(Teleborsa) – Continua la sua discesa il settore manifatturiero dell’eurozona, che resta in contrazione nel mese di settembre confermando la fase di rallentamento dell’economia europea.
Secondo l’indagine HCOB PMI-S&P Global, l’indice PMI manifatturiero a settembre 2024 è sceso a 45 punti dai 45,8 precedenti, leggermente meglio dei 44,8 punti della stima preliminare. L’indicatore dello stato di salute del settore manifatturiero si conferma però ancora al di sotto della soglia dei 50 punti, che fa da spartiacque fra recessione ed espansione. Si tratta di un “forte e accelerato peggioramento dello stato di salute delle aziende manifatturiere della zona euro. In particolare, l’indice principale è diminuito al livello minimo dell’anno in corso raggiungendo un valore inferiore alla media di contrazione degli ultimi 27 mesi”, spiega S&P Global che cura l’indagine sui direttori acquisto della Zona Euro.
L’indagine ha evidenziato inoltre che la produzione del manifatturiero dell’eurozona è crollata al tasso maggiore sinora registrato nel 2024.
A livello nazionale, il PMI in Italia è sceso a 48,3 punti dai 49,4 precedente e rispetto ai 49 del consensus. La Spagna registra invece un miglioramento a 53 punti dai 50,5 precedenti e contro i 50,2 attesi, mentre il dato della Francia si è attestato a 44,6 punti rispetto ai 44 attesi e ai 43,9 precedenti. Il PMI della Germania invece è sceso a 40,6 punti dai 42,4 precedenti, rispetto ai 40,3 indicato dagli analisti.
“È un vero peccato che la Spagna sia solo la quarta economia maggiore dell’eurozona, e sebbene abbia gestito la contrazione manifattura globale piuttosto bene, non ha la valenza necessaria per sollevare il resto della regione. Per esempio, il peggioramento del calo in Germania di settembre è troppo elevato per far sì che la spinta della Spagna possa fare la differenza. Secondo la nostra stima a brevissimo tempo, la produzione manifatturiera dell’eurozona probabilmente diminuirà di circa l’1% nel terzo trimestre rispetto all’ultimo – ha commentato Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso la Hamburg Commercial Bank -. Considerato il crollo repentino dei nuovi ordini, possiamo aspettarci un nuovo calo della produzione entro la fine dell’anno”.
“Attualmente le aziende non sono colpite solo dal calo della domanda, stanno infatti facendo i conti con i problemi relativi alla catena di distribuzione – ha aggiunto -. Tale combinazione è piuttosto insolita e, nel corso degli ultimi 30 anni, l’abbiamo osservata solo durante la pandemia. Solitamente, quando la domanda cala, le difficoltà relative alle consegne calano, ma non questa volta. Da giugno, l’indice che misura i problemi delle consegne sta diminuendo assieme a quello dei nuovi ordini e per la prima volta da febbraio le aziende hanno riportato di aver aspettato molto di più per le consegne rispetto ai mesi precedenti. Nello specifico, le attuali tensioni geopolitiche chiaramente stanno chiaramente avendo un impatto.”