(Teleborsa) – C’è una coppia di imprenditori, un manager campano della telefonia e un ex chef milanese, che sta mettendo le mani su tre (più una) società quotate a Piazza Affari per far nascere una multiutility con il cuore nella telefonia. Si tratta di Ciro Di Meglio e Luca Carleo, che negli ultimi mesi hanno acquisito partecipazioni rilevanti in aziende in crisi come EEMS, Giglio Group e Netweek – tutte quotate sul mercato regolamentato Euronext Milan – procedendo contestualmente alla presentazione di piani di rilancio, elezioni di CdA fotocopia e ricorso a prestiti obbligazioni convertibili per finanziare l’uscita da situazione debitorie opprimenti, in attesa di portare a bordo nuovi partner finanziari.
L’ambizioso progetto è iniziato con l’integrazione nell’ex EEMS (oggi Ops Italia) di Pay Store, società specializzata nei servizi di telefonia mobile e proprietaria del brand OPS! Mobile, che può contare su un punto vendita a Napoli e 15 mila clienti attivi ai quali offreservizi di telefonia mobile. L’obiettivo è incrementare i punti vendita con aperture nelle principali città italiane integrando l’offerta di telefonia mobile con i servizi per la fornitura di luce e gas (EEMS prima era soprattutto un grossista di energia). La profonda conoscenza del mercato delle telecomunicazioni nazionale è assicurata da Di Meglio, che ha iniziato la carriera come agente di commercio in Wind, per poi aprire con Vodafone ben 12 negozi in tutta la Campania (anche in centri commerciali importanti), che dopo 18 anni nel gruppo britannico gli ha venduto direttamente per uscire con una buona liquidazione, investita nella nuova avventura. “Conoscendo il mondo della telefonia sia lato imprenditore che rivenditore, ho capito che c’erano delle esigenze insoddisfatte e degli spazi dove inserirsi – racconta – In particolare, questi grandi player trascurano alcuni aspetti più vicini al consumatore finale e quindi ho creato un’azienda che punta molto su questo”. Lo sviluppo, in pochi mesi, è stato importante e riconosciuto dal mercato: a fine gennaio 2025 è stato sottoscritto un accordo con Open Fiber per estendere l’offerta commerciale alla connettività in fibra ottica ultra veloce, a febbraio è stato sottoscritto un accordo con PagoPA per consentire ai clienti di pagare le bollette di luce e gas direttamente dal portale web dell’azienda, e ora Ops! Mobile ha lanciato le prime offerte di rete mobile abilitate al 5G, diventando uno degli operatori virtuali in Italia che permettono di accedere alla rete mobile di quinta generazione, e le eSIM Travel, SIM virtuali da usare all’estero evitando di utilizzare il traffico internazionale. “Il problema dei grandi player è che hanno costi enormi, con moltissimi dipendenti e infrastrutture da gestire, mentre oggi le tariffe si sono assottigliate – sottolinea Di Meglio – Noi abbiamo una squadra molto leggera (una decina di persone a Napoli e altrettante a Milano, esternalizzando invece il call center), riusciamo a contenere i costi e possiamo essere più aggressivi sul mercato“. Il mese scorso è stato approvato un nuovo piano industriale triennale, che prevede per l’ex EEMS il raggiungimento nel 2028 ricavi per quasi 15 milioni di euro, un EBITDA 1,7 milioni di euro e un risultato prima delle imposte di quasi 1 milione di euro, facendo leva sull’incremento dei clienti che sottoscrivono almeno due servizi (energia più telefonia o energia più fotovoltaico), sull’aumento dalla marginalità unitaria per cliente attraverso l’up-selling e la digitalizzazione dei servizi, sul presidio di nuove aree ad alto potenziale sia per l’energia sia per il fotovoltaico residenziale e industriale attraverso acquisizioni mirate, e sull’installazione di nuovi impianti fotovoltaici attraverso società controllate, accordi di partnership e sfruttamento d’incentivi pubblici. Ops Italia prevede di chiudere il 2025 con ricavi in significativa crescita (per effetto dell’estensione dei servizi alla telefonia) e un miglioramento della redditività (per effetto degli interventi sulla struttura dei costi), rispetto a un 2024 terminato con ricavi consolidati per 892 mila euro e una perdita per 3,6 milioni di euro.
Al rilancio di EEMS, su cui gli imprenditori stanno lavorando ormai da un anno e che dovrebbe raggiungere il breakeven già nei primi dei primi mesi del 2026, si sono aggiunte questa estate anche le operazioni su Giglio Group e Netweek. Nella prima, ribattezzata nel frattempo OPS eCom e che gestirà l’e-commerce per l’intero gruppo, è stato attuato un aumento di capitale da 3,7 milioni di euro (3,2 mediante conferimento in natura di Deva da parte di Fortezza Capital Holding, società di Di Meglio, e 500.000 in denaro) e stretto un accordo con Global Capital Investments per un prestito obbligazionario convertibile fino a 20 milioni di euro. In Netweek, in cui Fortezza Capital Holding ha acquisito il 20%, è in corso di definizione una manovra che prevede un aumento di capitale riservato di 1,5 milioni di euro da sottoscrivere entro 24 mesi e un prestito obbligazionario convertibile non inferiore a 7,5 milioni di euro. È prevista la costituzione di una newco, OPS Retail, controllata da Netweek, che avrà il compito di gestire l’attività distributiva e l’apertura di 48 negozi monomarca OPS! Mobile entro il 2030 nelle principali città e in primari centri commerciali (nel 2026 arriveranno sicuramente Milano, Roma e Firenze), con l’abbandono progressivo del comparto televisivo ed editoriale. Il piano industriale prevede al 2030 i ricavi consolidati a 1,3 milioni di euro, con EBITDA positivo dal 2027 e marginalità del 15,4% a regime.
Quando gli viene chiesto se era necessario usare ben tre società quotate per questo piano, con tutti i costi che ne conseguono, Di Meglio afferma che c’è del valore in tutte: “L’ex Giglio Group ha in pancia Omnia, una piattaforma molto importante per le vendite online che utilizza l’intelligenza artificiale e sarebbe costata molto di più fare da zero, senza contare che ci sono anche dipendenti con un know how importante e che abbiamo rilevato anche i contratti in essere. Su Netweek inizialmente era più un investimento sul lato editoriale, anche per la pubblicità da fare sul marchio, ma poi abbiamo deciso di diversificare e destinare la società allo sviluppo del retail”. Per il momento le tre società restano distinte e quotate, ma gli imprenditori non nascondono che – se il rilancio andrà secondo i piani – ci potrebbe essere in riassetto. “Uno dei nostri grandi sogni, chissà se magari ci riusciremo nel 2027, è proporre una grande fusione – dice Carleo – Intanto continuiamo a lavorare duro e cerchiamo dei partner e soci nuovi soprattutto in OPS eCom, in quanto in EEMS il business si sta riprendendo e abbiamo già individuato delle soluzioni, mentre in Netweek non c’è una situazione debitoria così preoccupante. In ogni caso, il controllo delle società continueremo a tenerlo noi e non cerchiamo player che vogliano cambiare la visione. Il gruppo Ops oggi ha un’unica visione, divisa in dipartimenti, ed entro tre anni il nostro obiettivo è ritornare in white list”.
Per il momento, assicurano i due, i fondi utilizzati per acquisire le partecipazioni rilevanti nelle tre società arrivano tutti dalle loro precedenti esperienze professionali e dalle rispettive famiglie, attive da tempo nel settore della ristorazione. Gli investimenti sono stati fatti tramite Fortezza Capital Holding, costituita a febbraio 2025 e detenuta al 100% da Di Meglio, e OPS Holding, costituita a dicembre 2024 e partecipata al 40% da LIL Finingest, controllata indirettamente dalla famiglia Carleo. Nei tre CdA sono stati piazzati Filippo Ezio Fanelli come presidente e Ciro Di Meglio come amministratore delegato e ne fanno parte anche Iana Permiakova (moglie di Luca Carleo) e Fabio Del Corno (manager con una lunga carriera alle spalle a Mediaset). Luca Carleo ha assunto il ruolo di direttore generale nelle tre società.
In attesa di portare a bordo nuovi investitori, si sta facendo un gran ricorso ai prestiti obbligazionari convertibili riservati ad un unico investitore (i cosiddetti POC non standard), su cui la Consob è intervenuta quest’anno per migliorare gli standard di trasparenza informativa e che negli anni scorsi hanno affossato le quotazioni della stragrande maggioranza delle società che li ha utilizzati, come hanno dimostrato le ricerche dell’ufficio studi di Ambromobiliare. Di Meglio e Carleo fanno notare con convinzione che gli accordi da loro siglati sono diversi a quelli che si sono visti in passato, prevedendo che chi sottoscrive le obbligazioni non converta al peggio ma al meglio, tanto che a fine 2024 hanno risolto un contratto con Negma e si sono affidati a player diversi per evitare una iper-diluizione degli azionisti. A sostegno di questa tesi, fanno notare che il titolo EEMS, l’unico che al momento si può commentare perché sulle altre due non ci sono state ancora conversioni nell’ambito dei nuovi accordi, mostra un aumento del 26% negli ultimi sei mesi (-15% da inizio anno). Quelli che abbiamo scelto sono “dei partner che sono stati vicini a EEMS e hanno sempre convertito a favore e mai a sfavore, perché uno degli accordi raggiunti è proprio quello di non affossare il gruppo – dice Di Meglio – Il POC è un mezzo per portare liquidità e non avere altri debiti in società che ne hanno già tanti, un polmone in più che serve a rimettere in moto i business”. L’ex EEMS ha sottoscritto un accordo d’investimento con GM Capital a novembre, sostituendo l’accordo con Negma del settembre 2022. OPS eCom si è invece affidata a Global Capital Investments. Si tratta di LTD britanniche su cui pressoché non esistono informazioni, ma questo non è importante secondo Carleo: “In questa fase, il POC è uno strumento essenziale per finanziare le esigenze di gestione. Nei nostri piani, il rilancio del business, sul quale stiamo concentrando le forze, ci permetterà progressivamente di generare cassa e facilitare la gestione finanziaria. Quanto alla scelta dei partner e alle modalità di esecuzione dei POC, il nostro impegno deve essere operare in modo conforme alle normative. Ed è quello che stiamo facendo”.
Uno schema di rilancio simile – investimento in equity dei due imprenditori con un accordo più consistente tramite POC – è stato proposto anche a GT Talent Group, gruppo in questo caso quotato su Euronext Growth Milan e operante nel settore dell’entertainment sportivo. Fortezza Capital Holding si è impegnata a sottoscrivere un aumento di capitale da 300 mila euro entro fine anno, mentre Global Capital Investment si è impegnata a sottoscrivere obbligazioni convertibili per un importo minimo di 1 milione di euro. Gli impegni sono sospensivamente condizionati alla riammissione delle azioni GT Talent alle negoziazioni su EGM, da cui sono sospese da maggio 2025, dopo che nei mesi precedenti il titolo si era polverizzato su difficoltà finanziarie emerse poco tempo dopo la quotazione a Piazza Affari, avvenuta a settembre 2024. Il rilancio appare al momento complesso, visto che sostanzialmente le attività della società sono ferme, e nelle ultime settimane c’è stata una fuga di advisor da GT Talent, che è attualmente in CNC. Sono infatti arrivate la rinuncia all’incarico da parte della società di revisione BDO per il mancato pagamento dei corrispettivi, le dimissioni del consigliere Fabio Del Corno e la risoluzione del contratto da parte dell’EGA CFO SIM, che aveva portato la società in Borsa, per “divergenti opinioni emerse, tra l’altro, riguardo alle modalità di comunicazione al mercato”.
“Noi non ci siamo tirati indietro e la nostri proposta è ancora lì“, sottolinea Carleo, secondo cui per il gruppo Ops “il vero interesse è nell’entertainment, perché noi lavoreremo molto con la pubblicità. Stiamo già parlando con grossi player della televisione come Mediaset e Sky, grazie anche all’esperienza di Fabio Del Corno (ex direttore delle produzioni di infotainment in Mediaset, ndr), perché nel 2026 dovremo investire in pubblicità. Quindi guardando a GT Talent, se avessimo uno sfogo di pubbliche relazioni derivante dal format televisivo sponsorizzato Ops, con migliaia di clienti che vanno a provare le auto in pista, potremmo avere nuove persone da approcciare con la nostra offerta. Penso che nella nostra integrazione verticale di gruppo possa funziona alla grande, perché il format di GT Talent è straordinario”. “L’operazione non è quindi assolutamente saltata” nonostante il fuggifuggi delle ultime settimane e Carleo è convinto che “se arrivasse un nuovo EGA e un nuovo revisore probabilmente la musica cambierebbe”.
Resta da vedere se GT Talent diventerà la quarta gamba del gruppo, che oggi è focalizzato sul rilancio delle tre società in portafoglio ed esclude nuove operazioni straordinarie su altre quotate. I due imprenditori credono che ci sia molto valore inespresso nel gruppo e si dicono al lavoro per farlo emergere. Un esempio, è Pay Store, che è un po’ l’anima tecnologica di tutta l’offerta. La società, che a febbraio ha ricevuto un prestito di 3,5 milioni di euro da Banca Progetto, “è il motore un di Ops e di recente abbiamo anche ricevuto offerte da altri player del settore che erano interessati ad acquistarla, ma non è mai stata nostra intenzione venderla”, dice Di Meglio, secondo cui l’espansione del gruppo potrebbe non fermarsi ai confini nazionali: “Oggi siamo focalizzati solo sull’Italia, ma stiamo guardando anche all’estero, ad esempio alla possibilità di entrare come operatori virtuali in Spagna e Francia, anche se oggi è prematuro. Nel momento in cui saremo operativi al 100% sui negozi, sull’e-commerce e con un’offerta mobile competa, allora ci potremmo permettere di guardare anche fuori”.
