(Teleborsa) – “Si sono resi necessari dei correttivi al concordato preventivo biennale perché, nella sua prima versione, non era appetibile per i contribuenti. Le tre condizioni che stiamo portando avanti per dare maggiore appeal al nuovo ‘strumento’ sono: flat tax incrementale sulla base dell’indice di affidabilità delle aziende; semplificazione che porta l’avviso bonario da 30gg a 60gg; chi aderisce al ‘concordato’ può vedersi spalmate nell’anno successivo le imposte, invece, di pagare l’acconto. Dobbiamo arrivare al pagamento delle tasse nel corso dell’esercizio cui si riferiscono e non prima”. Lo ha dichiarato il senatore Massimo Garavaglia (Lega), presidente della Commissione Finanze a Palazzo Madama, nel corso del Cnpr Forum “Fisco: lavori in corso per una riforma a misura di contribuente“, promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca.
“Abbiamo avviato da tempo un confronto con i commercialisti sulle misure che compongono il nuovo sistema fiscale del Paese – ha aggiunto Garavaglia – e ci sono margini per le loro richieste, di concerto con Governo, Ragioneria dello Stato e Mef. C’è apertura per le osservazioni dei professionisti in materia di concordato, ma era fondamentale che lo strumento andasse a regime. Sul redditometro si è trovato un punto di equilibrio importante sull’attività dell’Agenzia delle Entrate, che va fatta in maniera corretta. Dove si riscontrano difformità lì si pone l’attenzione. Non più strumento invasivo che crea distorsioni, ma sistema di analisi puntuali sulle difformità con controlli specifici”.
Il numero uno della Commissione Finanze del Senato ha sottolineato che “sulla delega fiscale siamo a buon punto, ora lavoreremo sul gioco, on line e fisico, e cercheremo di fare sintesi tra le posizioni diverse in Parlamento. Poi, ci sarà la redazione finale del Testo unico che rappresenterà una risposta concreta alla richiesta di semplificazione di professionisti e contribuenti“.
Protagonista del ‘faccia a faccia’ con il presidente Garavaglia è stato Marco Cuchel, presidente dell’Associazione nazionale commercialisti, che ha giudicato positivamente le audizioni promosse dalle Commissioni Finanze del Parlamento che si sono svolte al Senato. “Abbiamo evidenziato una serie di criticità sul ‘Concordato preventivo biennale‘, come l’incongruenza rispetto all’eccessiva proposta dell’Agenzia delle Entrate per chi ha voti Isa fino all’8. Nel corso dell’intervento Anc ha ricordato quanto sia importante ridurre il carico fiscale mettendo un tetto alle proposte dell’AdE. Poi, serve maggiore chiarezza rispetto al superamento dei 5mila euro di debiti con l’erario per poter aderire a questa misura; il tema della decadenza per infortunio, malattia o decesso del contribuente nel periodo in cui c’è stata adesione alla proposta. E ancora bisogna rivedere il calcolo degli acconti ‘spalmandoli’, a regime, anche nel 2025. Ci auguriamo ci sia ancora spazio per queste modifiche. In conclusione, sul nuovo redditometro, ho espresso la mia considerazione circa le modalità di accertamento che devono essere concentrate su spese certe, come ad esempio l’acquisto di beni mobili e immobili, togliendo le spese calcolate in modo statistico-induttivo. Bene ha fatto la Commissione a intervenire su questo punto. Sono convinto che proseguendo sulla strada del confronto potremo migliorare il fisco in Italia rendendolo più equo, sostenibile e meno ‘nemico’ dei contribuenti“.