il patrimonio globale dei fondi tematici è quasi raddoppiato, salendo da circa 269 a 562 miliardi di dollari, stando a dati Morningstar, malgrado la brusca correzione seguita al picco post-pandemico.
Il trend non sembra di certo arrestarsi: un report di TaylorWessing indica che nel 2024 gli investimenti del venture capital in tecnologie per la difesa in Europa hanno raggiunto 5,2 miliardi di dollari, segnando una crescita del 30% in due anni.
Inoltre, sempre stando a report Morningstar riportati dal FN London, al 31 marzo 2025, il patrimonio globale gestito da fondi tematici focalizzati su intelligenza artificiale e big data ha raggiunto 40 miliardi di dollari, segnando un incremento di oltre sette volte rispetto a cinque anni prima.
Sono numeri che rivelano un interesse sempre più crescente verso i grandi cambiamenti globali, spostando l’interesse degli investitori verso i grandi temi piuttosto che sulle singole aziende. In questo contesto, l’investimento tematico diventa uno strumento privilegiato anche per chi vuole rendere il portafoglio coerente con i propri valori.
Tipologie principali di investimenti tematici: quali sono
Gli strumenti con cui l’investitore può accedere al tema sono principalmente tre:
- ETF tematici a replica passiva: sono strumenti quotati che seguono un indice creato apposta per rappresentare il tema scelto. Piacciono agli investitori perché sono chiari nei titoli che includono, hanno costi più bassi dei fondi gestiti attivamente e si comprano e vendono facilmente in Borsa. Chi li sceglie, però, deve accettare il modo in cui l’indice è costruito e aggiornato nel tempo.
- Fondi comuni e SICAV gestiti attivamente: in questi casi è il gestore a scegliere le aziende, senza seguire regole fisse. Può quindi puntare su società emergenti, anche quando il loro legame con il tema è ancora poco visibile. Il lato negativo è rappresentato dai costi più alti e il rischio legato alle scelte del gestore. Di contro, il vantaggio è la possibilità di scoprire in anticipo nuove opportunità di crescita e di vendere i titoli che non hanno più potenziale.
- Certificati: sono strumenti finanziari che seguono un paniere tematico scelto dall’emittente. Alcuni offrono una protezione parziale del capitale o rendimenti potenziati grazie alla leva finanziaria. Attenzione, però: questi prodotti comportano il rischio che l’emittente non paghi (rischio di credito) e hanno una liquidità limitata, perché per venderli bisogna trovare una controparte sul mercato, che non sempre è disponibile.
Negli ultimi anni si sono diffusi anche i portafogli multi-tematici già pronti, offerti da robo-advisor e piattaforme di investimento online. Questi portafogli combinano diversi megatrend (come energia pulita, intelligenza artificiale, salute, ecc.) in un’unica soluzione semplice da gestire. L’obiettivo è ridurre le oscillazioni di mercato rispetto a chi investe su un solo tema. Sono adatti a chi vuole delegare sia la scelta dei temi che il ribilanciamento, pagando però un costo di gestione che copre il servizio.
C’è poi chi preferisce il metodo “fai da te”, acquistando direttamente azioni di singole aziende legate a un megatrend. In questo caso, l’investitore sceglie i titoli più esposti al tema e crea da solo il suo portafoglio. Questa soluzione offre la massima libertà e non ha costi di gestione, ma richiede competenze per analizzare le aziende, tempo per seguire il mercato e sangue freddo per sopportare periodi di forti cali senza la protezione di un portafoglio diversificato.
Nessuna di queste opzioni è intrinsecamente la “migliore”, ovviamente, perché ognuna svolge un ruolo diverso all’interno di una strategia complessiva e la scelta finale ricade sul tipo di investitore, sul suo budget e sul livello di rischio.
Tipologie di investimenti tematici: tabella di sintesi
TIPOLOGIA | COSA SONO | VANTAGGI | RISCHI |
---|---|---|---|
ETF tematici a replica passiva | Fondi quotati che seguono un indice tematico | Costi bassi, trasparenza, facile da comprare/vendere | Rigidità nella selezione dei titoli, segue passivamente l’indice |
Fondi comuni e SICAV attivi | Fondi gestiti da professionisti che scelgono i titoli legati al tema | Maggiore flessibilità e selezione anticipata | Costi più alti, rischio legato alle scelte del gestore |
Certificati | Strumenti che replicano un paniere tematico, a volte con leva o protezione parziale | Possibili rendimenti più alti o protezione del capitale | Rischio emittente, liquidità ridotta |
Portafogli multi-tematici pronti | Soluzioni preconfezionate che combinano più megatrend, gestite da robo-advisor o piattaforme | Diversificazione automatica, gestione semplificata | Costi di gestione, delega totale delle scelte |
Fai-da-te su singole azioni | Acquisto diretto di titoli legati a un megatrend scelto dall’investitore | Massima libertà, nessun costo di gestione | Richiede analisi continua e capacità di gestire la volatilità |
Rischi e benefici
Chi sceglie di investire in modo tematico cerca di ottenere alcuni vantaggi concreti. Il primo è la possibilità di rendimenti superiori: se un trend, come la mobilità elettrica, esplode nella sua diffusione, le aziende coinvolte crescono rapidamente e possono offrire maggiori profitti agli investitori.
Un altro vantaggio è la diversificazione: scegliendo temi specifici (ad esempio la sanità digitale), si investe contemporaneamente in più settori diversi, come software, apparecchiature mediche, servizi cloud o strutture sanitarie. Questo aiuta a non dipendere troppo da un singolo settore o da un unico paese.
Un terzo beneficio è poter investire in linea con i propri valori personali, ad esempio privilegiando temi legati alla sostenibilità o alla sicurezza informatica.
Infine, investire in temi di lungo periodo aiuta a mantenere una visione ampia, evitando di concentrarsi troppo sui risultati immediati e dando più importanza ai cambiamenti strutturali che avvengono in molti anni.
Investire su temi specifici porta anche dei rischi. Il più importante è la volatilità: i fondi o ETF tematici spesso puntano su poche società, molte delle quali di medie e piccole dimensioni, più sensibili alle oscillazioni del mercato. Questo significa che le perdite temporanee possono essere più profonde, e potrebbe volerci più tempo per recuperare rispetto a un investimento più ampio e diversificato.
Un altro rischio concreto è legato al timing: se si entra nel trend quando è già diventato molto popolare, si rischia di pagare prezzi troppo alti e vedere performance inferiori alle attese per un lungo periodo, in attesa che le aziende raggiungano realmente i risultati promessi.
Esiste anche il rischio della sovrapposizione involontaria: ad esempio, comprare un ETF sull’intelligenza artificiale e contemporaneamente possedere un fondo tradizionale come lo S&P 500 (che contiene già molte aziende tecnologiche) significa essere esposti due volte agli stessi titoli.
Inoltre, va tenuto presente che i prodotti tematici hanno spesso costi più elevati (come commissioni di gestione più alte) perché devono coprire spese di ricerca specifica e utilizzo di indici proprietari, riducendo quindi il rendimento finale. Se poi si utilizzano strumenti particolari come i certificati, c’è anche il rischio di controparte, ovvero il pericolo che la società che emette il prodotto vada in difficoltà e non riesca a restituire il capitale investito.
Infine, bisogna considerare il rischio regolatorio: norme ambientali, nuove leggi o incentivi fiscali possono favorire o ostacolare un trend improvvisamente, rendendo difficile anticipare gli effetti sugli investimenti.
Per minimizzare questi problemi e sfruttare al meglio i vantaggi degli investimenti tematici, è importante inserirli sempre come parte secondaria (o satellite) di un portafoglio ben diversificato, controllare regolarmente che il prodotto scelto rimanga coerente con il tema originale e mantenere aspettative realistiche sul tempo necessario per vedere risultati concreti.
Come selezionare investimenti tematici
Scegliere come investire in temi specifici significa prima di tutto capire cosa si vuole ottenere: crescita rapida, protezione dall’inflazione, investire seguendo le proprie convinzioni etiche oppure semplicemente diversificare il portafoglio?
Questa scelta determina per quanto tempo conviene investire (di solito almeno cinque anni) e quanto denaro destinare.
Ad esempio, chi vuole puntare sulla crescita aggressiva può assegnare circa il 10-15% della quota azionaria a temi innovativi. Chi invece cerca sicurezza, magari vicino alla pensione, dovrebbe investire meno e scegliere temi più consolidati, come le infrastrutture per energie rinnovabili.
È importante controllare come un fondo o ETF sceglie le aziende da includere. Alcuni richiedono che almeno il 70% dei ricavi delle società provenga dal tema scelto, mentre altri sono meno severi (25%). Più alta è la soglia, più il prodotto è coerente col tema, ma potrebbe essere anche più volatile perché investe su meno aziende.
È utile anche capire se il fondo dà uguale peso a tutte le aziende, puntando su realtà più piccole ed emergenti, oppure se privilegia le società più grandi, avvicinandosi a un indice tradizionale.
Infine, conta ogni quanto il fondo aggiorna la lista delle società: gli aggiornamenti trimestrali permettono di seguire meglio il trend, ma aumentano i costi. Quelli annuali sono più economici, ma meno reattivi.
Per scegliere bene un ETF o un fondo tematico non basta guardare il tema trattato, ma serve valutare anche quanto è solido e conveniente il prodotto stesso.
Un buon punto di partenza è preferire fondi che abbiano già una certa dimensione, ad esempio almeno 200 milioni di dollari in gestione, così da garantire maggiore stabilità e liquidità.
Bisogna poi controllare quanto costa comprare e vendere il fondo (lo spread, che dovrebbe restare sotto lo 0,30%) e quanto bene segue l’indice di riferimento (tracking error contenuto, idealmente inferiore all’1-2%, compatibilmente con la complessità del tema trattato).
Attenzione anche ai costi totali (TER): gli ETF domiciliati in Irlanda o Lussemburgo sono spesso più efficienti fiscalmente per chi investe dall’Europa. Al contrario, gli ETF americani possono avere più scambi e quindi essere più liquidi, ma chi investe dall’Europa è esposto al rischio cambio dollaro.
Se invece si sceglie un fondo gestito attivamente, oltre ai costi annuali bisogna controllare anche eventuali commissioni di performance, che possono far aumentare molto i costi quando il gestore ottiene risultati migliori del mercato.
Non bisogna fermarsi ai dati: è utile capire chi c’è dietro il fondo. Il team ha esperienza nel tema scelto? Fa ricerca approfondita? Si impegna per promuovere buone pratiche ambientali e sociali nelle aziende in cui investe?
Infine, serve controllare se il fondo aggiunge davvero qualcosa di nuovo al proprio portafoglio. Per esempio, un ETF sull’intelligenza artificiale che contiene soprattutto Nvidia potrebbe solo aumentare il peso di un’azienda che magari è già presente nel nostro ETF S&P 500.
Quali sono le tendenze emergenti nel settore
Dopo l’ondata iniziale di robotica, cybersicurezza ed energia pulita, il 2025 sta inaugurando una seconda generazione di temi che riflette tensioni geopolitiche, avanzamenti scientifici e nuove agende regolatorie.
- Difesa e sicurezza spaziale: la rincorsa ai budget NATO e il proliferare di satelliti a bassa orbita stanno spingendo ETF dedicati ai sistemi d’arma intelligenti e alle reti satellitari per telecomunicazioni militari.
- Quantum computing: la promessa di una potenza di calcolo esponenziale apre scenari in chimica, crittografia e logistica. Gli indici “pure-play” includono produttori di qubit, software di correzione d’errore e fornitori di criogenia.
- Anti-obesità e longevità: il successo commerciale dei farmaci GLP-1 ha reso il metabolismo una frontiera d’investimento, affiancata dalla ricerca su terapie anti-invecchiamento e biomarcatori dell’età biologica.
- Biodiversità e natural capital: con l’adozione del framework TNFD, fondi e ETF compensano la perdita di habitat investendo in riforestazione, agritech rigenerativa e crediti di biodiversità.
- Sustainable aviation fuel (SAF): il nuovo regolamento europeo impone una quota minima di carburante sostenibile, un catalizzatore per produttori di bio-kerosene, società di cattura CO2 e raffinatori verdi.
- Cyber-resilienza AI-driven: la combinazione di intelligenza artificiale e sicurezza informatica crea un segmento difensivo con potenziale di crescita che attrae capitali interessati a proteggere i portafogli da rischi legati alle vulnerabilità della supply-chain.
Stanno nascendo anche soluzioni più avanzate. Ad esempio, i portafogli multi-tematici, che uniscono 8-10 trend diversi e ne modificano il peso in base all’andamento dell’economia e alle valutazioni di mercato. In questo modo si cerca di ridurre i rischi legati a un singolo tema.
Infine, gli indici tematici stanno diventando più dinamici: oggi alcune piattaforme usano algoritmi che analizzano automaticamente notizie, brevetti e dati online per aggiornare in tempo reale le aziende che fanno parte di un tema.
Gli investimenti tematici sono interessanti perché permettono di puntare sui grandi cambiamenti del nostro tempo. Non sono però un modo veloce per guadagnare: richiedono tempo, attenzione e realismo, perché un megatrend può impiegare anni prima di trasformarsi in un vero profitto.
Per investire bene, è meglio inserire questi temi in piccole dosi dentro un portafoglio diversificato, controllare regolarmente i costi e verificare che non si sovrappongano ad altri investimenti già presenti. Fare questi controlli fa la differenza tra investire consapevolmente e fare semplice speculazione.