(Teleborsa) – La spesa dell’Unione Europea è ancora afflitta da un livello di irregolarità “rilevante e pervasivo”. Nonostante un calo rispetto all’anno precedente, il tasso di errore complessivo per il 2024 si attesta al 3,6%, ben al di sopra della soglia di materialità del 2%. È questo il severo giudizio che emerge, secondo quanto scrive l’agenzia Energia Oltre, dalla relazione annuale sul bilancio UE pubblicata oggi dalla Corte dei Conti Europea (CCE). Per il sesto anno consecutivo, i revisori dei conti hanno emesso un parere negativo sulla spesa, evidenziando come una parte sostanziale dei fondi europei non sia stata utilizzata in conformità con le regole.
IL NODO PNRR: PAGAMENTI IRREGOLARI E DEBOLEZZE
Sotto la lente d’ingrandimento dei giudici contabili è finito anche il Next Generation EU, e in particolare il suo pilastro principale, il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza (RRF). Anche qui, il giudizio non è pienamente positivo ma “con rilievi”. La Corte ha riscontrato irregolarità in 6 dei 28 pagamenti a fondo perduto effettuati nel 2024 e ha notato una “tendenza all’aumento dell’impatto finanziario di tali irregolarità”. Tra le criticità emergono debolezze sistemiche, come la definizione vaga di alcuni traguardi e la persistente inaffidabilità delle informazioni fornite dagli Stati membri. Un caso emblematico riguarda la Polonia, dove i dubbi sull’indipendenza dei giudici nominati hanno impedito alla Corte di confermare il raggiungimento di due traguardi chiave legati alla riforma giudiziaria, precondizione per qualsiasi pagamento del PNRR al Paese.
LA “BOMBA” DEL DEBITO NEXT GENERATION EU
La relazione lancia un allarme ancora più forte sui rischi futuri legati al crescente debito contratto per finanziare il Next Generation EU. Secondo le stime della Corte, l’esposizione debitoria dell’UE potrebbe superare i 900 miliardi di euro entro il 2027, quasi dieci volte il livello pre-pandemia. A preoccupare sono soprattutto i costi per gli interessi: le previsioni iniziali di 14,9 miliardi di euro per l’attuale bilancio potrebbero più che raddoppiare, superando i 30 miliardi. Per il prossimo ciclo di bilancio (2028-2034), gli interessi passivi potrebbero addirittura sfiorare i 74 miliardi di euro, un onere pesantissimo che rischia di limitare le risorse per i futuri programmi dell’Unione.
TRANSIZIONE VERDE, TRA SUCCESSI E OMBRE
La transizione climatica si conferma una priorità, assorbendo il 34% del bilancio totale e contribuendo a evitare l’emissione di circa 98 milioni di tonnellate di CO2 nel 2024. Tuttavia, la Corte dei Conti rileva che proprio la spesa per le “Risorse naturali e l’ambiente”, che include la Politica Agricola Comune (PAC), presenta un tasso di errore del 2,6%, quindi al di sopra della soglia di materialità. Tra le criticità, i revisori segnalano una “insufficiente garanzia sull’accuratezza delle emissioni di CO2 dichiarate dai produttori” per le nuove autovetture e notano come il quadro UE per la sicurezza dell’approvvigionamento del gas abbia affrontato in modo “ineguale” la crisi scatenata dalla guerra in Ucraina.
LA DIFESA DELLA COMMISSIONE: “TASSO DI ERRORE IN CALO”
Di fronte alle critiche, la Commissione Europea accoglie con favore la “significativa diminuzione” del tasso di errore, passato dal 5,6% del 2023 al 3,6% del 2024, interpretandola come un segnale di miglioramento costante nella gestione dei fondi. Bruxelles sottolinea che il livello di errore stimato dalla Corte non è una misura di frode o spreco, ma una stima della spesa non pienamente conforme a regole spesso complesse. La Commissione rivendica l’efficacia delle centinaia di migliaia di controlli effettuati, che hanno portato all’applicazione di misure preventive e correttive per 2,66 miliardi di euro nel solo 2024.
FRODI E CONTROLLI: 19 CASI SOSPETTI SEGNALATI
Nonostante la spesa irregolare non sia sinonimo di frode, la vigilanza resta alta. Nel corso del loro lavoro, i revisori della Corte hanno individuato 19 casi di sospetta frode, prontamente segnalati alle autorità competenti dell’UE (l’Ufficio europeo per la lotta antifrode OLAF e la Procura europea EPPO). Gli errori più comuni che continuano a incidere pesantemente sul bilancio restano i costi e i progetti non ammissibili, seguiti dalle gravi violazioni delle norme sugli appalti pubblici, in particolare nel settore della politica di coesione, dove il tasso di errore si attesta al 5,7%.
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