(Teleborsa) – I canoni di locazione in Italia raggiungono un nuovo record, toccando i 14,1 euro al metro quadro. È il livello più alto registrato dal 2012, anno di inizio delle rilevazioni di idealista. Nel secondo trimestre del 2024, l’aumento è stato del 6,9%, mentre su base annua l’incremento è stato dell’11,4%, secondo l’ultimo report pubblicato da idealista, portale immobiliare leader per sviluppo tecnologico in Italia.
Secondo Vincenzo De Tommaso, Responsabile dell’Ufficio Studi di idealista: “L’aumento dei prezzi delle locazioni è dovuto a una combinazione di fattori: la crescente domanda, l’offerta limitata, l’inflazione e i cambiamenti nelle preferenze degli affittuari. In molti, a causa dell’aumento dei tassi di interesse, hanno scelto di rimanere in affitto piuttosto che acquistare una casa, bloccando ulteriormente il mercato. Monitorare questi elementi sarà fondamentale per capire come evolverà il mercato degli affitti in Italia nei prossimi trimestri”.
Nella primavera di quest’anno, la maggior parte dei capoluoghi ha visto un aumento dei canoni. Le città con i maggiori incrementi sono state Venezia (12,3%), Arezzo (9,9%), Prato (9,8%), Agrigento (8,6%), Catania (8,1%) e Messina (8%). Aumenti in altre 49 città, con variazioni che vanno dal 6,8% di Caserta allo 0,3% di Trieste.
Tra i principali mercati, Torino (4,6%), Napoli (3,8%) e Roma (2%) hanno registrato gli aumenti maggiori. Al contrario, Bologna (-0,5%), Milano (-1,1%) e Firenze (-3,9%) hanno subito cali. Le riduzioni più marcate si registrano ad Asti (-7,7%), Caltanissetta (-6,5%), Pesaro (-6%) e Como (-5,9%). Gli altri cali variano dal -5,3% di Lecco al -0,3% di Cesena. Milano rimane la città più costosa con 23,1 euro al metro al quadro di media mensile, seguita da Venezia (20 euro/m2), Firenze (19,9 euro/m2) e Bologna (17,1 euro/m2). Le città con i canoni più bassi sono Caltanissetta (4,6 euro/m2), Reggio Calabria (5,4 euro/m2) e Cosenza (5,7 euro/m2).
Quasi tutte le aree provinciali italiane – oltre il 90% – hanno registrato aumenti nel secondo trimestre. Gli incrementi maggiori si sono rilevati a Latina (36,6%), Arezzo (32,2%), Massa-Carrara (31,9%), Fermo (24,4%), Ascoli Piceno (23,2%), Teramo (22,7%) e Sassari (22,2%). Aumenti a doppia cifra anche in altre 18 province, con variazioni tra il 21,4% di Catanzaro e il 10% di Vercelli. Altre 69 province evidenziano incrementi tra il 9,9% di Brindisi e lo 0,1% di Bologna. La provincia di Roma ha visto una crescita del 7,9%, mentre Milano ha segnato una lieve contrazione dello 0,4%. Sono solo 10 le province che hanno subito una riduzione dei canoni di locazione, con Rimini (-17,3%) che ha registrato il calo più significativo.
Lucca (31 euro/m 2 ), Belluno (29,3 euro/m 2 ), Grosseto (23,8 euro/m 2 ), Ravenna (23,2 euro/m 2 ) e Milano (22 euro/m 2 ) sono le province con i canoni più “pesanti” per i locatari. Di contro, le aree provinciali più economiche sono Enna, Caltanissetta (entrambe a quota 5 euro/m 2 ) e Avellino (5,6 euro/m2).
Nel secondo trimestre i canoni sono aumentati in tutte le regioni, tranne che in Trentino-Alto Adige, dove si è registrato un calo dello 0,9%. Gli incrementi più significativi sono avvenuti in Calabria (19,8%), Molise (14,4%), Marche (12,8%), Abruzzo (11,2%), Lazio (10,9%) e Liguria (10,8%). Aumenti al di sotto del 10% nelle altre regioni italiane, compresi tra il 9,5% della Valle d’Aosta e lo 0,2 dell’Emilia-Romagna.
La Valle d’Aosta si conferma la regione con i prezzi più alti (21,8 euro/m2), seguita da Lombardia (19 euro/m2) e Toscana (18,3 euro/m2). Al di sopra della media nazionale (14,1 euro/m2) ci sono anche Lazio (14,6 euro/m2) ed Emilia-Romagna (14,3 euro/m2). Le regioni più economiche sono, invece, Molise e Umbria (7,3 euro/m2).