(Teleborsa) – “Taiwan non sta derubando l’industria dei chip agli Stati Uniti. Si tratta di un malinteso da parte di Trump. I chip che realizziamo sono commissionati da aziende statunitensi, che hanno ancora il margine lordo più alto. Trump ha frainteso il ruolo di Taiwan nell’industria dei semiconduttori, potrebbe essere stato mal informato su tali questioni, e lo chiariremo”. Dopo le accuse lanciate dall’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, è arrivata ieri la replica del ministro dell’Economia di Taiwan Kuo Jyh-huei.
“Taiwan ci ha portato via il nostro business dei chip. Voglio dire, quanto siamo stupidi? Ci hanno portato via tutto il nostro business dei chip. Sono immensamente ricchi” aveva detto il candidato repubblicano alla Casa Bianca in un’intervista rilasciata lo scorso 16 luglio a Bloomberg Businessweek accusando l’industria dei chip taiwanese di aver rubato tecnologia agli?Stati?Uniti. Nella stessa intervista Trump ha, inoltre, definito “ingiusto” che Taiwan non paghi gli?Stati Uniti per la protezione dalla Cina prestata dagli Usa in questi anni.?Taiwan ha ricevuto un forte sostegno dall’amministrazione Trump nel periodo 2017-2021, comprese le vendite di armi, che sono continuate sotto il governo del presidente Joe Biden.
“Taiwan – ha replicato Kuo – contribuisce a integrare l’industria statunitense dei chip nella produzione e produce chip su commissione dell’industria statunitense”.
Le osservazioni di Trump hanno colpito le azioni della Taiwan Semiconductor Manufacturing (TSMC), il maggior produttore mondiale di semiconduttori e uno dei principali fornitori di aziende come Apple, e Nvidia. TSMC – evidenzia Reuters – sta spendendo miliardi per costruire nuove fabbriche all’estero, inclusi 65 miliardi di dollari su tre stabilimenti nello stato americano dell’Arizona, anche se afferma che la maggior parte della produzione rimarrà a Taiwan.
Le fabbriche di TSMC in Arizona – prosegue Reuters – rappresentano una parte cruciale degli sforzi dell’amministrazione Biden per potenziare la catena di fornitura di chip e garantire che gli Stati Uniti siano meno dipendenti dai chip prodotti all’estero. Nel 2022, il Congresso degli Stati Uniti ha approvato il Chips and Science Act per incrementare la produzione nazionale di semiconduttori con un programma di 52,7 miliardi di dollari in sussidi alla ricerca e alla produzione.
Attualmente TSMC intende costruire il suo terzo impianto in Giappone entro il 2030. Il Paese del Sol Levante sta, infatti, cercando di rafforzare le catene di approvvigionamento di semiconduttori, considerati una componente critica per le sue principali industrie a fronte delle crescenti tensioni tra Stati Uniti e Cina nell’area.
(Foto: Adi Goldstein on Unsplash)