(Teleborsa) – Unicredit non riuscirà a rilevare Commerzbank e crescere in Germania senza l’approvazione dell’operazione da parte del governo tedesco. Lo conferma uno studio di Scope Ratings, l’agenzia di rating europea, a cura dell’analista Alessandro Boratti, che si dice “scettico” sul fatto che l’aumento della partecipazione in Commerzbank ad un soffio dalla soglia di OPA del 30% “segnali un tentativo immediato di acquisizione”.
Unicredit non risulta esposta nei confronti di Commerzbank e la copertura della sua partecipazione – per il 9% diretta e per il 12% in derivati – le garantisce la possibilità di valutare ogni opzione (mantenimento della quota, aumento della partecipazione o vendita di quote). Dal momento che il governo tedesco è stato apertamente critico nei confronti di UniCredit, Scope Ratings ritiene che “questo approccio cauto appare sensato” e ricorda che “le fusioni possono creare valore attraverso le sinergie di costo, mentre gli accordi ostili possono erodere qualsiasi beneficio, soprattutto di fronte alla resistenza della società target che del suo governo”.
Un’acquisizione di Commerzbank da parte di UniCredit – sottolinea ol’0agenzia – non costituirebbe una transazione transfrontaliera e la logica finanziaria si baserebbe sulle sinergie derivanti dalla fusione tra Commerzbank e la connazionale HypoVereinsbank (HVB) controllata da UniCredit. “Continuiamo a credere che la logica del consolidamento interno superi la logica dei grandi accordi internazionali. – afferma Boratti – Senza una piena unione bancaria europea, le limitate sinergie di capitale e di finanziamento continueranno a limitare i benefici degli accordi transfrontalieri, che offrono anche minori ricavi e benefici in termini di costi”.
D’altro canto, UniCredit eserciterà una “influenza sostanziale” su Commerzbank e potrà agire come azionista di blocco, condizionandone la strategia. Anche da un punto di vista puramente finanziario, l’investimento di UniCredit potrebbe rivelarsi utile, poiché Commerzbank ha aumentato la sua autonomia e migliorato le sue prospettive come entità indipendente.
UniCredit potrebbe poi adottare un approccio attendista, magari cercando il sostegno delle istituzioni europee, che si sono già espresse a favore del consolidamento transfrontaliero. Il rapporto di Mario Draghi sul futuro della competitività europea è stato l’ultimo a chiedere ai maggiori attori paneuropei di contrastare il predominio delle banche statunitensi in diversi segmenti del mercato bancario europeo. AInoltre, UniCredit potrebbe anche cercare di ammorbidire l’opposizione politica, creando una holding quotata in Germania.
Dal punto di vista di UniCredit, la fusione tra HVB e Commerzbank presenta numerosi vantaggi strategici: l’entità che nascerebbe da una aggregazione diventerebbe la seconda banca tedesca dopo Deutsche Bank; l’operazione porterebbe significative sinergie di costo; q ueste efficienze potrebbero derivare da una riduzione della sovrapposizione delle reti di filiali delle due banche, soprattutto nelle città più grandi della Baviera e della Germania; migliorerebbe l’efficienza operativa di Commerzbank, in modo simile a quanto ottenuto da HVB negli ultimi trimestri; UniCredit prenderebbe anche il controllo di mBank, la filiale polacca di Commerzbank, permettendole di rientrare nel più grande mercato CEE dopo essere uscita durante la fase di ristrutturazione; la dimensione internazionale di UniCredit aumenterebbe e la Germania diventerebbe il mercato più grande del gruppo.