(Teleborsa) – Il vicepresidente della Federal Reserve, Philip N. Jefferson, ha dichiarato che “il bilanciamento dei rischi si è spostato, con maggiore incertezza sull’occupazione rispetto ai timori di inflazione“. In un intervento alla Federal Reserve Bank of Kansas City, Jefferson ha ribadito che il recente taglio dei tassi di un quarto di punto è stato “appropriato”, aggiungendo che la stance monetaria “rimane ancora leggermente restrittiva, ma ci stiamo avvicinando al livello neutrale”.
Il vicepresidente ha spiegato che la prudenza sarà centrale nei prossimi mesi: “Dobbiamo procedere lentamente mentre ci avviciniamo al tasso neutrale”, ricordando che il percorso dei tassi sarà deciso “riunione per riunione, sulla base dei dati in arrivo e dell’evoluzione dei rischi”. Per questo in vista della prossima riunione, Jefferson ha avvertito che la quantità di dati disponibili potrebbe restare limitata, rafforzando la necessità di “particolare prudenza” nella definizione della traiettoria dei tassi.
Jefferson ha osservato che la recente chiusura del governo federale ha ritardato la pubblicazione di indicatori macro chiave, rendendo più complessa l’analisi congiunturale. Tuttavia, prima dello shutdown, l’economia statunitense “era su un percorso di crescita moderata”. Gli effetti negativi del blocco amministrativo, legati al fermo dei dipendenti pubblici e allo stop degli acquisti governativi, sono considerati “largamente temporanei”.
Sul mercato del lavoro, le informazioni più recenti mostrano una dinamica “coerente con un graduale raffreddamento”, con un tasso di disoccupazione atteso in lieve aumento verso fine anno. Riguardo all’inflazione, Jefferson ha riconosciuto che i progressi verso il 2% “si sono fermati” a causa degli effetti dei dazi, pur ritenendo che questi provochino un “aggiustamento una tantum del livello dei prezzi”, non una nuova spirale inflazionistica. “Rimango fermamente impegnato a riportare l’inflazione al 2%”, ha aggiunto.
Sul bilancio della Fed, Jefferson ha confermato la decisione di concludere la riduzione del portafoglio titoli dal 1° dicembre, dopo un calo di 2,2 trilioni di dollari dal 2022. “I segnali nei mercati monetari indicavano che avevamo raggiunto condizioni di riserve ampie”, ha spiegato.
