(Teleborsa) – Mentre l’attenzione globale resta focalizzata sul conflitto tra Israele e Iran e sui rischi immediati per la sicurezza degli approvvigionamenti energetici, l’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) nel suo nuovo report Oil 2025 ha avvertito che, nel medio termine, l’offerta globale di petrolio è destinata a superare ampiamente la crescita della domanda, portando a un mercato ben rifornito ma segnato da nuove incognite.
Il rapporto prevede che tra il 2024 e il 2030 la domanda globale aumenterà di circa 2,5 milioni di barili al giorno (mb/g), raggiungendo un plateau attorno ai 105,5 mb/g. Al contempo, l’offerta mondiale salirà oltre i 114 mb/g, grazie soprattutto alla produzione di liquidi di gas naturale (GNL) e di altri liquidi non grezzi. Stati Uniti, Canada, Brasile, Guyana e Argentina guideranno la crescita dell’offerta non-OPEC, mentre l’alleanza OPEC+ ha già iniziato ad allentare i tagli alla produzione.
Tuttavia, le dinamiche che hanno dominato i mercati petroliferi negli ultimi 15 anni stanno cambiando. Gli Stati Uniti, che avevano trainato l’80–90% della crescita dell’offerta grazie allo shale oil, stanno rallentando, con le compagnie che riducono gli investimenti e privilegiano la disciplina finanziaria. La Cina, principale motore della domanda per oltre un decennio, vedrà un picco dei consumi già nel 2027, complice l’impennata delle vendite di veicoli elettrici e l’uso crescente di treni ad alta velocità e mezzi alimentati a gas naturale.
L’AIE sottolinea inoltre che i veicoli elettrici – previsti oltre 20 milioni nel 2025 – sostituiranno circa 5,4 milioni di barili al giorno di domanda entro fine decennio. A ciò si aggiunge la sostituzione del petrolio con gas e rinnovabili nella produzione energetica, soprattutto in Medio Oriente.
Dal lato della domanda, la petrolchimica diventerà il principale driver a partire dal 2026, assorbendo un barile su sei entro il 2030. Al contrario, la domanda legata ai combustibili fossili (esclusi i biocarburanti e i prodotti chimici) potrebbe raggiungere il picco già nel 2027. Questo mutamento influenzerà anche il settore della raffinazione, che si troverà a gestire una capacità in eccesso e possibili chiusure.
“Se osserviamo l’andamento del mercato petrolifero nell’ultimo decennio, assistiamo a un duplice fenomeno: grazie alla rivoluzione dello shale gas, gli Stati Uniti hanno rappresentato il 90% della crescita dell’offerta di petrolio a livello mondiale, mentre il 60% dell’aumento della domanda globale proviene dalla Cina. Ma queste dinamiche stanno cambiando”, ha dichiarato il Direttore Esecutivo dell’AIE, Fatih Birol. “In base ai fondamentali, i mercati petroliferi sembrano destinati a essere ben forniti negli anni a venire, ma gli eventi recenti evidenziano chiaramente i significativi rischi geopolitici per la sicurezza dell’approvvigionamento petrolifero. Quando si tratta di sicurezza energetica, non c’è spazio per l’autocompiacimento. L’AIE rimane profondamente impegnata a collaborare con i produttori e i consumatori di energia per salvaguardare la sicurezza energetica”, ha aggiunto.