(Teleborsa) – Jeff Bezos, patron di Amazon, si lancia nella corsa per lo sviluppo dell’Intelligenza artificiale, con una startup che usa l’AI nei campi dell’informatica, dell’automotive e dell’aerospazio. Non è ben chiaro cosa farà e dove avrà sede la nuova realtà, il cui nome è Project Prometheus; si sa solo che Bezos ha accettato di essere co-amministratore delegato e finanziatore.
Il capitale di partenza di Project Prometheus – scrive il New York Times – è pari a 6,2 miliardi di dollari, una dotazione ragguardevole per una startup, soprattutto considerato che realtà come Thinking Machines Lab, fondata da Mira Murati, ex direttore tecnico di OpenAI, ha raccolto 2 miliardi di dollari di finanziamenti quest’anno. I capitali conferiti da Bezos rendono quindi Project Prometheus una delle startup più finanziate della storia.
Il patron di Amazon dividerà la guida operativa con il fondatore Vik Bajaj, un fisico-chimico che ha lavorato in Google X e in Verily, altra società della holding Alphabet attiva nel settore medico che fa largo uso dell’intelligenza artificiale. I due co-CEO saranno affiancati da un team di 100 dipendenti, un numero piuttosto grande e inconsueto per una società nascente, in gran parte provenienti da realtà già attive nel settore dell’AI come OpenAI, DeepMind e Meta.
Questa è la prima volta che Bezos assume un ruolo operativo in un’azienda, da quando ha lasciato il ruolo di CEO di Amazon nel 2021 a Andy Jassy. Anche la sua avventura nel settore aerospaziale con Blue Origin, società che fa concorrenza a SpaceX di Elon Musk, è limitata al ruolo di fondatore e finanziatore, ma Bezos non ha ruoli operativi. E dopo l’aerospazio, ora l’avventura continua con l’intelligenza artificiale, un settore in cui sono previsti ancora importanti investimenti.
L’anno scorso, Bezos ha investito in Physical Intelligence, una startup che applica l’intelligenza artificiale ai robot. Ora, la sua nuova scommessa, forte di una dotazione di capitale non trascurabile, colloca il noto imprenditore statunitense proprio al centro della competizione nell’AI, affollato da giganti come Google, Meta e Microsoft e da aziende più piccole e molto specializzate come OpenAI e Anthropic.
