(Teleborsa) – Oltre 4.500 gli emendamenti presentati in Commissione Bilancio della Camera entro la scadenza prevista per ieri. Di questi, oltre 1.200 sono stati presentati dalla maggioranza (501 da Forza Italia, 428 dalla Lega, 190 da Fratelli d’Italia). Un emendamento è stato presentato dal governo e due dalle Commissioni. Fra le opposizioni, oltre 1.200 emendamenti sono stati presentati dal M5S, un migliaio dal Partito Democratico e 282 da Italia Viva.
Il M5S contro carovita e tagli
Degli oltre 1.200 emendamenti presentati dal Movimento 5 Stelle, la gran parte è indirizzata a porre rimedio contro il carovita e la conseguente perdita del potere d’acquisto, in contrasto ai tagli del governo. Le coperture arriverebbero dalla tassazione degli extraprofitti delle banche e degli armamenti.
Dl Pd emendamenti su sanità, istruzione, lavoro
Il Partito Democratico ha presentato poco meno di mille emendamenti, facendosi portavoce delle “forti critiche” espresse dalle parti sociali per la “tenuta di una manovra che non investe e che non guarda al futuro”. Dalla sanità, all’istruzione, passando per lavoro, salario minimo, politica industriale e automotive, ricostruzione dell’Emilia-Romagna: tanti e diversi gli emendamenti presentati dal Pd, che puntano a “rafforzare il sistema sanitario pubblico” e “affrontare i grandi nodi che limitano il benessere dei cittadini e la crescita del Paese”.
IV contro lo “smantellamento del welfare”
“Con la legge di Bilancio la maggioranza si rimangia una per una le promesse fatte in anni di campagna elettorale”, afferma Italia Viva, che presenta 280 emendamenti, volti perlopiù a “impedire un aumento della pressione fiscale” e “scongiurare lo smantellamento dle welfare”, introducendo “misure per la crescita” e per sostenere salari e giovani, più risorse per la sanità e la prevenzione delle malattie, misure contro il dissesto idrogeologico e per il sostegno alle giovani coppie.
Lega avanti sulle pensioni
La Lega ha presentato in proprio 3 emendamenti, tutti riguardanti il sistema pensionistico, che resta il filone prioritario: un emendamento è volto al potenziamento del dialogo tra previdenza obbligatoria e complementare per chi ha raggiunto i 64 anni di età e almeno 20 di contributi; il ripropone il ‘silenzio-assenso’ per rafforzare la previdenza complementare e sostenere i futuri assegni pensionistici; il terzo riguarda una sorta di “pace contributiva” e prevede il recupero dei “buchi previdenziali” anche attraverso lo strumento del welfare aziendale.