(Teleborsa) – Il cosiddetto Bonus IPO, ovvero il credito d’imposta per la quotazione di piccole e medie imprese in Borsa, sarà prorogato fino al 2027, secondo quanto emerge dalla Manovra. Previsti 6 milioni per l’anno 2025 e 3 milioni per ciascuno degli anni 2026 e 2027.
Si tratta della prima volta dalla sua introduzione nel 2018 che il Bonus IPO viene prorogato per un orizzonte temporale maggiore di un anno. Ogni anno gli operatori di mercato si trovano infatti a dover fare pressing su parlamentari e Governo per vedere prorogata una misura che ha favorito in maniera decisiva le IPO su Euronext Growth Milan (EGM), il mercato di Borsa Italiana dedicato alle PMI ad alto potenziale di crescita.
Il credito d’imposta sostiene le PMI che decidono di quotarsi in un mercato regolamentato o in sistemi multilaterali di negoziazione di uno Stato membro dell’Unione europea o dello Spazio economico europeo. Le imprese possono richiedere un credito d’imposta pari al 50% dei costi di consulenza sostenuti, fino a un massimo di 500.000 euro.
Dall’introduzione, nel quadriennio di applicazione 2018-2021, l’incentivo fiscale sui costi di quotazione ha favorito oltre 90 IPO con un utilizzo complessivo della misura da parte delle PM di circa 40 milioni di euro, ha fatto notare AssoNEXT (associazione delle società quotate e in via di quotazione sul mercato EGM) nella lettera mandata il mese scorso – al ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti e al sottosegretario al MEF Federico Freni – per sollecitare la proroga.
Secondo AssoNEXT, l’importanza delle PM italiane e la necessità di favorire l’accesso di queste al mercato dei capitali e sicuramente nota: la quotazione su EGM si conferma come volano di crescita e sviluppo delle piccole e medie imprese, sia grazie alle risorse finanziarie raccolte in IPO per investimenti e aggregazioni, sia per benefici che derivano dalla quotazione stessa: visibilità e credibilità, apertura del capitale a nuovi investitori e gestione passaggi generazionali, managerializzazione e migliore governance.
Il mercato EGM ha registrato un notevole sviluppo a partire dal 2016, grazie all’effetto combinato del Piani Individuali di Risparmio (PIR) e del Credito di Imposta IPO: +155% in termini di società quotate rispetto al 2016, +229% in termini di capitalizzazione rispetto al 2016. Oggi la capitalizzazione complessiva di EGM è superiore a 9,4 miliardi di euro.
Ora che la spinta positiva dei PIR si è interrotta, e anzi i deflussi da questi fondi hanno determinato un crollo della liquidità e valutazioni tra 2022 e 2023, nuova linfa dovrebbe arrivare dal lancio del Fondo Strategico Nazionale, sponsorizzato dal Tesoro e da CDP, che sfrutterà capitali pubblici (max 49%) e privati (min 51%) per investire in mid/small cap italiane su un orizzonte temporale di lungo periodo. L’importo iniziale è di 700 milioni di euro – 1 miliardo di euro.