(Teleborsa) – “Crediamo nell’Europa e chiediamo più Europa. Un’Europa però capace di ascoltare, proteggere competenze e lavoro, favorire l’innovazione e la pluralità tecnologica, ma anche capace di correggere la rotta quando è necessario“. Questo l’appello lanciato dal Presidente dell’Unem Giovanni Murano, in occasione dell’Assemblea annuale 2025, denunciando che, “a un anno dalle elezioni europee, in un contesto in cui si intravedono segnali di cambiamento”, l’UE non mostra “passi decisivi in quella direzione”.
“Manca il coraggio di cambiare, di percorrere strade diverse, di riconoscere un approccio non ideologico, ma basato su fatti e su approcci scientifici”, si afferma, ricordando che l’obiettivo è “contribuire a una transizione che non esclude, ma integra, in cui l’industria non è un nemico ma un alleato”.
“Lo scenario geopolitico è, purtroppo, ancora caratterizzato da conflitti che faticano a trovare soluzioni negoziali”, sottolinea Murano, ricordando che il prezzo del barile ha mostrato una tendenza decisamente ribassista, con una media scesa
nel 2025 a 71 dollari/barile, rispetto agli 80 del 2024 (-11%). I 60 dollari/barile toccati a inizio maggio sono il valore più basso
dal 2021 e ovviamente ciò si è riflesso nei prezzi dei prodotti finiti”.
Petrolio: AIE stima al 2050 domanda uguale al 2004
Nel ricordare che l’Agenzia internazionale per l’energia (AIE), nel suo ultimo rapporto mensile, stima per il 2025 una domanda in crescita di 740.000 b/g, per un totale di 103,9 milioni b/g, a fronte di un’offerta che potrebbe invece aumentare di 1,6 milioni b/g, fino a 104,6 milioni, Unem segnala che le proiezioni stimano una domanda di petrolio al 2050 in oltre 4 miliardi di tep, ovvero la stessa domanda del 2004. Analogamente, sempre secondo la stessa Agenzia, alla stessa data la domanda di gas e petrolio rappresenterà circa il 45% della domanda globale di energia, con il carbone che rimane ancora presente sul mercato con un peso del 12% e le rinnovabili intorno al 38%.
Crescono i biocarburanti ma UE resta indietro
In crescita il ruolo dei biocarburanti che aumentano consistentemente di circa un 3% all’anno e che assicurano oggi una produzione di oltre 170 milioni di tep.”Peccato notare come anche in questo campo l’Europa stia lasciando la leadership ad altri Paesi, come ad esempio gli Stati Uniti che producono oggi il 39% dei biocarburanti globali”, sottolinea Murano.
“Una posizione comunque destinata a rafforzarsi considerato che circa la metà della capacità di bioraffinazione aggiuntiva attesa quest’anno per la produzione di SAF e gasolio rinnovabile è concentrata appunto negli Stati Uniti, afferma il Presidente di Unem, aggiungendo che “le politiche europee sono in questo ambito piuttosto timide e contraddittorie. Da un lato, si annuncia di voler favorire la neutralità tecnologica, dall’altro, non si dà un impulso normativo chiaro e coerente a soluzioni come i biocarburanti che sono uno degli strumenti già disponibili per il processo di decarbonizzazione”.
Murano ha richiamato uno studio della Commissione Europea che “evidenzia come a normativa vigente, quindi con il divieto del
motore endotermico al 2035, la domanda di biocarburanti al 2050 sarà di 46 milioni di tonnellate, ma con una potenzialità di feedstock europeo almeno tripla che quindi rischia di rimanere non sfruttata”.
Boom di benzina e jet fuel
Tornando ai prodotti petroliferi, a mostrare il progresso maggiore è stata la benzina che insieme al jet fuel ha più che compensato il calo degli altri prodotti, toccando i massimi dal 2011, con volumi che superano di 1,3 milioni di tonnellate quelli prepandemici. Analogo discorso vale per il jet fuel che, con oltre 5 milioni di tonnellate consumate nel 2024, ha segnato il suo record storico grazie ad una significativa ripresa del traffico passeggeri (+11,3% rispetto al 2023) e delle merci movimentate (+15%).
Processo decarbonizzazione mobilità avanti
“Il processo di decarbonizzazione del trasporto su strada ha fatto passi in avanti significativi“, afferma l’Unem, ricordando che “all’efficienza dei motori e alla qualità dei carburanti si è aggiunto il crescente contributo dei biocarburanti che, contrariamente a quanto sostiene la Commissione UE, sono ben in grado di coprire il fabbisogno indicato nel Pniec”.
Le stime di penetrazione formulate da Unem, che comprendono anche i bio gassosi, sono di circa 5 milioni di tonnellate al 2030 che
diventano oltre 10 milioni nel 2040.
“Sostenere la produzione domestica di carburanti rinnovabili – si afferma – significa stimolare una conversione graduale delle raffinerie,
creare valore per l’industria europea con i suoi lavoratori, sviluppare una catena di valore agro-industriale per costruire un futuro energetico sostenibile e indipendente in un contesto geopolitico sempre più imprevedibile”
Prezzi benzina giù con il petrolio
I prezzi sia di benzina che gasolio nel 2024 in media sono stati pari rispettivamente a 1,822 e 1,717 euro/litro (5-6 centesimi
in meno rispetto alla media 2023), e in questa prima part d’anno hanno continuato a riflettere la tendenza ribassista dei mercati internazionali e attualmente sono inferiori di circa 20 centesimi euro/litro rispetto allo scorso anno, con un minore esborso per i consumatori stimato nei primi cinque mesi del 2025 in 1,7 miliardi di euro, ovvero 65 euro per ogni famiglia.
La discesa delle quotazioni si è altresì riflessa nella fattura petrolifera che lo scorso anno è stata pari a 22,2 miliardi di euro (6,6 miliardi in meno del 2023), con una stima 2025 di ulteriore calo di circa 3 miliardi di euro.
Quanto a quella energetica, nel 2024 è stata pari a 51,1 miliardi di euro, 16 miliardi in meno del 2023, e si attende lo stesso importo anche per il 2025 nonostante il calo del petrolio, data la tenuta dei prezzi del gas e dell’energia elettrica su livelli elevati.