(Teleborsa) – “Con i mercati finanziari che continuano a ritoccare i massimi, un’economia mondiale che il Fondo Monetario vede sempre in crescita del 3%, tutte le nubi che giornalmente vengono “raccontate” sembrano doversi per forza dissolvere“. Lo si legge nella nota sui conti di Tamburi Investment Partners (TIP), fondata da Giovanni Tamburi.
“Anche l’ultima trovata di analisti e media, sulla presunta (o effettiva?) bolla degli investimenti poco redditizi nell’intelligenza artificiale sembra fare il solletico ai trend degli indici – viene osservato – I dazi di Trump da una parte vengono pesantemente ridimensionati, dall’altra digeriti in modo del tutto opposto rispetto all’allarmismo di qualche mese fa, quando sembrava che la recessione a causa loro dovesse essere imminente. I rischi geopolitici sembrano attenuarsi”.
“A fronte di tutto questo il rendimento del treasury americano resta altissimo, confermando che le spinte dell’amministrazione americana sulla Fed hanno avuto solo un effetto formale, non certo sostanziale, ma più che altro segnalando una progressiva, evidentissima perdita di fiducia dell’intera economia mondiale verso gli Stati Uniti; in parallelo il voto municipale interno dei giorni scorsi sembra seguire più il feeling diffuso a livello internazionale che gli input dell’autoritarismo interno. Anche il dollaro di recente si è un po’ rafforzato ed ha smentito le cassandre che mesi fa lo vedevano in una deriva ineluttabile. L’oro sale ancora ma a tratti perde, in pochi giorni, gran parte di quello smalto che veniva dipinto come trend inarrestabile”.
Guardando all’Italia, secondo TIP “la legge finanziaria per l’ennesima volta non aiuta le imprese e, se dovessero essere confermati i provvedimenti sui dividendi, scoraggerebbe ulteriormente gli investimenti sia da parte dei risparmiatori che degli investitori professionali e le necessarie ricapitalizzazioni e/o aggregazioni delle aziende, più volte auspicate, se ne andrebbero in soffitta. Chissà come mai un governo che avuto il coraggio di creare un Ministero per le Imprese ed il Made in Italy non fa praticamente nulla per rendere più efficiente ed attrattivo il triangolo tra risparmi, imprese e mercati, dove invece potrebbe generare tanto extra gettito e più che altro ulteriori consensi”.
Guardando al proprio “orto”, TIP dice che “con così tante società, tra le maggiori nostre partecipate, che anche nei nove mesi del 2025 riescono a mettere il segno più davanti ai dati di fatturato, c’è da essere molto ma molto soddisfatti, visto soprattutto il contesto generale”.
“Seppoi si pensa che pochi giorni fa alcuni dei più importanti investitori al mondo – va ribadito, al mondo – si sono messi in fila per partecipare al round di Bending Spoons, che TIP “cura” da ormai 7 anni, essendo stata tra i primi ed i maggiori investitori istituzionali ed avendo ribadito con convinzione la propria partecipazione praticamente ad ogni round in tutto il periodo, una punta di orgoglio non può non emergere nelle nostre considerazioni – viene osservato – Anche perché nessuna società italiana in qualche modo assimilabile aveva mai raggiunto una valutazione così elevata”.
“Considerando inoltre che Bending Spoons era – in ottima compagnia con Alpitour, Azimut Benetti, Beta, Chiorino, Dexelance, Eataly, Limonta, Vianova ed altre – una delle molte società da noi presentate al TIP DAY di un anno fa come possibile futura IPO, si è veramente contenti, più che soddisfatti di aver dato vita ad un gruppo industriale diversificato, solido e pieno di autentiche eccellenze ben posizionate e proiettate verso il futuro – si legge ancora – Un vero unicum per il Paese Italia che oggi conta oltre 100.000 dipendenti, un fatturato aggregato che nel 2025 arriverà a oltre 25 miliardi e con 5 miliardi di Ebitda, sempre aggregato, 1,7 miliardi di risultato netto e con un debito finanziario complessivo bassissimo di circa 0,6 miliardi”.
Viene spiegato che “quasi tutte le società del gruppo continueranno, nel ’25 e nel ’26, a valutare acquisizioni, joint venture, combinazioni societarie accrescitive di valore in quanto permeate dal nostro DNA, fondato sul desiderio di accelerazione della crescita ben al di là dei rispettivi competitori, ma anche perfettamente consce delle diffuse difficoltà di altre imprese che, soffocate dai troppi debiti da leverage aggressivi o non sufficientemente pronte a livello strategico, dovranno per forza trovare aggregazioni sinergiche“.
Tamburi torna a esprimere “delusione” sull’andamento del titolo TIP: “Per noi del tutto inspiegabile, ancor più adesso con i target price degli analisti che ci coprono di recente tutti aumentati. Ma evidentemente una vera public company non può sottrarsi a questo genere di giudizi.
“Stiamo inoltre lavorando ad una semplificazione del gruppo per renderlo ancor più chiaro e leggibile, continuiamo a fare buy back in maniera decisa e, sempre in ottica di semplificazione, considereremo l’ipotesi di proporre di cancellare parte delle azioni proprie accumulate, ormai arrivate a circa l’11,8% del capitale – viene aggiunto – Infine, dato l’esercizio che, salvo problematiche che si materializzino nelle prossime settimane, si sta prospettando molto buono, con il nostro consueto approccio market friendly, valuteremo attentamente anche l’ipotesi di proporre alla prossima assemblea eventuali incrementi, anche sostanziosi, nella distribuzione del dividendo“.
