(Teleborsa) – ENEA annuncia il progetto SASPAM-SA, che punta a potenziare le conoscenze e favorire lo scambio di know-how per produrre energia in modo sicuro e sostenibile con gli Small Modular Reactor (SMR), piccoli reattori nucleari modulari refrigerati ad acqua leggera (LWR).
Al progetto, coordinato da ENEA e co-finanziato con oltre 4 milioni di euro nell’ambito di Horizon Euratom, partecipano complessivamente 23 partner di 13 Paesi europei: per l’Italia il Politecnico di Milano, la Sapienza Università di Roma e l’azienda SinTec.
I reattori modulari refrigerati ad acqua leggera (LW-SMR) sono più avanzati rispetto a quelli ad acqua leggera di più grandi dimensioni (LWR), grazie alle attività di ricerca sviluppate negli ultimi decenni e agli anni di esperienza operativa degli LWR che hanno permesso di trovare soluzioni di sicurezza di livello superiore.
Gli LW-SMR si caratterizzano per una riduzione della potenza unitaria, dei tempi di realizzazione e del rischio economico-finanziario, oltre che da una semplificazione costruttiva e una maggiore sicurezza intrinseca, grazie all’adozione di sistemi che entrano in funzione senza necessità di intervento umano.
“I reattori SMR, disponibili e installabili in un orizzonte temporale di 5-10 anni, sono una delle principali opzioni per includere l’energia nucleare nel mix energetico dei vari Paesi e soddisfare le necessità di decarbonizzazione tra il 2040 ed il 2050”, sottolinea il coordinatore del progetto Fulvio Mascari del Dipartimento Nucleare dell’ENEA.
Per fare il punto su progressi egli SMR ad acqua, ENEA ha organizzato l’evento International Workshop on SMR Safety for a Sustainable Short-term Deployment, al quale hanno partecipato anche 16 giovani ricercatori grazie al sostegno di ENEN2Plus (European Nuclear Education Network).
“Malgrado l’aumento della sicurezza intrinseca di questi reattori, nel processo autorizzativo è obbligatoria una dimostrazione della loro sicurezza anche e soprattutto nei confronti dell’ambiente esterno – aggiunge Mascar – In questo contesto, le ricerche degli ultimi anni e la conoscenza consolidata, in termini di dati sperimentali e strumenti computazionali sviluppati e validati, costituiscono un bagaglio di conoscenze e know-how preziosissimo e fondamentale per il processo autorizzativo”.
Gli altri partner europei del progetto sono: TRACTEBEL (Belgio); INRNE e TUS (Bulgaria); JRC- Joint Research Center (Commissione europea); CNRS, IRSN e EDF (Francia); FZJ, KIT, RUB e GRS (Germania); LEI (Lituania); SURO (Repubblica Ceca); RATEN (Romania); CIEMAT (Spagna); KTH (Svezia); VTT (Finlandia); PSI (Svizzera); SSTC-NRS (Ucraina).