(Teleborsa) – E’ di nuovo exploit per l’oro che si porta su nuovi massimi storici oltre la soglia psicologia dei 2.700 dollari l’oncia. Il metallo prezioso sta scambiando questa sera a 2.717,25 dollari al barile, in rialzo dello 0,90% rispetto alla vigilia, ma si avvia a chiudere la settimana con un ampio vantaggio del 3,3%. Il massimo intraday è stato toccato a quasi 2,720 dollari l’oncia.
A spingere il bene rifugio sono le preoccupazioni relative ad una escalation di tensioni in Medioriente, in seguito alla morte di Yahya Sinwar, leader del movimento islamista palestinese. Oggi si sono riuniti i leader di Stati Uniti, Germania, Regno Unito e Francia, lanciando un appello per l’immediata fine dello ostilità a Gaza.
Ad n amplificare le tensioni concorre anche l’avvicinarsi delle elezioni americane, ormai alle porte, e l’incertezza sul vincitore di questa tornata elettorale, che vede un netto testa a testa fra i due candidati.
A rivitalizzare l’oro concorre anche la politica accomodante delle banche centrali, con la BCE che ha già detto la sua, riducendo i tassi d’interesse di un altro quarto di punto. Il tasso sui depositi è ora sceso al 3,25% ed il tasso repo al 3,4%. La Fed si riunirà la prima settimana di novembre e dovrebbe annunciare un taglio dei tassi di 25 punti: secondo le indicazioni che attivano future FedWatch sul CME c’è una probabilità del 90% di un taglio di 25 punti al prossimo meeting.