(Teleborsa) – Gli Stati Uniti potrebbero accusare i contraccolpo dell’enorme debito e dell’incertezza a scapito del dollaro, che potrebbe perdere lo status di valuta di riserva globale a favore del Bitcoin. Lo ha sentenziato Larry Fink, Ceo di BlackRock, in occasione della tradizionale lettera annuale agli azionisti, ad un soffio dal 2 aprile, giorno che lo stesso Trump ha battezzato Liberation Day, in cui ci si attende una nuova ondata di dazi contro tutti i partner degli USA.
Il dollaro soppiantato dal Bitcoin
Citando il protezionismo ed i suoi effetti disastrosi sull’economia, il finanziere ha osservato che “c’è più preoccupazione che mai” per l’economia e che lo status del dollaro come valuta di riserva a livello mondiale “non è garantito per sempre”. Se gli Stati Uniti “non tengono sotto controllo il loro debito, se i deficit continuano a crescere” – ha avvertito Fink – il dollaro “rischia di perdere quella posizione a favore degli asset digitali, come ola regina delle criptovalute” (Bitcoin).
“Il debito è cresciuto a un ritmo tre volte superiore a quello del PIL”, ha affermato il finanziere, ricordando che quest’anno “gli interessi supereranno i 952 miliardi di dollari, superando le spese per la difesa”.
La perdita di centralità del dollaro USA a favore degli asset digitali – ha poi aggiunto – implica che “il vantaggio economico degli Stati Uniti potrebbe svanire”.
La “democratizzazione” degli investimenti
Fink non ha parlato solo di economia USA e dollaro, ma ha fatto cenno anche a temi inerenti agli investimenti, proponendo una sorta di “democratizzazione” del mercato, che consenta al maggior numero di persone di investire a prodotti ad alto rendimento, avendo accesso agli investimenti privati e non solo ad asset liquidi.
A tal proposito, il Ceo di BlackRock ha ricordato che all’apertura della Borsa di Amsterdam nel 1602 – la prima della storia – la gran parte dei primi 1.143 investitori era rappresentata da ricchi (90%), ma c’era anche una piccola rappresentanza (10%) di piccoli investitori, come artigiani, commercianti e addirittura due domestiche che avevano investito i loro pochi risparmi. Fink ha ribadito che una società di gestione come BlackRock deve rivolgersi proprio a queste persone ed ha affermato che “la soluzione non è abbandonare i mercati ma espanderli. Più investimenti, più investitori: questa è la risposta”.
Il ruolo chiave degli ETF per l’Europa
E parlando appunto di una finanza più “democratica”, il Ceo di BlackRock ha indirettamente sottolineato il ruolo chiave degli ETF (Exchange traded funds), spiegando che i fondi “stanno favorendo la crescita della cultura degli investimenti in Europa“, dove solo un terzo degli investitori retail investe nei mercati dei capitali contro oltre il 60% di quelli statunitensi. Questo significa – ha affermato – che, “non solo gli europei non stanno partecipando al potenziale di rendimento offerto dai mercati, ma stanno anche perdendo opportunità di ritorni reali nel momento in cui i bassi tassi dei depositi bancari sono surclassati dall’inflazione”.
BlackRock, con la sua grande piattaforma di ETF da 1.000 miliardi di masse – ha ricordato Fink – sta lavorando attivamente con piccole banche e fintech, da poco entrate sul mercato, come Monzo, N26, Revolut, Scalable Capital e Trade Republic, per abbassare le barriera degli investimenti e creare una cultura finanziaria nei mercati locali.