(Teleborsa) – Borse e dati finanziari, sistemi sanitari, studi medici, ospedali, TV via cavo e voli aerei. I malfunzionamenti informatici, apparentemente innescati da un aggiornamento dei software di sicurezza della società specialistica Crowdstrike, hanno creato disagi e ritardi in tantissimo settori nella giornata di oggi. Il Financial Times ha calcolato che oggi sono stati cancellati 3.500 voli in tutto il mondo, il 3% di tutti i voli programmati. Compagnie aeree asiatiche e Usa le più colpite.
Crowdstrike ha ammesso che una versione dei suoi software ha creato problemi ai sistemi che funzionano con il sistema operativo Windows di Microsoft. I computer di Apple e quelli che operano con il sistemi operativi basati su Linux non sono stati coinvolti e, secondo l’amministratore delegato della società, George Kurtz, non si è trattato di un attacco informatico. Microsoft ha riferito che la causa di fondo del problema è stata risolta e ha diffuso le linee guida per procedere al ripristino delle macchine allo stato precedente all’aggiornamento di Crowdstrike. Il problema è che in molti casi questo ripristino va effettuato manualmente e questo può richiedere tempo.
In Italia le associazioni dei consumatori hanno protesta per i disagi subiti. “Vogliamo sapere esattamente cosa è successo e soprattutto cosa si sta facendo per evitare che accada di nuovo. La sicurezza informatica non può essere un optional, ma deve diventare una priorità assoluta per aziende e istituzioni”, ha dichiarato Martina Donini, presidente Udicon. Secondo Assoutenti anche in presenza di cause di forza maggiore “i viaggiatori hanno diritto ad una corretta informazione e alla piena assistenza da parte delle compagnie aeree. In caso di cancellazione del volo i vettori devono garantire ai passeggeri in aeroporto pasti e bevande, almeno 2 chiamate telefoniche, sistemazione in hotel se l’orario di partenza previsto è almeno un giorno dopo l’orario di partenza previsto, o quando il soggiorno diventa necessario, e il trasporto verso gli alberghi”.
Il Centro Studi di Unimpresa ha rifetito che le micro, piccole e medie imprese italiane hanno risentito solo in misura limitata del blocco informatico mondiale avvenuto oggi. Il 95% delle associate non ha subito danni e l’attività è proseguita in maniera regolare: “nonostante la portata globale dell’interruzione, che ha colpito settori critici come aeroporti e banche, l’impatto sulle nostre imprese è stato contenuto”, si legge in una nota del Centro Studi che ha effettuato un monitoraggio fra le oltre 100.000 aziende associate su tutto il territorio italiano. Secondo Unimpresa “questo scenario riflette una realtà peculiare del tessuto imprenditoriale italiano: una parte significativa delle micro e piccole imprese operanti nel nostro Paese continua a lavorare prevalentemente offline per quanto riguarda gli aspetti strettamente commerciali. La gestione dei rapporti con i fornitori, le questioni attinenti ai pagamenti, la fatturazione e le relazioni con le banche sono spesso condotte attraverso modalità tradizionali e fisiche, limitando cosi’ la vulnerabilità di queste imprese a eventi di natura tecnologica”.
Secondo gli esperti dell’associazione “mentre le grandi imprese e le multinazionali hanno subito maggiormente le conseguenze del blocco, le nostre micro e piccole imprese hanno potuto contare su procedure consolidate che non dipendono esclusivamente dalle tecnologie digitali. Questo approccio più tradizionale ha permesso di mantenere una continuità operativa e una stabilità nei servizi offerti, mitigando i disagi che molti operatori economici a livello globale hanno dovuto affrontare”.