(Teleborsa) – L’Opec cambia strategia e, dopo la serie di aumenti che hanno caratterizzato la seconda parte del 2025, decide di lasciare ferma la produzione di greggio, confermando i tagli decisi precedentemente, in attesa di capire quale sarà la strategia migliore per affrontare il 2026. Davanti al cartello in forma allargata (Opec Plus), che include anche la Russia, si presenta infatti un mercato pieno di incognite, caratterizzato da un eccesso di offerta e falsato anche dalle sanzioni degli USA e dell’UE alla Russia. Se infatti la “pace” in Ucraina dovesse portare alla rimozione delle sanzioni, un mare di greggio russo inonderebbe l’Europa, facendo crollare ancora le quotazioni, già molto basse.
Cosa ha deciso l’Opec
Il 40° meeting ministeriale Opec e non-Opec, riunitosi in presenza a Vienna, ha deciso di mantenere il mercato petrolifero e l’attuale livello di produzione stabili, fino al 31 dicembre 2026. Una decisione attesa, secondo gli analisti di ING.
Nello stesso tempo, il cartello ha confermato il mandato al Comitato di monitoraggio, che dovrà riunirsi ogni due mesi, con l’assistenza del Segretariato OPEC, per esaminare attentamente le condizioni del mercato petrolifero globale ed i livelli di produzione. Il Comitato potrà tenere riunioni aggiuntive o indire una riunione ministeriale OPEC e non-OPEC in qualsiasi momento per affrontare gli sviluppi del mercato,.
I Paesi OPEC, in sostanza, hanno dato parere favorevole al meccanismo flessibile sviluppato dal segretariato OPEC, per valutare la capacità produttiva massima sostenibile per i singoli membri del cartelli, da utilizzare quale riferimento per definire i livelli di produzione nel 2027.
Il meccanismo, secondo gli analisti di ING, “potrebbe certamente portare a disaccordi tra i membri, con alcuni paesi desiderosi di garantire basi di produzione più elevate”, ma almeno per ora, appiana le divergenze fra l‘Arabia Saudita, che punta ad aumentare la produzione, ed i Paesi del cartello che non riescono a produrre di più e vorrebbero prezzi più alti come Nigeria ed Angola.
Il cartello ha infine ribadito l’importanza di garantire piena conformità alle decisioni assunte ed aderire al meccanismo di compensazione e si è dato appuntamento per il 7 giugno 2026.
Confermati tagli volontari per il 1° trimestre 2026
Questo significa che gli otto membri che compongono l’Opec Plus che hanno precedentemente aderito ai tagli volontari – Arabia Saudia, Russia, Iraq, Emirati Arabi, Kuwait, Kazakhstan, Algeria e Oman – e che negli ultimi mesi stavano gradualmente ripianando la produzione, hanno concordato di mantenere l’attuale livello fino a tutto il primo trimestre 2026.
Nel deriva che il blocco, che il mese scorso aveva incrementato la produzione di 137 mila barili, conferma il mantenimento dei residui tagli produttivi per 3,24 milioni di barili.
Quotazioni virano al rialzo
Frattanto, il mercato petrolifero ha accordo la decisione dell’OPEC con una certa euforia, spingendo al rialzo le quotazioni del greggio. Il contratto di febbraio sul Brent guadagna l’1,73% a 63,43 dollari al barile, mentre il Ligh Crude statunitense evidenzia un incremento dell’1,84% a 59,62 usd/barile. Si tratta comunque dei minimi dell’anno, con le quotazioni che si avviano a chiudere il 2025 in calo di oltre il 16%.
(Foto: © Aleksandr Prokopenko / 123RF)
