(Teleborsa) – Frena il settore del Private Equity, i cui investimenti rallentano sia in numero che in valore, forse per effetto delle crescenti preoccupazioni relative alle tensioni geopolitiche, ai dazi e a possibili guerre commerciali. E’ quanto emerge dal Rapporto “Pulse of Private Equity” di KPMG che fa il punto sulle tendenze trimestrali del settore. a livello globale e nelle principali regioni del mondo.
“L’inizio dell’anno è stato caratterizzato da un generale rallentamento del ciclo di investimenti e disinvestimenti, dovuto, tra l’altro, alla elevata volatilità macroeconomica e geopolitica attivata dalle politiche US”, commenta Stefano Cervo, Partner KPMG, Head of Private Equity, “Per quanto riguarda l’outlook – aggiunge – nonostante l’ottimismo di alcuni sull’Europa, ci sembra prevalente tra gli operatori un approccio attendista, dovuto alle notevoli incertezze di sistema”.
I numeri a livello globale
Nel primo trimestre 2025, gli investimenti globali del Private Equity, comprese le operazioni annunciate, sono scesi a 445 miliardi di dollari (-4,1% rispetto ai circa 464 miliardi di dollari del quarto trimestre del 2024 ). Se il valore delle operazioni concluse o programmate è sceso, il numero di operazioni è diminuito ancor più drasticamente da 4.960 a 3.760 (-24,2%) nello stesso arco temporale.
Stati Uniti in controtrend
Fanno eccezione le Americhe mostrano un maggiore slancio rispetto alle altre regioni, con un solido aumento degli investimenti da circa 240 miliardi di dollari fine 2024 a 287 miliardi di dollari nel primo trimestre 2025, nonostante il calo numerico del numero di operazioni da 2.350 a 1.868.
Europa e Medioriente più sacrificate
La regione EMA (Europa, Medio Oriente, Asia), invece, ha registrato nel complesso un considerevole crollo sia del valore degli investimenti, che scendono dai 170 miliardi di dollari dell’ultimo trimestre 2024 a 109,2 miliardi nel primo trimestre 2025, sia del numero di operaizoni, che passa da 2.184 a 1.555 operazioni. Solo nella regione Asia Pacifico gli investimenti nella sono cresciuti
leggermente, pur rimanendo molto contenuti sia in termini di volumi sia di deal, passando da 29 miliardi di dollari in 288 operazioni nel quarto trimestre 2024 a 37,5 miliardi di dollari e 226 operazioni nel primo trimestre 2025.
I settori che attirano più investimenti
Il settore TMT (Tecnologia, Media e Telecomunicazioni) ha attratto la quota maggiore di investimenti del Private Equity per un valore complessivo di 117,4 miliardi di dollari, seguito dal settore industriale con 66,4 miliardi di dollari e dall’Energia e risorse naturali con 61,5 miliardi di dollari, anches e queste ultime hanno superato nel solo primo trimestre i totale degli investimenti del 2024. Infrastrutture e trasporti, nel frattempo, hanno registrato 44,4 miliardi di dollari di investimenti solo nel primo trimestre del 2025, quasi la metà dei 90,6 miliardi di dollari di quelli registrati durante tutto il 2024.
L’outlook resta prudente
Nel secondo trimestre 2025 l’attività di Private Equity potrebbe essere ancora modesta. I primi segnali del secondo trimestre 2025 . sottolinea KPMG – hanno evidenziato l’intensità dell‘incertezza legata alle politiche tariffarie statunitensi di nuova attuazione, con cambiamenti che si verificano su base frequente. Le preoccupazioni per gli impatti e le azioni di ritorsione potrebbero congelare l’operatività dei Private Equity fino a quando non ci sarà maggiore certezza sulle strategie tariffarie. I settori che hanno un’elevata esposizione al rischio dei dazi subiranno il peso maggiore di qualsiasi contrazione da parte degli investitori di PE, tra cui il manifatturiero, le scienze della vita, i beni di consumo e la vendita al dettaglio. Altre aree più isolate e resilienti ai dazi attireranno probabilmente la maggior parte dell’attività di investimento, compresi i servizi alle imprese, la sanità e le infrastrutture.