(Teleborsa) – SIMEST, società del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti per l’internazionalizzazione delle imprese, si è aggiudicata la certificazione per la parità di genere (UNI/PdR 125:2022), che conferma l’impegno a favore di un ambiente di lavoro sempre più attento all’equità e all’inclusione.
Un riconoscimento che si inserisce nella più ampia strategia a favore della diversità, equità e inclusione (DE&I), attraverso l’implementazione di specifici programmi per il cambiamento culturale aziendale, in coerenza con gli obiettivi del Piano Strategico 23-25, e in linea col percorso già intrapreso da CDP nell’ambito di una strategia complessiva definita a livello di Gruppo.
La certificazione – ottenuta in precedenza anche da Cassa Depositi e Prestiti – è stata rilasciata dall’ente Bureau Veritas Italia sulla base di una valutazione che ha considerato specifici indicatori in relazione a 6 macro-aree: cultura e strategia; governance; processi hr; opportunità di crescita ed inclusione delle donne in azienda; equità remunerativa per genere; tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro.
“La certificazione sulla Parità di Genere conferma l’importante lavoro svolto nel corso di questi anni per costruire un ambiente di lavoro equo, in grado di dimostrare a ciascuna persona l’importanza della propria unicità, e includendo nel contesto professionale, senza alcun pregiudizio, ogni diversità”, ha spiegato Valeria Borrelli, Responsabile Persone e Organizzazione di SIMEST, aggiungendo “abbiamo dato avvio a una serie di attività che hanno concretamente contribuito a modificare il contesto in senso maggiormente paritario. Si tratta di un impegno importante che continueremo a perseguire anche negli anni a venire, lavorando sulla nostra cultura aziendale per generare quell’impatto positivo necessario alla crescita sostenibile della società”.
Le iniziative implementate da SIMEST hanno avuto un impatto diretto su numerosi processi HR: Recruitment, Carriera, Equità salariale, genitorialità e Cura, Work-life balance, prevenzione abusi e molestie. A ciò si affianca l’impegno per la riduzione del “gender pay gap”, ossia la differenza salariale legata al genere, a parità di lavoro svolto, e per garantire – attraverso un processo di selezione Blind – pari opportunità di ingresso in azienda e successivo sviluppo professionale.