(Teleborsa) – Quest’anno le prove INVALSI hanno coinvolto circa 1 milione di allievi e allieve della scuola primaria (classe II e classe V), circa 570MILA studenti e studentesse della scuola secondaria di primo grado (classe III) e più di 1 milione di studenti e studentesse della scuola secondaria di secondo grado. Nonostante gli elevati numeri di studenti e studentesse partecipanti, di classi e di scuole coinvolte, le prove si sono svolte regolarmente con tassi di copertura molto elevati, vicini al raggiungimento di tutta la popolazione destinataria delle prove stesse.
“I risultati dei test Invalsi mostrano un importante miglioramento sin dalla scuola primaria. Questi segnali di miglioramento vengono per alcuni temi particolarmente delicati che ci hanno visto sempre in fondo alle classifiche internazionali e vedono l’inizio di una svolta” ha detto il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, commentando i dati dell’indagine Invalsi alla Camera dei deputati.
I risultati della scuola primaria
Per quanto di modesta entità, si riscontrano prime indicazioni di una inversione di tendenza dei risultati in Italiano e Matematica delle allieve e degli allievi di II primaria. Nonostante gli esiti siano ancora significativamente meno buoni di quelli registrati nel 2019 e nel 2021, si evidenzia una lieve ripresa per quanto riguarda la Matematica che, se confermata in futuro, potrebbe segnare l’inizio della ripresa in un grado scolastico così importante. È infatti in crescita rispetto al 2023 la percentuale di allievi e di allieve che raggiungono almeno il livello base. In Italiano circa il 67% (era il 69% nel 2023 e il 73% nel 2022) raggiunge almeno il livello base (almeno la fascia 3); in Matematica circa il 67% (era il 64% nel 2023 e il 71% nel 2022) raggiunge almeno il livello base (almeno la fascia 3).
L’andamento degli esiti di V primaria è piuttosto differenziato in base alla disciplina, ma prevalgono le note positive rispetto a quelle meno favorevoli. Ad eccezione dell’Italiano dove i risultati sono stabili, in Matematica e soprattutto in Inglese si riscontra una inversione nell’andamento dei risultati, con una crescita statisticamente significativa per entrambe le prove di Inglese. In Italiano circa il 75% (era il 74% nel 2023 e l’80% nel 2022) raggiunge almeno il livello base (almeno la fascia 3); in Matematica circa il 68% (era il 63% nel 2023 e il 66% nel 2022) raggiunge almeno il livello base (almeno la fascia 3). Anche i risultati d’Inglese sono nuovamente in crescita dopo il calo del 2023. Il 95% (era l’87% nel 2023, il 94% nel 2022) degli allievi e delle allieve raggiunge il prescritto livello A1 del QCER nella prova di lettura (Reading), mentre nella prova di ascolto (Listening) è l’86% di allievi e allieve (erano l’81% nel 2023 e l’85% nel 2022) a raggiungere il prescritto livello A1 del QCER. Si riscontra ancora una differenza dei risultati tra scuole e tra classi più accentuata nelle regioni meridionali, specie per quanto riguarda la Matematica e la prova di Listening. Ciò significa che la scuola primaria nel Mezzogiorno fatica maggiormente a garantire uguali opportunità a tutti, con evidenti effetti negativi sui gradi scolastici successivi. Già a partire dal ciclo primario si evidenzia una considerevole differenza di opportunità di apprendimento in Matematica che si riverbera anche sui gradi scolastici successivi e interamente a svantaggio delle regioni meridionali.
I risultati della scuola secondaria di primo grado
La prova CBT (Computer Based Testing) per la III secondaria di primo grado (grado 8) consente di fornire gli esiti mediante livelli crescenti di risultato (da 1 a 5 per l’Italiano e la Matematica e da pre-A1 ad A2 per l’Inglese). Si può ritenere adeguato rispetto ai traguardi delle Indicazioni nazionali il livello 3 per Italiano e Matematica. Per l’Inglese il livello A2 è esplicitamente previsto dalle Indicazioni nazionali per la scuola secondaria di primo grado. Come era avvenuto nel 2023, anche i risultati del 2024 confermano che si è fermato il calo in Italiano e Matematica riscontrato tra il 2019 e il 2021, ma purtroppo non si riscontra ancora un’inversione di tendenza. Gli esiti di Inglese (sia listening sia reading) sono invece in netto miglioramento. A livello nazionale gli studenti e le studentesse che raggiungono risultati almeno adeguati, ossia in linea con quanto stabilito dalle Indicazioni nazionali, sono: Italiano 60% (-2 punti percentuali rispetto al 2023); Matematica 56% (invariato rispetto al 2021, 2022 e al 2023); Inglese Reading (A2), 82% (+2 punti percentuali rispetto al 2023 e +4 punti percentuali rispetto al 2022 e + 6 punti percentuali rispetto al 2021); Inglese Listening (A2), 68% (+3 punti percentuali rispetto al 2023, +6 punti percentuali rispetto al 2022 e +8 punti rispetto al 2021). Dall’inizio della rilevazione (2018) è aumentata di ben 14 punti percentuali la quota di allievi e allive che raggiungono il prescritto A2 in Listening. I divari territoriali rimangono molto ampi. In alcune regioni del Mezzogiorno si riscontra un maggior numero di allievi e allieve con livelli di risultato molto bassi. In particolare, solo il 48% degli studenti e delle studentesse della macro-area Sud raggiunge almeno il livello 3 in Matematica e tale percentuale scende drammaticamente al 39% nel Sud e Isole. Si confermano, in parte ampliate, forti evidenze di disuguaglianza di opportunità di apprendimento nelle regioni del Mezzogiorno sia in termini di diversa capacità della scuola di attenuare l’effetto delle differenze socio-economico-culturali sia in termini di differenze tra scuole e, soprattutto, tra classi.
I risultati della scuola secondaria di secondo grado
Le prove sono costruite per fornire risultati su una scala unica per Italiano, Matematica e Inglese (solo per l’ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado) in funzione dei traguardi previsti dalle Indicazioni nazionali/Linee guida. Le prove sono costruite in modo tale da fornire a ciascun allievo e allieva la possibilità di raggiungere i risultati più alti, senza che tale possibilità sia preclusa sulla base dell’indirizzo di studio frequentato. Per la II secondaria di secondo grado (nel 2020 e nel 2021 le prove non si sono svolte a causa della pandemia): in Italiano il 62% degli studenti e delle studentesse (-1 punto rispetto al 2023; -4 punti percentuali rispetto al 2022 e -8 punti rispetto al 2019) raggiunge almeno il livello base (ovvero il livello 3). Le differenze tra l’Italia centro-settentrionale e quella meridionale rimangono consistenti, anche se si osserva un preoccupante calo nel Nord Ovest e nel Centro; in Matematica il 55% degli studenti e delle studentesse, risultati invariati rispetto al 2013 (+1 punto percentuale rispetto al 2022 e 7 punti percentuali rispetto al 2019), raggiunge almeno il livello base (ovvero il livello 3). La distanza nei risultati tra Centro-Nord e Mezzogiorno si riduce di qualche punto percentuale poiché solo le due macro-aree meridionali migliorano leggermente rispetto al 2023. Tuttavia, la quota di allievi e di allieve che raggiungono almeno il livello 3 si riduce ulteriormente nel Sud rispetto al grado 8, passando dal 48% al 44%, evidenziandosi una vera e propria emergenza nell’apprendimento della Matematica.
Ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado
I risultati delle prove INVALSI al termine della scuola secondaria di secondo grado evidenziano un apprezzabile miglioramento rispetto agli anni passati in tutte le discipline osservate. In Italiano il 56% degli studenti e delle studentesse (+5 punti rispetto al 2023, +4 punti rispetto al 2022) raggiunge almeno il livello base (ovvero il livello 3). Il divario massimo tra Nord e Sud scende dai 23 punti del 2023 ai 21 punti del 2024; in Matematica sembra intravedersi un leggero miglioramento con il passaggio al 52% (dopo tre rilevazioni stabili al 50%) della quota di allievi e di allieve che raggiungono almeno il livello 3. Il divario massimo tra Nord e Sud scende dai 31 punti del 2023 ai 27 punti del 2024, ancora molto ampio, ma comunque in miglioramento; in Inglese il 60% degli studenti e delle studentesse raggiunge i traguardi (B2 per l’istruzione tecnica e liceale e il B1+ per quella professionale) nella prova di Reading (+4 punti percentuali rispetto al 2023) e il 45% in quella di Listening (+3 punti percentuale rispetto al 2023). Soprattutto per la prova di Listening la differenza della quota di allievi e di allieve che raggiunge i traguardi prescritti è di 31 punti percentuali tra il Nord e il Mezzogiorno.
Le diseguaglianze che non emergono senza dati disponibili per ciascuno studente e ciascuna studentessa
Negli ultimi anni è aumentata la sensibilità collettiva verso il problema della dispersione scolastica poiché essa rappresenta l’anticamera di gravi e severi fenomeni di marginalità economica e sociale. Nonostante i valori della dispersione scolastica siano ancora alti, l’Italia ha conseguito risultati molto importanti passando da oltre il 25% all’inizio del secolo al 10,5% del 2023, dato recentemente reso pubblico da ISTAT. Inoltre, in base ai dati INVALSI è possibile stimare che se si prendono in considerazione solo le prime età di riferimento (18-20 anni) per il calcolo della dispersione scolastica (18-24 anni) non solo può considerarsi raggiunto il traguardo posto dal PNRR per il 2025 (10,2%), ma è da ritenersi molto vicino anche quello identificato dalla Commissione europea per il 2030 (9%). Tuttavia, l’attenzione deve essere rivolta non solo a coloro che abbandonano la scuola ma anche a tutti i e le giovani che la terminano senza avere le competenze di base attese. La disponibilità di dati censuari sugli apprendimenti, confrontabili su base nazionale, permette di individuare gli studenti e le studentesse che, pur non essendo dispersi in senso formale, terminano però il percorso scolastico senza aver acquisito le competenze fondamentali; quindi a forte rischio di avere limitate prospettive di inserimento nella società come gli studenti e le studentesse che non hanno concluso la scuola secondaria di secondo grado. Tale forma di dispersione scolastica è stata definita dispersione scolastica implicita o nascosta.
Nel 2019 la dispersione scolastica implicita si attestava al 7,5%, per salire al 9,8% nel 2021, forse anche a causa di lunghi periodi di sospensione delle lezioni in presenza. Nel 2022 si era già osservata una leggera inversione di tendenza sia a livello nazionale, passando al 9,7% (-0,1 punti percentuali), sia a livello regionale. Tale tendenza ha poi trovato conferma nel 2023 in cui la dispersione scolastica implicita si è attestata all’8,7%, quindi in ulteriore calo. Grazie al generalizzato miglioramento degli esiti delle prove dell’ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado, nel 2024 la dispersione scolastica implicita scende al 6,6% e solo in due regioni italiane (Campania e Sardegna) rimane sopra il 10%. A livello nazionale, quindi, la dispersione scolastica implicita raggiunge il valore più basso da quando è iniziata la sua rilevazione (2019).