(Teleborsa) – Le carte revolving sono carte di credito che combinano pagamento e finanziamento: ogni acquisto diventa un rimborso rateale con interessi e il plafond si ricostituisce man mano che si rimborsano le rate. A differenza delle carte a saldo, il debito non si azzera a fine mese, mentre rispetto a bancomat e prepagate consente di spendere oltre la liquidità disponibile.
Cos’è una carta di credito revolving
Una carta di credito revolving è una carta di pagamento che permette di spendere una somma messa a disposizione dalla banca. I soldi possono essere usati per fare acquisti nei negozi, online o per prelevare contanti agli sportelli.
La caratteristica principale è che non si deve restituire tutto in un’unica volta a fine mese (come nelle normali carte di credito), ma il debito viene rimborsato un po’ alla volta, con rate mensili. Ogni volta che si paga una rata, la somma restituita torna disponibile per nuovi acquisti: per questo si chiama “revolving” (cioè rotativa).
La comodità di restituire il denaro poco alla volta ha però un costo: gli interessi. Questi interessi si misurano con due indicatori principali:
- Il TAN, che rappresenta solo il tasso di interesse puro;
- Il TAEG, che è invece il costo completo del credito, comprensivo di costi aggiuntivi come commissioni, bolli, assicurazioni opzionali e altre spese.
È importante fare attenzione al TAEG perché gli interessi iniziano a essere calcolati dal momento stesso in cui si utilizza la carta, senza nessun periodo gratuito.
Come funziona la carta revolving
Una volta attivata, la carta revolving può essere utilizzata come una normale carta di credito: infatti, funziona con i principali circuiti internazionali (come Mastercard e Visa), consente pagamenti contactless, prelievi di contante ed è compatibile con i portafogli digitali come Apple Pay o Google Pay.
Ogni volta che si usa la carta, la somma disponibile (il cosiddetto “plafond“) diminuisce. Come già accennato, questo importo si ricostruisce attraverso il pagamento delle rate mensili, che possono essere fissate dal contratto, oppure modificate entro certi limiti minimi.
Più alta è la rata scelta, meno tempo ci vorrà per restituire tutto, e di conseguenza meno interessi si pagheranno in totale. È sempre possibile decidere di rimborsare in anticipo l’intero debito rimasto, evitando così ulteriori interessi.
Alcune carte revolving offrono anche un’opzione per cui, direttamente online, il cliente può decidere di saldare tutto in un’unica soluzione alla fine del mese, senza pagare interessi per quel periodo specifico.
Oltre agli interessi, bisogna considerare altre spese fisse come la quota annuale, il bollo e le commissioni per ogni rata pagata. Inoltre, prelevare contanti con queste carte di solito comporta commissioni extra e interessi più elevati rispetto ai normali acquisti.
Caratteristiche principali
Le carte revolving di ultima generazione si appoggiano quasi sempre ai circuiti Visa o Mastercard, gli unici in grado di gestire l’autorizzazione in tempo reale e la riconfigurazione continua del plafond. Su American Express l’emissione è più rara perché questo circuito privilegia carte “a saldo”.
Inoltre una revolving può essere inserita nei principali wallet digitali (Apple Pay, Google Wallet, Samsung Pay) senza costi aggiuntivi: il pagamento da smartphone o smartwatch segue le stesse regole della transazione tramite carta fisica, ma aggiunge un livello di sicurezza tramite Face ID, impronta o PIN.
Il cash advance (cioè il prelievo di contante agli ATM) resta un punto delicato: di solito il limite giornaliero è più basso del plafond per gli acquisti e il TAN applicato ai prelievi è qualche punto più alto. Inoltre, la commissione fissa a transazione (in media 3–4%) si somma agli interessi che scattano immediatamente. Conviene quindi riservare il cash advance a vere emergenze.
Sul fronte dei servizi accessori, le carte revolving si stanno avvicinando alle carte premium a saldo: molte includono assicurazioni sugli acquisti (rimborso per furto o danno entro 90 giorni), coperture di viaggio, estensione di garanzia e programmi rewards a punti o cashback. Alcune banche offrono lo 0,5–1% di rimborso sugli acquisti effettuati, che può pareggiare una parte dei costi di gestione se la carta viene usata con frequenza.
Quali sono le differenze con le altre carte di pagamento
Rispetto a una carta di credito a saldo (detta anche charge), la revolving sostituisce il “credito gratuito di un mese” con un finanziamento a tasso non trascurabile: la charge addebita l’intero importo speso il mese successivo, senza interessi se il conto è capiente. La revolving, invece, spalma il debito su più mesi, ma applica subito il TAN.
Con la carta di debito (bancomat) l’opposizione è netta: ogni spesa viene prelevata istantaneamente dal conto corrente. Non esiste alcun prestito, né rischio di interessi.
Le carte prepagate con IBAN, infine, funzionano come portafogli ricaricabili: si può spendere solo il saldo caricato, ma si ricevono bonifici e stipendi senza costi di conto corrente e sono ideali per chi vuole limitare le uscite o fare acquisti online senza esporre il conto principale.
Esistono, poi, le carte ad opzione, che racchiudono in un unico strumento le due anime: si possono usare come carte a saldo nei mesi in cui il budget lo consente e trasformarle in revolving quando serve liquidità extra, modulando rata e durata in base alle proprie esigenze.
Pertanto, se la revolving offre la massima flessibilità di cassa, ma al prezzo di interessi immediati, charge, debito e prepagata, invece, privilegiano il controllo della spesa e, nel caso delle prime due, la gratuità del credito sul breve termine.
Differenze tra carete revolving e altre carte di pagamento: tabella di sintesi
TIPO DI CARTA | COME FUNZIONA | INTERESSI | IDEALE PER CHI | VANTAGGI |
---|---|---|---|---|
Carta revolving | Rate mensili, debito spalmato nel tempo | Sì, dal primo giorno | Vuole flessibilità, paga poco per volta | Massima libertà, ma attenzione ai costi! |
Carta a saldo (charge) | Il debito viene saldato tutto in una volta il mese successivo | No, se il conto è ben coperto | Ha disponibilità sul conto ogni mese | Credito gratuito breve termine |
Carta di debito | Prelievo diretto dal conto corrente | Nessun interesse | Vuole evitare debiti e controllare le spese | Zero sorprese e nessun debito |
Carta prepagata | Si possono spendere solo i soldi caricati sulla carta | Nessun interesse | Vuole sicurezza online e gestione del budget | Limita rischi e spese sotto controllo |
Carta a opzione | Alterna saldo mensile e rate con interessi | Dipende dall’opzione scelta | Cerca libertà massima e controllo del budget | Due carte in una: flessibile e comoda |
Carte revolving: costi e commissioni
Il costo fisso più evidente è la quota annuale, generalmente compresa tra 20 e 50 euro. Alcuni istituti la offrono gratuitamente nel primo anno o la riducono se la spesa totale annuale supera una certa soglia. A questo si possono aggiungere le spese di emissione della carta fisica e della spedizione, di solito tra 5 e 10 euro.
Tuttavia, il vero costo della carta revolving risiede negli interessi. Il TAN, ovvero il tasso di interesse puro, può essere fisso o variabile: in Italia, a metà 2025, si colloca mediamente tra il 12% e il 20% per gli acquisti, ma può superare anche il 22% sui prelievi di contante. Ancora più significativo è il TAEG, che racchiude il TAN e altri costi come quota annuale, imposta di bollo, spese per l’incasso della rata e coperture assicurative obbligatorie. Il valore del TAEG spesso supera il 18-23% ed è proprio questo il parametro fondamentale per confrontare le diverse offerte disponibili.
Altre spese da tenere in considerazione includono:
- Commissione sul prelievo di contante: generalmente tra il 3% e il 4% dell’importo prelevato, con una commissione minima intorno ai 3 euro;
- Penale per ritardato pagamento della rata: prevede un interesse di mora pari al TAN maggiorato di 2–4 punti percentuali, oltre a una commissione fissa tra 10 e 15 euro;
- Costo di invio estratto conto cartaceo: tipicamente compreso tra 1 e 3 euro, generalmente evitabile scegliendo l’invio in formato digitale;
- Imposta di bollo sugli estratti conto: pari a 2 euro trimestrali per saldi superiori a 77,47 euro.
Alla luce di questi numeri, emerge che utilizzare una carta revolving come finanziamento nel medio-lungo termine può risultare costoso. Tuttavia, è anche vero che scegliere di rimborsare rapidamente il debito oppure passare occasionalmente alla modalità di pagamento a saldo consente di ridurre significativamente l’impatto economico rappresentato dal TAEG.
Vantaggi e svantaggi
Il vantaggio più evidente è la flessibilità di spesa: la carta revolving mette a disposizione una liquidità immediata anche quando il conto corrente è scarico, offre rate modulabili e, una volta rimborsate, le somme tornano disponibili senza dover sottoscrivere un nuovo prestito.
Per chi gestisce spese impreviste (viaggi urgenti, riparazioni domestiche, ordini online di importo medio) si tratta di un cuscinetto di cassa utile e più veloce di un prestito personale.
Lo svantaggio principale è il rischio di sovraindebitamento. La facilità di accesso al credito e il rimborso minimo basso inducono talvolta a usare la carta come fonte di budget corrente, con il risultato che il saldo residuo cambia poco di mese in mese mentre gli interessi continuano a maturare.
A ciò si somma il costo complessivo: tra TAEG elevato, commissioni su contanti e penali di mora, un debito protratto può diventare oneroso quasi quanto un prestito finalizzato non garantito.
Per trarre il meglio da una revolving occorre quindi adottare alcuni accorgimenti per non farsi trovare impreparati: ad esempio, impiegare l’opzione a saldo appena possibile, impostare rate ben superiori al minimo richiesto e monitorare il TAEG effettivo, magari sfruttando le app di home banking che oggi visualizzano in tempo reale saldo, quota di capitale e quota interessi.
Requisiti e procedura di richiesta di una carta revolving
Per ottenere una carta di credito revolving la banca (o l’intermediario iscritto all’albo ex art. 106 TUB) avvia innanzitutto una verifica di merito creditizio. In pratica, controlla che il richiedente:
- Sia maggiorenne;
- Sia residente in Italia;
- Disponga di un reddito stabile, adeguato al plafond desiderato.
I documenti richiesti sono di norma:
- Carta d’identità o passaporto;
- Codice fiscale;
- Ultime buste paga (o l’ultima dichiarazione dei redditi per autonomi e pensionati);
- Estratto conto recente che attesti la regolarità di entrate e uscite.
In caso di domiciliati in affitto o mutuatari, l’ente può chiedere anche copia del contratto o del piano di ammortamento, così da valutare l’esposizione complessiva.
La richiesta si può inoltrare online (tramite form guidati con firma digitale e upload dei documenti) o in filiale con la classica modulistica cartacea. La via digitale è più rapida perché valuta preventivamente il merito creditizio in pochi minuti e consente lo “scoring” automatico presso i principali sistemi di informazione creditizia. Se l’esito è positivo la carta virtuale può essere attivata subito dentro l’app, mentre la carta fisica arriva a casa mediamente in 5-7 giorni lavorativi.
In filiale i tempi si allungano di solito a 10-15 giorni, necessari per completare manualmente i controlli antiriciclaggio e stampare la carta. L’attivazione finale, in entrambi i casi, passa per la prima transazione con PIN o per l’onboarding su un wallet digitale: la procedura sblocca il plafond e attiva eventuali assicurazioni collegate.
Normativa e tutela del consumatore
Il rilascio e l’utilizzo delle carte revolving ricadono nel perimetro del Testo Unico Bancario: l’articolo 106 delimita le attività di concessione del credito ai soggetti vigilati da Banca d’Italia, mentre il D.Lgs. 141/2010 ne precisa requisiti patrimoniali, trasparenza e controlli.
In breve, questo significa che l’emittente deve essere iscritto all’albo ufficiale, sottoporre regolarmente i bilanci a verifica e rispettare i limiti sui tassi anti-usura fissati trimestralmente dal MEF.
Sul piano informativo, la banca deve consegnare al cliente il foglio informativo e il SECCI (Standard European Consumer Credit Information) prima della firma del contratto: in queste schede compaiono il TAN, il TAEG, tutte le spese accessorie, gli scenari di ammortamento e il diritto di recesso entro quattordici giorni senza penali. Durante il rapporto, ogni variazione delle condizioni va comunicata con almeno due mesi di anticipo, lasciando al titolare la possibilità di recedere senza costi.
Se insorgono controversie (ad esempio per addebiti contestati, modifiche unilaterali o calcolo scorretto degli interessi) il cliente può presentare un reclamo scritto all’intermediario, che ha 60 giorni per rispondere. In mancanza di accordo si passa all’Arbitro Bancario Finanziario (ABF), organismo indipendente che decide in circa sei mesi senza costi di assistenza legale. Le decisioni dell’ABF non sostituiscono il giudice, ma in genere gli intermediari vi si adeguano nella maggior parte dei casi, rendendolo lo strumento più efficace e veloce per la tutela del consumatore nel settore delle carte revolving.
Cassazione: carte revolving nulle senza iscrizione UIC
Con la sentenza n. 12838 del 13 maggio 2025, la Corte di Cassazione ha annullato un contratto di carta di credito revolving stipulato presso un esercente non iscritto all’Ufficio Italiano dei Cambi. Come anticipato nel paragrafo precedente, la legge riserva la promozione e la conclusione di linee di credito revolving solo ed esclusivamente a soggetti iscritti in apposito elenco, così da garantire vigilanza e trasparenza del sistema finanziario.
La Cassazione ha chiarito che questa attività non rientra nell’eccezione prevista per la distribuzione di carte di pagamento ed è quindi necessaria l’iscrizione UIC, pena la nullità ex art. 1418 c.c. La pronuncia conferma quindi l’iscrizione all’albo non come un mero adempimento formale, bensì come un requisito sostanziale per la validità del contratto.
La violazione, infatti, è considerata contraria a norme imperative perché tutela interessi di rango costituzionale: corretto funzionamento del mercato finanziario, prevenzione del riciclaggio e protezione dei consumatori.
Il cliente, di conseguenza, ha diritto alla restituzione delle somme versate, maggiorate degli interessi legali.
Senza iscrizione, l’esercente non può promuovere né concludere carte revolving a tempo indeterminato, nemmeno se convenzionato con un intermediario finanziario autorizzato.