(Teleborsa) – Sono sempre di più le aziende della filiera della moda che decidono di abbracciare un modello virtuoso, volto a generare un impatto positivo, scegliendo di essere Certified B Corp. Secondo i più recenti dati di B Lab Italia, l’organizzazione no-profit che coordina il movimento delle B Corp in Italia, sono oggi 18 le aziende del settore fashion, operanti nel nostro Paese, che si sono certificate B Corp: ACBC, Artknit, Back Label, Brekka, Dynamo The Good Company, Endelea, Linificio e Canapificio, Maison Cashmere, Miomojo, North Sails, OUT OF, Panchic, Peninsula swimwear, Rifò, Save the Duck, Seay, Successori REDA, Tintoria Jacchetti.
Se si guarda alle dimensioni aziendali, l’89% di queste B Corp è rappresentato da PMI: il 72% ha meno di 50 dipendenti, mentre il 17% occupa tra i 50 e 250 lavoratori. Solo 3 B Corp, pari alll’11% del totale, superano i 250 dipendenti. In totale, queste aziende impiegano oltre 1.800 persone.
A livello regionale, l’83% delle B Corp del settore del fashion sono concentrate nel Nord Italia, mentre il restante 17% si trova nel Centro Italia. In particolare, la Lombardia si conferma la Regione con il maggior numero di B Corp certificate, con un totale di 9 imprese, seguita dal Piemonte, con 3 imprese certificate, e da Toscana e Veneto, in cui si contano rispettivamente 2 imprese.
Le B Corp nel settore della moda si distinguono non solo per la loro eccellenza produttiva, ma in particolar modo per l’impegno verso la sostenibilità e la responsabilità sociale: esse trovano nell’ambiente la vera innovazione tecnologica da cui partire per promuovere un reale cambiamento positivo nella filiera. L’80% di queste si distingue per l’impegno nei confronti della tutela dell’ambiente, con particolare attenzione alla conservazione della fauna selvatica e del suolo e la riduzione di inquinanti e tossine ambientali. In particolar modo, tra queste aziende, tutte adottano processi di produzione e generazione di servizi finalizzati a ridurre l’utilizzo di risorse naturali e limitare gli scarti destinati alle discariche, ad esempio attraverso l’adozione di materiali riciclati e applicazioni energeticamente efficienti. Il restante 20% si distingue per il proprio impegno a livello sociale, volto a generare impatti positivi sulla catena di fornitura, spesso integrando nel modello produttivo le comunità delle località in cui operano.
Diversi sono i modelli di business virtuosi e sostenibili promossi dalle aziende B Corp del settore fashion: dalla realizzazione etica delle collezioni finalizzata alla valorizzazione di talenti e imprenditori per la promozione dell’artigianato locale, alla creazione di percorsi sostenibili di indipendenza economica per rifugiati, donne e le loro famiglie, fino alla realizzazione di capi di alta qualità interamente realizzati in fibre naturali, cruelty-free, riciclate o di scarto.
“La filiera della moda è l’eccellenza italiana che ha radici profonde nel nostro sapere artigianale. Le aziende B Corp di questo settore sono la rappresentazione del saper fare che crea valore partendo dagli impatti positivi per l’ecosistema naturale, l’ambiente, le comunità e le persone che ci lavorano. Queste organizzazioni hanno scelto la strategia dell’innovazione fondendola con la filosofia B Corp. Come B Lab Italia celebriamo e supportiamo questi percorsi imprenditoriali più sensibili alle tematiche rigenerative, una caratteristica tipica del nostro Paese”, ha commentato Anna Puccio, Managing Director di B Lab Italia.
L’Italia continua a rappresentare un Paese particolarmente virtuoso in termini di innovazione verso la sostenibilità e sempre più aziende si stanno impegnando in un percorso di trasformazione per diventare B Corp. Un continuo impegno e una crescita che non si arresta: a giugno 2024, infatti, il movimento italiano delle B Corp è arrivato a contare 292 B Corp che occupano oltre 25.000 persone in 74 industrie diverse, generando un fatturato che supera i 14 miliardi di euro.