(Teleborsa) – Il primo sciopero della storia del Gruppo Borsa Italiana (parte del gruppo Euronext) “ha visto un’adesione ampia, con picchi importanti soprattutto nei servizi tecnologici”, ed è stato caratterizzato da “uffici vuoti, terminali spenti e telefoni che squillavano a vuoto”. Lo affermano i sindacati, dopo lo stop di due ore avvenuto ieri dalle 15,30 a fine turno.
“Nonostante le tecnologie più avanzate, l’azienda ha toccato con mano cosa significa dover rinunciare, sia pure per due ore, al valore più prezioso di cui può disporre e che non può essere quotato su alcun listino: i propri dipendenti”, si legge in una nota di Fabi, First Cisl e Fisac Cgil.
Le organizzazioni sindacali “tornano a ribadire le proprie rivendicazioni in tema di salario, orario, occupazione, governance e relazioni sindacali, e, forti del supporto ricevuto dai lavoratori, richiamano l’azienda e tutti gli attori coinvolti a fornire il loro contributo responsabile per uno sblocco positivo della vertenza”.
Lo sciopero era stato indotto per la mancanza di garanzie per la tenuta occupazionale dei lavoratori del gruppo, la chiusura aziendale a non corrispondere l’assorbimento dell’ad personam previsto dal contratto collettivo nazionale di lavoro, per un’organizzazione del lavoro che vede ormai consueto ricorso al lavoro straordinario e, infine, per la progressiva perdita di autonomia direzionale del gruppo.
“Rispettiamo la decisione dei nostri colleghi che hanno scelto di partecipare allo sciopero indetto dai sindacati, e li ringraziamo per la compostezza che hanno dimostrato – ha detto Euronext – Vogliamo rassicurarli che mantenere un dialogo aperto e costruttivo rimane una priorità per noi. Le nostre persone sono una componente fondamentale del successo di Euronext non solo in Italia, ma in tutta Europa. Per questo motivo, intendiamo fare tutto il possibile per migliorare ulteriormente la qualità del confronto e trovare le migliori soluzioni possibili con i rappresentanti sindacali di ciascuna azienda”.
“Il nostro organico in Italia è aumentato di oltre 100 unità negli ultimi anni – ha aggiunto il gruppo finanziario paneuropeo – L’Italia è al centro dei principali progetti di crescita di Euronext, come dimostrato dall’investimento nella nostra piattaforma comune Optiq, dal trasferimento del nostro data center a Bergamo, dall’internalizzazione della nostra tecnologia e dall’espansione delle attività di Settlement e Clearing in tutta Europa”.
Il ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), su indicazione del ministro Adolfo Urso, ha nei giorni scorsi convocato per mercoledì 3 luglio alle ore 13:15, a Palazzo Piacentini, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali afferenti al personale di Borsa Italiana. Dopo il tavolo con i sindacati, il ministero convocherà nella settimana successiva anche i rappresentanti di Borsa Italiana.