(Teleborsa) – Il Consiglio di Amministrazione di Caltagirone, riunitosi sotto la presidenza di Francesco Gaetano Caltagirone, ha esaminato le circostanze richiamate nel decreto di perquisizione e sequestro notificato il 27 novembre, poste a fondamento delle indagini in corso della Procura di Milano, ribadendo la correttezza dei comportamenti del Presidente e la piena fiducia nella magistratura procedente.
In merito alle contestazioni, il Consiglio ha evidenziato l’assenza di acquisti coordinati di azioni Mediobanca tra il Gruppo Caltagirone e Delfin, richiamando la diversa tempistica ed entità degli investimenti dei due azionisti. È stato inoltre sottolineato che, nelle assemblee di Mediobanca tra il 2021 e il 2024, nella grande maggioranza dei casi i voti espressi dai due gruppi sono risultati divergenti. Quanto all’ipotesi di un obbligo di OPA, il Consiglio ha rilevato che il Gruppo Caltagirone non ha preso parte all’assemblea del 28 ottobre 2022 e che la lista sostenuta era di minoranza, quindi inidonea ad acquisire il controllo della banca.
Sono state inoltre respinte le ricostruzioni relative alla procedura di accelerated book-building del MEF su Banca Monte dei Paschi di Siena, evidenziando differenze di prezzo e volumi tra le offerte presentate, e precisato che gli esponenti del Gruppo Caltagirone non hanno partecipato alle votazioni sull’OPS di Mps.
Al fine di evitare possibili strumentalizzazioni e rafforzare i presidi di governance, il Presidente ha rinunciato ai poteri delegati per l’esercizio del voto nelle assemblee di BMPS e Assicurazioni Generali. Il Consiglio ha deliberato che le future decisioni di voto su tali partecipazioni siano sottoposte preventivamente al Comitato Amministratori Indipendenti e poi approvate dal Consiglio, secondo le procedure previste per le operazioni con parti correlate di maggiore rilevanza.
