(Teleborsa) – Si è svolto oggi a Milano l’evento “Scenari Macroeconomici 2025. Prospettive globali, europee e italiane“, organizzato da ING nella sua sede italiana, per discutere delle conseguenze delle politiche protezionistiche statunitensi, degli effetti delle recenti elezioni in Germania sul quadro europeo e delle specificità italiane in un contesto globale sempre più complesso.
L’incontro ha offerto una chiave di lettura aggiornata e approfondita sui principali fattori che influenzeranno l’andamento dei mercati globali e, in particolare, dell’economia europea e di quella italiana nei prossimi mesi.
Nel suo intervento, Paolo Pizzoli, senior economist di ING, ha analizzato l’impatto dei dazi sull’economia italiana, sottolineando come le nuove barriere commerciali rappresentino un fattore di disturbo per l’export e per la fiducia degli operatori economici. Relativamente ai Dazi, il danno dovrebbe però rimanere relativamente contenuto durante il 2025, con una perdita che dovrebbe oscillare tra lo 0.1% e lo 0.3% del PIL.. Tuttavia, Pizzoli ha osservato anche che alcuni elementi potranno mitigare l’effetto negativo sulla crescita, come il rallentamento dell’inflazione (in particolare quella energetica) e due attesi tagli dei tassi da parte della BCE nei prossimi mesi. Per il 2025 infatti ING prevede un rallentamento nei due trimestri centrali e una ripresa a partire dal quarto, con una crescita media annua del PIL italiano pari allo 0,6% e un’inflazione in discesa verso l’1,8%.
Permane tuttavia la fragilità del comparto industriale, ancora distante da una vera ripartenza. Secondo Pizzoli, la ripresa degli investimenti produttivi e del ciclo delle scorte richiederà una maggiore visibilità sulle prospettive commerciali, oggi offuscate dall’incertezza geopolitica. Sul fronte dei mercati finanziari, l’annuncio dei dazi ha inizialmente ampliato lo spread BTP-Bund, poi rapidamente rientrato grazie alla sospensione di 90 giorni delle misure reciproche e alla revisione al rialzo del rating sovrano italiano da parte di S&P. A sostenere i titoli di Stato italiani, anche i progressi registrati sui conti pubblici nel 2024 e l’impegno del governo a proseguire con politiche di consolidamento.
Resta centrale, tuttavia, il tema dell’alto debito pubblico, che rende necessaria una politica di avanzi primari strutturali. Una crescita economica più robusta, anche attraverso l’effettiva attuazione del PNRR, potrà aiutare a rendere più sostenibile il percorso di riduzione del rapporto debito/PIL. Secondo Pizzoli in conclusione ci troviamo in un periodo pervaso da incertezze, ma in questo contesto ha senso avere un relativo ottimismo.
Durante l’evento è intervenuto anche Carsten Brzeski, Global Head of Macro di ING, che come Pizzoli ha evidenziato segnali di ottimismo sul lungo periodo per l’Europa, nonostante un deterioramento delle prospettive a breve termine, grazie a una nuova agenda di investimenti infrastrutturali e difensivi da parte della Germania, e ad una crescente coesione europea sui temi della sicurezza. Perchè l’Euro però possa ambire a diventare una vera alternativa al dollaro, conquistando di fatto un ruolo globale, sarà necessario completare realmente il mercato unico e l’unione dei mercati dei capitali.
(Foto: Paolo Pizzoli durante l’incontro sulla situazione macroeconomica organizzato da ING)