(Teleborsa) – L’economia italiana continua a crescere a passo moderato e le prospettive di crescita rimangono estremamente incerte, di fronte alle persistenti tensioni commerciali globali. Le prospettive di più lungo termine, poi, restano condizionate da fattori strutturali come la bassa produttività ed il calo demografico. Lo conferma l’FMI al termine della missione condotta in Italia, dal 14 al 28 maggio 2025, guidata da Lone Christiansen e composta da Thomas Elkjaer, Gee Hee Hong, Yueling Huang, Alain Kabundi e Sylwia Nowak.
In questa situazione, il Fondo Monetario suggerisce al governo italiano di mantenere il rigore fiscale, che ha consentito nel 2024 di dimezzare il deficit ed un ritorno ad un avanzo primario, con l’obiettivo di riportare il debito pubblico su una traiettoria discendente. Necessario anche dare un’attuazione rapida ed efficace al PNRR ed alle riforme per sostenere una crescita più elevata e duratura.
“L’accresciuta incertezza ha peggiorato le prospettive economiche a breve termine, mentre si prevede che la debole crescita della produttività e il rapido invecchiamento della popolazione continueranno a gravare sulle prospettive di crescita” nel lungo termine, spiega il Fondo, che indica fra i fattori positivi la rapida attuazione dei progetti del PNRR e fra quelli negativi le tensioni commerciali.
Nell’ultimo rapporto di primavera, l’FMI indicava per l’Italia una crescita dello 0,4% nel 2025 ed una temporanea ripresa allo 0,8% l’anno prossimo. Nel medio termine, si prevede che la debole crescita della produttività e gli andamenti demografici sfavorevoli continueranno a gravare sulle prospettive, mantenendo la crescita intorno allo 0,7%.
“Mantenere una solida disciplina fiscale, unitamente a riforme che favoriscano la crescita, è fondamentale per ridurre il rapporto debito pubblico/PIL e contribuire a rafforzare la resilienza”, sottolinea lo staff del Fondo Monetario, auspicando che il governo intenda “proseguire con questa solida performance e i raggiungere un avanzo primario del 3% del PIL entro il 2027 per ridurre in modo decisivo il rapporto debito/PIL e contribuire a contenere le vulnerabilità correlate”.
Per il Fondo, “si potrebbero prendere in considerazione diverse misure. Sulla base dei progressi compiuti, dovrebbero proseguire gli sforzi di riforma in materia di evasione fiscale e adempimento degli obblighi fiscali. Razionalizzare la spesa fiscale contribuirebbe ad ampliare la base imponibile, a rafforzare le entrate e a ridurre la complessità. L’eliminazione dell’aliquota forfettaria per i redditi da lavoro autonomo risolverebbe le problematiche di equità e impedirebbe la perdita di gettito”. Inoltre, “l’aggiornamento dei valori immobiliari del catasto aumenterebbe le entrate e potrebbe garantire un trattamento fiscale più equo”.
“Dato il solido mercato del lavoro e gli elevati profitti aziendali – prosegue l’FMI – gli incentivi per le assunzioni dovrebbero essere sostituiti da misure volte a stimolare la produttività”.
“Dato il limitato margine di manovra fiscale, qualsiasi nuova misura di spesa, anche per la difesa, dovrebbe essere pienamente compensata da ulteriori risparmi in altri settori“, avverte il Fondo Monetario, indicando che nel lungo periodo, “le pressioni sulla spesa legate alle pensioni potrebbero essere contenute evitando costosi regimi di prepensionamento“, mentre “l’innalzamento dell’età pensionabile effettiva contribuirebbe a stimolare l’offerta di lavoro”.
Quanto alle banche, l’FMI ritiene “fondamentale mantenere una vigilanza costante” e giudica appropriato” il mantenimento “dell’attuale buffer di capitale anticiclico“, così come “la continua implementazione del buffer per il rischio sistemico all’1%”. Inoltre, per il Fondo “è giustificato un attento monitoraggio della qualità dei prestiti, in particolare alla luce delle prospettive incerte e dei rischi per le imprese esposte al potenziale impatto delle tensioni commerciali”.