(Teleborsa) – A giugno 2025 l’Istat stima che il fatturato dell’industria, al netto dei fattori stagionali, aumenti in termini congiunturali dell’1,2% in valore e dell’1,9% in volume. La crescita è dell’1,5% sul mercato interno (+2,7% in volume) e dello 0,4% su quello estero (+0,2% in volume). Per il settore dei servizi si stimano incrementi congiunturali dello 0,9% in valore e dello 0,5% in volume, con dinamiche positive sia nel commercio all’ingrosso (+1,4% in valore e +1,3% in volume), sia negli altri servizi (+0,3% sia in valore sia in volume).
Gli indici destagionalizzati del fatturato in valore riferiti ai raggruppamenti principali di industrie registrano a giugno una diminuzione congiunturale per la sola energia (-2,6%), mentre si rilevano aumenti per i beni strumentali (+3,0%), per quelli intermedi (+0,8%) e per quelli di consumo (+0,7%).
Nel secondo trimestre del 2025 il fatturato dell’industria, in termini congiunturali e al netto dei fattori stagionali, mostra un calo sia in valore (-1,0%) che in volume (-0,8%). Nello stesso arco temporale, per i servizi, si registrano incrementi in valore (+0,3%) e in volume (+0,6%).
A giugno 2025, il fatturato dell’industria, corretto per gli effetti di calendario, registra incrementi tendenziali dello 0,3% in valore e dello 0,7% in volume. Si evidenzia una crescita dell’1,7% sul mercato interno (+1,8% in volume) e una flessione del 2,0% su quello estero (-1,3% in volume). Per il settore dei servizi, al netto degli effetti di calendario, si rilevano incrementi tendenziali del 3,6% in valore e del 3,5% in volume. Nel commercio all’ingrosso si registra una crescita più limitata (+1,8% in valore e +1,5% in volume), mentre più robusto è l’aumento negli altri servizi (+5,7% in valore e +4,0% in volume). Nel mese di giugno 2025 i giorni lavorativi di calendario sono stati 20 come a giugno 2024.
Gli indici corretti per gli effetti di calendario del fatturato in valore riferiti ai raggruppamenti principali di industrie registrano, su base annua, un aumento per i beni di consumo (+2,3%) e per i beni strumentali (+1,6%), mentre si osservano flessioni per l’energia (-5,0%) e per i beni intermedi (-1,4%).
(Foto: Clayton Cardinalli su Unsplash)