(Teleborsa) – Supportare le Piccole e Medie Imprese nella raccolta e produzione di informazioni attinenti agli impatti ambientali, sociali e di governance (ESG), per facilitare il dialogo con le banche sui temi della sostenibilità. È questo l’obiettivo del “Documento per il dialogo di sostenibilità tra PMI e Banche” elaborato dal Tavolo per la Finanza Sostenibile, promosso e presieduto dal MEF, e composto da Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Ministero delle Imprese e del Made in Italy, CONSOB, Banca d’Italia, IVASS e COVIP. Il Documento ha preso forma al termine di un processo di consultazione pubblica fortemente partecipato, si legge in una nota.
Il contesto normativo europeo, profondamente rinnovato nell’ultimo decennio, richiede che le imprese quotate di maggiori dimensioni, e le istituzioni finanziarie, dispongano di informazioni chiare ed affidabili sugli aspetti ambientali, sociali e di governance (ESG). Le PMI non quotate non sono soggette a tali obblighi informativi, eppure si trovano già a fronteggiare richieste di informazioni sulle questioni connesse alla sostenibilità, provenienti sia da grandi imprese committenti che da banche e intermediari finanziari.
Il Documento, vuole offrire a questa categoria di imprese, solitamente meno preparate e organizzate per la raccolta delle informazioni sugli ESG, un supporto concreto per migliorare il proprio posizionamento concorrenziale, valutare meglio i rischi, pianificare gli investimenti, aumentare la resilienza a shock energetici e climatici, e accedere così più facilmente a finanziamenti privati e a fondi e garanzie pubbliche.
Il Documento per il dialogo di sostenibilità tra PMI e Banche (consultabile sul sito del Dipartimento del Tesoro) è il risultato di una intensa ed estesa interlocuzione fra il Tavolo per la Finanza Sostenibile, esperti del settore, consulenti incaricati nell’ambito del programma Technical Support Instrument, finanziato dalla Commissione Europea, e i 61 stakeholder che hanno partecipato alla consultazione pubblica su un documento iniziale pubblicato lo scorso giugno.
Il testo recepisce le osservazioni pervenute divenendo più snello e più chiaro. In particolare, gli esiti della consultazione hanno prodotto una riduzione degli indicatori da 45 a 40, una riorganizzazione delle sezioni principali e una semplificazione delle informazioni più complesse. Nello specifico, è stata prevista la possibilità per l’impresa di fornire stime qualitative, come ad esempio per le informazioni relative alla Tassonomia, e le procedure di calcolo, per talune informazioni, sono state affidate alla banca, come nel caso degli indicatori relativi alle emissioni di gas serra. Sempre in un’ottica di semplificazione è stata eliminata un’informazione relativamente al fatturato annuo da settori ad alto impatto climatico e sono state rimosse alcune informazioni ritenute eccessivamente complesse per una PMI, ad esempio sul rischio di transizione, o non pienamente funzionali all’interazione con la banca, come nel caso delle spese operative allineate alla Tassonomia UE.
Il Documento infine valorizza meglio gli aspetti di governance, quelli connessi alle certificazioni ambientali e le politiche che l’impresa mette in atto a beneficio dei lavoratori e del territorio in cui opera e favorisce la standardizzazione delle richieste da parte delle banche.
(Foto: Priscilla Du Preez su Unsplash)