(Teleborsa) – Il Piano di ripartenza di Acciaierie d’Italia è al centro della riunione fra governo e sindacati sull’ex Ilva di Taranto, presieduta dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, che ha preso il via questa mattina, poco dopo le 10, a Palazzo Chigi. Presenti per il governo, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso; la ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Calderone; il ministro per gli Affari europei, per le politiche di coesione, il Sud e il PNRR, Raffaele Fitto; il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin. Per i sindacati, presenti i rappresentanti di Fiom-Cgil, Fim-Cisl, Uilm-Uil, Usb e Ugl metalmeccanici. All’incontro partecipano anche i commissari straordinari di Acciaierie d’Italia (Adi) e l’amministratore delegato di Invitalia, Bernardo Mattarella.
Aprendo il tavolo governo-sindacati sull’ex Ilva di Taranto, Mantovano ha spiegato che l’oggetto della riunione è quello di fornire un quadro di insieme alla presenza dei ministri interessati. Le questioni sono quelle già affrontate nelle scorse riunioni: concessione, prestito ponte, Piano di Ripartenza e Piano Industriale, ingresso dei nuovi soci, nonché la garanzia di occupazione, come in particolare le prospettive della cassa integrazione, sia quanto a estensione sia quanto a durata, correlata ovviamente ai piani che verranno illustrati e infine il piano di risanamento ambientale.
Il piano di cassa integrazione – ha precisato il commissario straordinario Giancarlo Quaranta – è stato pensato ed elaborato non legato al piano industriale. Quaranta ha ricordato che il piano industriale abbraccia un periodo dal 2024 al 2030, mentre il piano di cassa integrazione va da luglio 2024 a giugno 2026. Il commissario ha, inoltre, garantito, che si è al lavoro su tutte le attività di risanamento ambientale.
Sulle questioni occupazionali – ha sottolineato Calderone – è importante proseguire la fase di confronto al ministero del Lavoro, tenendo conto di quelle che sono le risorse che il ministero può mettere in atto sul lato della formazione e accompagnamento dei lavoratori. Da parte del Governo – ha garantito Calderone –, c’è massima attenzione e massimo impegno a mettere in campo le risorse individuate all’interno del Decreto Coesione.
A ieri – secondo quanto riferito da Urso – hanno aderito alla richiesta di Acciaierie 114 fornitori per un totale di crediti di euro 172 milioni lordi che corrispondono a circa 120 milioni di crediti oggetto di possibile cessione. A ieri, inoltre, avevano manifestato un interesse per la procedura di acquisto dell’azienda 6 operatori: 2 indiani, 1 ucraino, 1 canadese e 2 italiani.
“Ci aspettiamo di vedere il vero piano di risalita produttiva, il vero piano industriale. No a 5.200 lavoratori in cassa integrazione”. Con queste richieste i sindacati si sono presentati al Tavolo a Palazzo Chigi sul dossier dell’ex Ilva. Fiom, Fim e Uil chiedono di conoscere i criteri per la costruzione del bando per la cessione degli stabilimenti siderurgici. “Vogliamo avere assicurazione che il bando preveda il rilancio produttivo, salute e sicurezza ma anche – sottolinea Ferdinando Uliano della Fim – la tutela dell’occupazione. È una partita che dovrà aprirsi perché non firmiamo assegni in bianco sull’occupazione”.
Tra le condizioni della cessione, secondo Michele De Palma della Fiom, “dovrà essere garantita la presenza dello Stato nell’azienda”. E comunque, sull’intera partita “si deve aprire una discussione, quello che ci presentano non deve essere il pacchetto risolutivo”. Sul bando e sugli operatori interessati “abbiamo notizie che si accavallano. Vogliamo sapere – dice Rocco Palombella della Uilm – quanti hanno fatto un’offerta e sono realmente interessati, I 320 milioni del prestito ponte non sono sufficienti. Non firmiamo cig in bianco”.