(Teleborsa) – Dopo gli avvertimenti arrivati dall’FMI e dalla Bank of England si continua a dibattere dell’esistenza di una bolla a Wall Street, legata al settore tecnologico e, più in particolare, all’intelligenza artificiale. Se Goldman Sachs qualche giorno fa ha messo in dubbio (ma non escluso) che il mercato sia già caratterizzato da una bolla, appaiono ben più preoccupate altre importanti banche d’affari. A lanciare l’ultimo avvertimento è stato Jamie Dimon, CEO di Jp Morgan, secondo cui l’intelligenza artificiale ha fatto confluire “un sacco di soldi” sui titoli legati all’AI, che hanno raggiunto valutazioni record insieme al mercato, ma parte del denaro investito “probabilmente” andrà perduto.
Jamie Dimon teme una correzione “significativa”
Il numero uno di Jp Morgan Jamie Dimon non nasconde la possibilità di scoppio di una bolla sul modello di quella delle dot-com nel 2000. “Prendiamo l’intelligenza artificiale, ci stanno investendo un sacco di soldi. L’intelligenza artificiale è reale e nel complesso darà i suoi frutti. Proprio come le automobili e le TV hanno dato i loro frutti. Ma la maggior parte delle persone coinvolte non ha avuto successo”, ha spiegato Dimon in una intervista alla BBC.
Il finanziere vede oggi “maggiori probabilità di un calo significativo delle azioni” in un arco di tempo che va da sei mesi a due anni e afferma di essere “molto più preoccupato di altri” rispetto alla probabilità di una “correzione significativa” del mercato azionario.
Avvertimenti anche da FMI e Bank of England
Anche la direttrice del FMI Kristalina Georgieva ha messo in guardia dai rischi di sopravalutazione delle azioni legate all’AI. “Stimolati dall’ottimismo sul potenziale di miglioramento della produttività dell’intelligenza artificiale, i prezzi delle azioni globali stanno aumentando”, ha affermato Georgieva, avvertendo “se si verificasse una brusca correzione, condizioni finanziarie più restrittive potrebbero frenare la crescita mondiale“.
Anche per la Bank of England i prezzi dei titoli legati all’AI sono troppo alti, vicini a picco della bolla delle dot-com. La Banca centrale britannica, in occasione della pubblicazione delle minutes dell’ultimo incontro di politica monetaria, ha avvertito che il rischio di una “brusca correzione del mercato” è aumentato, osservando che le valutazioni appaiono eccessive, in particolare per le aziende tecnologiche focalizzate sull’intelligenza artificiale. “La quota di mercato dei primi 5 membri dell’S&P 500, vicina al 30%,- ha evidenziato la BoE – è più alta che in qualsiasi altro momento degli ultimi 50 anni”.
Goldman non vede lo scoppio imminente di una bolla ma…
I timori per una potenziale bolla si sono intensificati nelle ultime settimane, dopo che le big dell’intelligenza artificiale quali Nvidia e OpenAI hanno annunciato accordi di finanziamento, che hanno fatto sorgere il dubbio che i principali attori del settore possano continuare a sostenere il mercato. Grandi aziende tecnologiche come Meta, Microsoft e Amazon hanno speso centinaia di miliardi di dollari in data center e infrastrutture per sviluppare e potenziare l’intelligenza artificiale, e hanno stanziato centinaia di miliardi di dollari per ulteriori investimenti.
Le valutazioni di queste poche ed altre aziende hanno ripetutamente aggiornato i record storici e soprattutto il mercato appare alquanto concentrato su poche aziende. Secondo Howard Silverblatt, analista senior degli indici S&P Dow Jones, sette titoli – Alphabet, Amazon, Apple, Meta, Microsoft, Nvidia e Tesla – rappresentano il 55% dei guadagni dell’S&P 500.
Anche secondo Goldman Sachs questi fattori testimonierebbero l’esistenza di una bolla, anche se la banca d’affari non vede un rischio immediato.